LAZIO
La Lazio era la più accreditata rivale della Juve di Sarri quando a Marzo è stato bloccato tutto, l'aveva sconfitta sia in campionato che in supercoppa e non aveva più le coppe europee da giocare. Il lockdown ha ribaltato la situazione, le coppe europee sono state rinviate, i biancocelesti si sono ritrovati con un calendario fitto non sostenibile per una rosa piuttosto corta. Il ritorno in Champions dopo 5 anni (in realtà dopo 13 perché nel 2015 uscirono ai preliminari) non è servito a migliorare le cose, il mercato non ha portato salti di qualità nella formazione titolare, la squadra si aggrappa ancora a Immobile, ma in sua assenza ha rimediato un duro 3-0 in casa della Sampdoria: sono tre punti che già pesano e che riportano alla luce le incertezze degli ultimi mesi. Nel momento peggiore perché adesso c'è da gestire il doppio impegno e all'Olimpico arriva il BVB. A Inzaghi il compito di resettare e andare alla caccia di una nuova impresa.
ROMA
Con Dzeko che sembrava sicuro partente, la Roma uscita quinta nelle ultime due stagioni è ripartita tra lo scetticismo generale. E il 3-0 a tavolino con il pasticcio a Verona non è stato certo il miglior biglietto da visita. Alla fine Dzeko è rimasto, il reparto offensivo si è rinforzato con Pedro, avere grandi qualità davanti è importante in questo calcio post lockdown dove si segna di più rispetto al passato. Il cantiere è ancora aperto, ma la Roma sul campo è ancora imbattuta, ha saputo soffrire e vincere a Udine, ha ripreso vigore con l'affermazione sul Benevento e pare stare decisamente meglio dei cugini biancocelesti. Dei punti che la separano dalle prime posizioni l'unico rimpianto a oggi e il punticino perso proprio a Verona. Il prossimo esame, trasferta europea a parte, è quello con il Milan, da cui si capirà se i giallorossi possono dire qualcosa di più nella lotta per un ritorno in Champions League.
INTER
Pazza in tutti i sensi, viene da una stagione di rimpianti: un punto dallo scudetto, suicidio nei gironi di Champions in particolare nella gara di Dortmund, finale europea persa per un'autorete. Conte, pazzo anche lui, ha sclerato e poi è rimasto. I rinforzi dell'estate, Hakimi e Vidal su tutti, hanno portato in pole position per il campionato la formazione nerazzurra che non può più nascondersi. Di fatto il punteggio in classifica è in linea: perdere un derby ci può stare così come pareggiare con la Lazio. Quello che preoccupa è l'involuzione in difesa. L'Inter aveva concluso con la miglior retroguardia la scorsa Serie A, ha preso 3 gol dalla Fiorentina, 2 dal Benevento e 2 da Ibrahimovic. Oggi gioca a tre, con due esterni adattati a difensori centrali. A parte questo, il centrocampo è solido e la coppia davanti rimane da sogno. Ci si aspetta una decisa ripartenza dopo l'esordio in Champions e con il recupero dei giocatori messi out dal Coivd: buttare anche questo campionato significherebbe essersi giocati definitivamente il jolly Antonio Conte.
JUVENTUS
Il punto principale è: con tante rivali mai così vicine negli ultimi 9 anni, la scommessa Pirlo è stata ben giocata? Per la prima volta dal 2012 i bianconeri non partono come primi favoriti, ma finché hanno CR7 non possono essere certo scartati. Gli investimenti sono stati comunque importanti, anche se Kulusevski e Chiesa sanno un po' di doppioni. L'allenatore non pare avere le idee chiare su come disporre la fase offensiva. Necessario il recupero di Dybala, oltre che quello di Ronaldo, al momento fuori per coronavirus, per ritrovare qualche certezza. Gli sbandamenti di inizio stagione però non sono stati puniti dagli avversari: la Roma non ha saputo dare il colpo di grazia in 11 contro 10, il Napoli addirittura ha regalato clamorosamente 3 punti a tavolino. Così i campioni in carica si ritrovano ancora imbattuti e davanti all'Inter. Restano le fatiche e le perplessità di Crotone. Adesso trasferta di Kiev e Verona in casa, gare di media difficoltà che testimonieranno se Pirlolandia può stare in piedi sulle sue gambe o no.
NAPOLI
La terza squadra con il miglior rendimento post lockdown dopo Milan e Atalanta. Il Napoli a oggi è l'unica tra le pretendenti al titolo che non ha ancora mostrato punti deboli in questo inizio di stagione. Spietata in attacco, ottima in difesa. Parma e Genoa non erano considerate esami attendibili, ma l'Atalanta è stata spazzata via. Osimhen e Bakayoko acquisti che hanno alzato il livello, Lozano appare ritrovato. Resta il rimpianto di non aver potuto giocare con la Juventus, con l'aggravante del punto di penalizzazione che a campionato tirato potrebbe anche essere decisivo. Restano sempre anche i dubbi su Gattuso, che però a differenza del passato rossonero qui ha un modulo e una formazione tipo ben saldi e non deve stare a inventare nulla. Il prossimo scontro diretto è tra un mese contro il Milan, nel frattempo gli azzurri se proseguono in questo stato di salute potrebbero infilare un filotto e provare a dare uno strappo alla classifica.
ATALANTA
La Dea e ripartita con la sua macchina da gol, ha già alle spalle due scontri diretti, entrambi in trasferta. Con la Lazio è stato dominio totale, con il Napoli ci si aspettava un match almeno alla pari, ma la sosta nazionali ha portato senz'altro più benefici ai napoletani in isolamento. La classifica resta buona, il passo falso potrebbe essere solo un caso, ma la difesa non è parsa impeccabile (due gol subiti anche con Torino e Cagliari), perché giocare al ritmo dell'Atalanta implica creare tantissimo, ma anche dover concedere qualcosa. Gasperini ha le sue certezze, così come anche i suoi limiti per il fatto che la sua squadra sa giocare sempre allo stesso modo, quel gioco che per intenderci ha incantato tutta Italia e anche parte dell'Europa, ma che non ha un piano B quando è l'avversario a sorprendere e alzare l'asticella. Ogni anno ci si chiede se ci sarà la riconferma, ormai non stiamo più a parlare di favola, ma di una squadra che può puntare all'obiettivo massimo. Per farlo però dovrà anche dimostrare di saper soffrire quando i ritmi si abbassano.
MILAN
Una squadra che aveva la Champions nel proprio DNA e per cui invece tornare in Champions oggi sarebbe una sorpresa e un'impresa. Il Milan a differenza degli ultimi anni ha un'identità, è la formazione ad oggi più consapevole dei propri pregi e dei propri limiti, è un mix di gioventù ed esperienza ed è in crescita da Marzo. Sa di non essere nettamente superiore a chi è dietro, ma neanche nettamente inferiore a chi è davanti e non rinuncia mai a giocare. Pioli e Ibrahimovic i simboli di questa rinascita che ad oggi vale il primo posto a punteggio pieno dopo il colpaccio nel derby. Due interrogativi: la reazione mentale quando arriverà la prima sconfitta (magari non arrivasse mai eh...) e la gestione del doppio impegno che comunque oggi porta la possibilità di testare ragazzi come Tonali, Diaz, Leao e Hauge, che si spera possano fare parte del Milan del futuro. Con la speranza che né Covid né infortuni si mettano tra il leone Ibra e la corsa all'Europa che conta.