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Mentre in Occidente sembra che le multinazionali Big Tech siano più importanti dei governi, ancora una volta arriva testimonianza che non sia per nulla così quando c'è una politica forte che mette alle strette e subito accettano per non perdere ingenti fette di mercato.
L'ultimo caso è la Turchia di Erdogan che già anni fa aveva messo nel mirino Twitter dopo il colpo di stato fallito.
Facebook e di conseguenza Instagram era stato minacciato di inibile la pubblicità e ridurre la banda fino al 90% entro giugno.
Ha appena accettato le condizioni turche.
Da ottobre c'è una legge molto stringente che ha portato multe milionarie tra novembre e dicembre a Linkedin, Youtube, Facebook, Twitter, Instagram, Dailymotion, Periscope e TikTok.
Legge definita liberticida,ma sempre in vigore e chi non si adegua ha serie ripercussioni.
Youtube e Linkedin si erano già adeguati.
Innanzitutto i dati degli utenti devono restare solo su server in Turchia se il sito o social ha almeno un milione di visitatori al giorno
Poi ci deve essere un rappresentante legale in Turchia che eliminerà contenuti entro 48 ore su insindacabile volontà delle autorità turche
Erdogan nei giorni scorsi ha contribuito a danneggiare Whatsapp facendo spostare milioni di suoi sostenitori su Telegram per i noti motivi di privacy.
Manca ancora Twitter già minacciata dal governo turco attraverso il viceministro delle infrastrutture,tuttavia è quasi scontato segua gli altri competitors
Agi-Ansa
L'ultimo caso è la Turchia di Erdogan che già anni fa aveva messo nel mirino Twitter dopo il colpo di stato fallito.
Facebook e di conseguenza Instagram era stato minacciato di inibile la pubblicità e ridurre la banda fino al 90% entro giugno.
Ha appena accettato le condizioni turche.
Da ottobre c'è una legge molto stringente che ha portato multe milionarie tra novembre e dicembre a Linkedin, Youtube, Facebook, Twitter, Instagram, Dailymotion, Periscope e TikTok.
Legge definita liberticida,ma sempre in vigore e chi non si adegua ha serie ripercussioni.
Youtube e Linkedin si erano già adeguati.
Innanzitutto i dati degli utenti devono restare solo su server in Turchia se il sito o social ha almeno un milione di visitatori al giorno
Poi ci deve essere un rappresentante legale in Turchia che eliminerà contenuti entro 48 ore su insindacabile volontà delle autorità turche
Erdogan nei giorni scorsi ha contribuito a danneggiare Whatsapp facendo spostare milioni di suoi sostenitori su Telegram per i noti motivi di privacy.
Manca ancora Twitter già minacciata dal governo turco attraverso il viceministro delle infrastrutture,tuttavia è quasi scontato segua gli altri competitors
Agi-Ansa