Blomqvist:"Milan, tieni Gigio. Stregato da Kessie. Ibra...".

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Blomqvist:"Milan, tieni Gigio. Stregato da Kessie. Ibra...".

L'ex rossonero Jesper Blomqvist a Tuttosport in edicola:"I rossoneri sono partiti forte all'inizio della stagione, adesso forse accusano un po' di fatica. Ma anche se è dura, possono competere tranquillamente per approdare in Champions League. Contro il Manchester United sono stati sfortunati, avrebbero potuto passare il turno. Il Parma spero che si salvi e possa costruire un team vincente, come quello degli anni '90. C'è una nuova proprietà ed è importante per il futuro della società".

"Chi mi ha colpito di più? Kessie mi ha impressionato davvero tanto. E' bravo con la palla e forte fisicamente: un vero centrocampista che fa giocare tutta la squadra".

"Gigio e Buffon? Paragone che ci sta, lo ricorda Gigi. Una squadra forte inizia da un portiere di livello. E Donnarumma lo è. Sarebbe un gran rischio lasciarlo andare e puntare su un altro. E' una sicurezza e potrà continuare ad esserlo per tanti anni. Deve essere tenuto".

"Ibra? Zlatan non potrà giocare tutte le partite e correre come i giovani, ma segna ogni qual volta scende in campo. E' fantastico e determinante per il Milan. Un professionista esemplare. Spero possa arrivare all'Europeo. E credo che l'infortunio di qualche anno fa gli sia paradossalmente servito per capire quanto ami il calcio, la sua passione: una spinta ulteriore per tornare a stupire tutti".

"Maldini? Quando arrivai a Milanello mi fece un'impressione molto positiva. Era uno dei pochi italiani che parlava inglese e mi aveva aiutato. Ha il calcio nel sangue, per me può ripetere quella straordinaria carriera da calciatore, come dirigente. Non dipende solo da lui, ma dai mezzi economici che gli verranno messi a disposizione. Sa perfettamente come comportarsi sul campo e anche fuori: ha tutte le qualità per raggiungere un livello top".

"La Champions? E' fondamentale sia per il ritorno economico, sia per il prestigio della società. Se disputi la competizione più importante a livello di club inizio Europa, risulti anche più attrattivo per i giocatori. Per quelli attuali poi l'approdo in Champions League può solo fare bene. Si matura esperienza solo partecipando a tale torneo. E si capisce dove si deve migliorare per fissare tutti gli obiettivi".

"I miei ricordi al Milan? La prima conferenza stampa, il giorno della presentazione, gli allenamenti. Era un sogno, non potevo credere di aver firmato per quel Milan in cui militavano così tanti campioni. In precedenza li avevo visti solo in televisione. Poi mi sono trovato a giocare con gente come Weah, un fenomeno e Savicevic, uno dei miei idoli: non ci potevo credere. Mi sembrava d essere in una serie tv. Poi Sacchi, dopo 10 giorni dal mio arrivo, mi fece esordire, e io giocai molto bene, tanto che Berlusconi disse che si trattò di uno dei migliori debutti che aveva visto a San Siro. A livello d risultati fu uno dei peggiori Milan di quelle stagioni. Non c'era una bella atmosfera, io faticai ad inserirmi. Sacchi era un fantastico allenatore, mi buttava sempre dentro, ma forse non ero pronto, anche se mi impegnavo e correvo parecchio".
 

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L'ex rossonero Jesper Blomqvist a Tuttosport in edicola:"I rossoneri sono partiti forte all'inizio della stagione, adesso forse accusano un po' di fatica. Ma anche se è dura, possono competere tranquillamente per approdare in Champions League. Contro il Manchester United sono stati sfortunati, avrebbero potuto passare il turno. Il Parma spero che si salvi e possa costruire un team vincente, come quello degli anni '90. C'è una nuova proprietà ed è importante per il futuro della società".

"Chi mi ha colpito di più? Kessie mi ha impressionato davvero tanto. E' bravo con la palla e forte fisicamente: un vero centrocampista che fa giocare tutta la squadra".

"Gigio e Buffon? Paragone che ci sta, lo ricorda Gigi. Una squadra forte inizia da un portiere di livello. E Donnarumma lo è. Sarebbe un gran rischio lasciarlo andare e puntare su un altro. E' una sicurezza e potrà continuare ad esserlo per tanti anni. Deve essere tenuto".

"Ibra? Zlatan non potrà giocare tutte le partite e correre come i giovani, ma segna ogni qual volta scende in campo. E' fantastico e determinante per il Milan. Un professionista esemplare. Spero possa arrivare all'Europeo. E credo che l'infortunio di qualche anno fa gli sia paradossalmente servito per capire quanto ami il calcio, la sua passione: una spinta ulteriore per tornare a stupire tutti".

"Maldini? Quando arrivai a Milanello mi fece un'impressione molto positiva. Era uno dei pochi italiani che parlava inglese e mi aveva aiutato. Ha il calcio nel sangue, per me può ripetere quella straordinaria carriera da calciatore, come dirigente. Non dipende solo da lui, ma dai mezzi economici che gli verranno messi a disposizione. Sa perfettamente come comportarsi sul campo e anche fuori: ha tutte le qualità per raggiungere un livello top".

"La Champions? E' fondamentale sia per il ritorno economico, sia per il prestigio della società. Se disputi la competizione più importante a livello di club inizio Europa, risulti anche più attrattivo per i giocatori. Per quelli attuali poi l'approdo in Champions League può solo fare bene. Si matura esperienza solo partecipando a tale torneo. E si capisce dove si deve migliorare per fissare tutti gli obiettivi".

"I miei ricordi al Milan? La prima conferenza stampa, il giorno della presentazione, gli allenamenti. Era un sogno, non potevo credere di aver firmato per quel Milan in cui militavano così tanti campioni. In precedenza li avevo visti solo in televisione. Poi mi sono trovato a giocare con gente come Weah, un fenomeno e Savicevic, uno dei miei idoli: non ci potevo credere. Mi sembrava d essere in una serie tv. Poi Sacchi, dopo 10 giorni dal mio arrivo, mi fece esordire, e io giocai molto bene, tanto che Berlusconi disse che si trattò di uno dei migliori debutti che aveva visto a San Siro. A livello d risultati fu uno dei peggiori Milan di quelle stagioni. Non c'era una bella atmosfera, io faticai ad inserirmi. Sacchi era un fantastico allenatore, mi buttava sempre dentro, ma forse non ero pronto, anche se mi impegnavo e correvo parecchio".

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