Milan: sempre più Pioli. Conte riapre al Napoli.

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-Lionard-

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Tuttosport in edicola conferma le news che abbiamo riportato ieri e aggiunge: l’ultimo a esporsi in maniera decisa è stato ieri mattina il presidente Paolo Scaroni. Il numero uno rossonero, a “Radio Anch’io Sport” su Rai Radio 1, ha usato parole nette su Stefano Pioli: «Il suo futuro? Mutuo le parole sia di Furlani che di Ibrahimovic: noi abbiamo fiducia totale su Pioli e i risultati ce la stanno rafforzando questa fiducia. Quindi per il momento calma piatta su questo fronte». Come si suol dire, tre indizi fanno una prova, ma sull’argomento “futuro della panchina rossonera”, le prove in favore dell’attuale tecnico si stanno sommando. Negli ultimi dieci giorni sono arrivati due endorsement importanti per Pioli. Il 2 febbraio era stato Zlatan Ibrahimovic a far arrivare forte il suo pensiero: «Pioli è il nostro allenatore e siamo contenti di lui». Quindi, qualche giorno dopo (7 febbraio), ecco le parole dell’ad Giorgio Furlani: «Anche a me, come al mister, annoiano tanto le voci sulla panchina del Milan a febbraio. Pioli è il nostro allenatore - aveva detto -, la società è con lui, l’ha ripetuto anche Zlatan perché queste voci annoiano e infastidiscono. Siamo grati per quello che ha fatto fino ad adesso e per ora siamo fortunati ad averlo con noi». Chiaramente, le parole di oggi, il vento che spesso si alza sul pianeta calcio, possono essere spazzate via nel giro di qualche mese dai risultati, dunque sarebbe azzardato dare per certa la conferma di Pioli anche in vista della prossima stagione. Però, se fino a qualche settimana fa la sensazione era quella di un fine ciclo, con i profili di Thiago Motta, Farioli, Conte a spuntare periodicamente dietro le spalle di Pioli, qualcosa dalle parti di Milanello e Casa Milan ultimamente si inizia a percepire diversamente. Alcune prestazioni autunnali del Milan avevano fatto sorgere degli interrogativi sul gruppo: la squadra segue ancora Pioli? Beh, le ultime nove gare in campionato raccontano di un Milan capace di mettere insieme 7 vittorie e 2 pareggi, con un ritmo pari a Inter e Juventus. Inoltre, diversi senatori dello spogliatoio rossonero si sono schierati apertamente col tecnico. Ha cominciato Leao a fine 2023, si sono aggiunti Giroud e soprattutto Theo Hernandez che dopo il successo di Empoli il 7 gennaio disse senza giri di parole: «Siamo stati sempre con lui, quello che dice la gente non lo ascoltiamo». E il terzino francese, ha ripetuto idealmente questi concetti con l’esultanza di domenica sera dopo il gol a Napoli, quando mimando con le mani il gesto del “parlate, parlate”, ha voluto ribadire la compattezza del gruppo squadra. Il Milan oggi ha 52 punti, gli stessi che aveva dopo 24 giornate nel campionato ’21-22: allora era secondo dietro all’Inter di un punto, poi vinse lo scudetto. Oggi è utopistico pensare al traguardo massimo, ma continuare così non farebbe altro che rafforzare ancora di più la posizione di Pioli che in fondo, sabato scorso, ha spiegato quale sia la ricetta per conquistare quella fiducia che sembra aver perso fra i tifosi (qui pesano i cinque derby persi nel 2023 e l'Inter prima in classifica): «Vincere tutte le partite». Il tecnico ci sta provando e chissà se riceverà presto un'ulteriore pacca sulla spalla da parte di Gerry Cardinale: il numero uno di RedBird, infatti, potrebbe tornare a Milano (ma non ci sono conferme) per la gara di giovedì col Rennes.

Conte riapre al Napoli: Antonio Conte aspetta. Il futuro del tecnico salentino è uno dei grandi temi dell’estate 2024 (così come di José Morinho, per citare un altro totem). Dopo un anno sabbatico, vissuto con serenità dedicando tempo alla famiglia e agli amici, continuando comunque ad aggiornarsi guardando partite in televisione e allo stadio, Conte sarà uno degli “oggetti” del desiderio dei grandi club europei in vista della prossima stagione. A giugno inizierà un enorme domino, molte panchine importanti si libereranno e tanti top club potrebbero virare le proprie attenzioni verso Conte. Anzi, qualcuno ha già iniziato a farlo da tempo, vedi Aurelio De Laurentiis.

Non è un segreto che il presidente del Napoli abbia provato, a più riprese, a convincere Conte a prendere in mano la sua squadra dopo l’esperienza negativa con Garcia. Conte, però, dopo aver lasciato il Tottenham, ha preferito restare fermo: non aveva fretta di tornare subito in panchina ed entrare a stagione in corso non era nei suoi programmi. Detto ciò, i “no” a De Laurentiis non erano e non sono definitivi. Conte, come detto, non voleva subentrare e al tempo stesso voleva e vuole sposare un progetto che senta suo, nel quale sia coinvolto pienamente. Il Napoli a ottobre-novembre era ancora una creatura di Spalletti, una squadra reduce dallo scudetto, ma nel pieno di un’involuzione. A fine stagione tutto potrebbe cambiare e oggi il club partenopeo in Italia è probabilmente la società che più di altre potrebbe accontentare i desiderata di Conte. Non solo da un punto di vista economico - oggi quella non è però una priorità dell’ex ct azzurro -, ma anche progettuale. Conte alla Juventus, al Chelsea e all’Inter ha saputo ricostruire e portare al vertice società di grande livello che avevano bisogno di rilanciarsi. Il Napoli nelle ultime stagioni ha raggiunto uno standard elevato, ha vinto lo scudetto, però a giugno dovrà ripartire. Attenzione: la conferma di Mazzarri non è ancora da escludere, anche se la classifica non sorride, così come non si possono scartare altri profili per l’eventuale successione del tecnico di San Vincenzo. Detto ciò, De Laurentiis ha insistito tanto per Conte e tornerà a farlo. E questa volta potrebbe non trovare la porta chiusa. Sempre che Conte sia ancora a disposizione. Come detto a fine annata ci saranno molti movimenti in panchina. In Italia potrebbero cambiare allenatore anche Roma, Milan - i cui dirigenti però hanno fatto più volte intendere che, in caso di separazione da Pioli (altra opzione per il Napoli...), al momento non così scontata, potrebbero pensare a profili più emergenti - e chissà, la Juve se Allegri facesse una scelta a sorpresa. Tante società in Europa comunque cambieranno. Basti pensare agli addii già annunciati di Klopp a Liverpool e Xavi a Barcellona, due piazze dove però la filosofia di gioco di Conte potrebbe non sposarsi al meglio. Però ci saranno novità anche al Manchester United e al ricco e ambizioso Newcastle. E rimanendo in Premier, occhio alla possibile partenza di Arteta (Arsenal), in caso di chiamata da Barcellona. Così come potrebbero arrivare telefonate per Luis Enrique che libererebbero la panchina del Psg. In Germania, infine, sembra difficile pensare a una conferma di Tuchel al Bayern. Molti top club cambieranno a fine stagione e un top manager come Conte potrebbe fare gola a tanti.

Anche il Corsport conferma la notizia (evidentemente diffusa su Zoom da ieri NDR) e con lo stesso titolo: Il Milan è con Pioli:"Fiducia totale". Da Scaroni e Ibra a Furlani tutti con il tecnico: per il futuro sarà decisivo il finale di stagione. L’allenatore milanista nella sfida contro il Napoli ha raggiunto Arrigo Sacchi come numero di panchine in rossonero, ben 220 presenze in tutte le competizioni. Ma sotto il profilo dei punti ha addirittura fatto meglio rispetto ad una leggenda come Sacchi. L’ex mister dei rossoneri in 220 partite ha ottenuto 113 vinte, 69 pareggi e 38 sconfi tte. Percentuale vittorie del 51,36%. Per Pioli invece nello stesso numero di partite ha ottenuto 121 vinte, 53 pareggi e 46 sconfi tte. La percentuale di vittorie è superiore, ovvero del 55%

Altre news di giornata:


—) Leao: lo specchio 10 volte in 24 giornate...


—) Milan S. Donato: dibattito e ottimismo. San Siro...


—) Rinascita Milan: obiettivo record punti ed EL.


—) Pioli meglio di Sacchi. I numeri.


—) Rennes: momento magico. I punti di forza.


—) Milan: sempre più Pioli. Conte riapre al Napoli.


—) Capello:"Leao si eserciti al tiro. A Ibra cambiai postura".


—) Kjaer: piccolo problema muscolare. Thiaw convocato


—) Theo centrale col Rennes. Leao cerca gol. La formazione.
Il tema è il solito, questa dirigenza, anche per ragioni societarie relative ad un potenziale ingresso di un nuovo investitore, non prenderà mai una decisione prima di maggio. Di conseguenza il destino è nelle mani di Pioli. Se arriva secondo e raggiunge una semifinale di EL da cui esce a testa alta secondo voi sarebbe cacciato?

Quello che terrorizza Furlani, Moncada e D'Ottavio è la scelta del nuovo allenatore perchè, escluso Conte, che è un discorso già affrontato più volte, non saprebbero a che santo votarsi. Il fatto che abbiano sondato Lopetegui, come confermato da autorevoli fonti di mercato, dà l'idea di quali siano le alternative a Pioli, il quale rispetto a Glasner e lo spagnolo è Brain Clough.

Lo scoglio potrebbe essere rappresentato dall'anno di contratto in scadenza. Conoscendoli, dubito fortemente lo confermerebbero con tanto di rinnovo, anche perché non credo siano entusiasti dell'accordo economico concordato con il vecchio Direttore dell'area tecnica. Il loro obiettivo potrebbe essere tirare a campare un altro anno e poi nel 2025 prendersi un tecnico straniero o giovane alla metà di quello che prende ora l'allenatore di Parma. Bisogna capire se Pioli, che a quanto pare fa gola a Roma e Napoli, accetterà di fermarsi un altro anno sapendo però di non essere rinnovato o se invece magari proverà ad intraprendere un'altra strada.

P.S.: se la Juve arriva terza, il ritorno di Conte diventa persino probabile. Allegri, da allenatore-aziendalista per antonomasia dai tempi del Milan, sarebbe perfetto per Napoli.
 

7AlePato7

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Tuttosport in edicola conferma le news che abbiamo riportato ieri e aggiunge: l’ultimo a esporsi in maniera decisa è stato ieri mattina il presidente Paolo Scaroni. Il numero uno rossonero, a “Radio Anch’io Sport” su Rai Radio 1, ha usato parole nette su Stefano Pioli: «Il suo futuro? Mutuo le parole sia di Furlani che di Ibrahimovic: noi abbiamo fiducia totale su Pioli e i risultati ce la stanno rafforzando questa fiducia. Quindi per il momento calma piatta su questo fronte». Come si suol dire, tre indizi fanno una prova, ma sull’argomento “futuro della panchina rossonera”, le prove in favore dell’attuale tecnico si stanno sommando. Negli ultimi dieci giorni sono arrivati due endorsement importanti per Pioli. Il 2 febbraio era stato Zlatan Ibrahimovic a far arrivare forte il suo pensiero: «Pioli è il nostro allenatore e siamo contenti di lui». Quindi, qualche giorno dopo (7 febbraio), ecco le parole dell’ad Giorgio Furlani: «Anche a me, come al mister, annoiano tanto le voci sulla panchina del Milan a febbraio. Pioli è il nostro allenatore - aveva detto -, la società è con lui, l’ha ripetuto anche Zlatan perché queste voci annoiano e infastidiscono. Siamo grati per quello che ha fatto fino ad adesso e per ora siamo fortunati ad averlo con noi». Chiaramente, le parole di oggi, il vento che spesso si alza sul pianeta calcio, possono essere spazzate via nel giro di qualche mese dai risultati, dunque sarebbe azzardato dare per certa la conferma di Pioli anche in vista della prossima stagione. Però, se fino a qualche settimana fa la sensazione era quella di un fine ciclo, con i profili di Thiago Motta, Farioli, Conte a spuntare periodicamente dietro le spalle di Pioli, qualcosa dalle parti di Milanello e Casa Milan ultimamente si inizia a percepire diversamente. Alcune prestazioni autunnali del Milan avevano fatto sorgere degli interrogativi sul gruppo: la squadra segue ancora Pioli? Beh, le ultime nove gare in campionato raccontano di un Milan capace di mettere insieme 7 vittorie e 2 pareggi, con un ritmo pari a Inter e Juventus. Inoltre, diversi senatori dello spogliatoio rossonero si sono schierati apertamente col tecnico. Ha cominciato Leao a fine 2023, si sono aggiunti Giroud e soprattutto Theo Hernandez che dopo il successo di Empoli il 7 gennaio disse senza giri di parole: «Siamo stati sempre con lui, quello che dice la gente non lo ascoltiamo». E il terzino francese, ha ripetuto idealmente questi concetti con l’esultanza di domenica sera dopo il gol a Napoli, quando mimando con le mani il gesto del “parlate, parlate”, ha voluto ribadire la compattezza del gruppo squadra. Il Milan oggi ha 52 punti, gli stessi che aveva dopo 24 giornate nel campionato ’21-22: allora era secondo dietro all’Inter di un punto, poi vinse lo scudetto. Oggi è utopistico pensare al traguardo massimo, ma continuare così non farebbe altro che rafforzare ancora di più la posizione di Pioli che in fondo, sabato scorso, ha spiegato quale sia la ricetta per conquistare quella fiducia che sembra aver perso fra i tifosi (qui pesano i cinque derby persi nel 2023 e l'Inter prima in classifica): «Vincere tutte le partite». Il tecnico ci sta provando e chissà se riceverà presto un'ulteriore pacca sulla spalla da parte di Gerry Cardinale: il numero uno di RedBird, infatti, potrebbe tornare a Milano (ma non ci sono conferme) per la gara di giovedì col Rennes.

Conte riapre al Napoli: Antonio Conte aspetta. Il futuro del tecnico salentino è uno dei grandi temi dell’estate 2024 (così come di José Morinho, per citare un altro totem). Dopo un anno sabbatico, vissuto con serenità dedicando tempo alla famiglia e agli amici, continuando comunque ad aggiornarsi guardando partite in televisione e allo stadio, Conte sarà uno degli “oggetti” del desiderio dei grandi club europei in vista della prossima stagione. A giugno inizierà un enorme domino, molte panchine importanti si libereranno e tanti top club potrebbero virare le proprie attenzioni verso Conte. Anzi, qualcuno ha già iniziato a farlo da tempo, vedi Aurelio De Laurentiis.

Non è un segreto che il presidente del Napoli abbia provato, a più riprese, a convincere Conte a prendere in mano la sua squadra dopo l’esperienza negativa con Garcia. Conte, però, dopo aver lasciato il Tottenham, ha preferito restare fermo: non aveva fretta di tornare subito in panchina ed entrare a stagione in corso non era nei suoi programmi. Detto ciò, i “no” a De Laurentiis non erano e non sono definitivi. Conte, come detto, non voleva subentrare e al tempo stesso voleva e vuole sposare un progetto che senta suo, nel quale sia coinvolto pienamente. Il Napoli a ottobre-novembre era ancora una creatura di Spalletti, una squadra reduce dallo scudetto, ma nel pieno di un’involuzione. A fine stagione tutto potrebbe cambiare e oggi il club partenopeo in Italia è probabilmente la società che più di altre potrebbe accontentare i desiderata di Conte. Non solo da un punto di vista economico - oggi quella non è però una priorità dell’ex ct azzurro -, ma anche progettuale. Conte alla Juventus, al Chelsea e all’Inter ha saputo ricostruire e portare al vertice società di grande livello che avevano bisogno di rilanciarsi. Il Napoli nelle ultime stagioni ha raggiunto uno standard elevato, ha vinto lo scudetto, però a giugno dovrà ripartire. Attenzione: la conferma di Mazzarri non è ancora da escludere, anche se la classifica non sorride, così come non si possono scartare altri profili per l’eventuale successione del tecnico di San Vincenzo. Detto ciò, De Laurentiis ha insistito tanto per Conte e tornerà a farlo. E questa volta potrebbe non trovare la porta chiusa. Sempre che Conte sia ancora a disposizione. Come detto a fine annata ci saranno molti movimenti in panchina. In Italia potrebbero cambiare allenatore anche Roma, Milan - i cui dirigenti però hanno fatto più volte intendere che, in caso di separazione da Pioli (altra opzione per il Napoli...), al momento non così scontata, potrebbero pensare a profili più emergenti - e chissà, la Juve se Allegri facesse una scelta a sorpresa. Tante società in Europa comunque cambieranno. Basti pensare agli addii già annunciati di Klopp a Liverpool e Xavi a Barcellona, due piazze dove però la filosofia di gioco di Conte potrebbe non sposarsi al meglio. Però ci saranno novità anche al Manchester United e al ricco e ambizioso Newcastle. E rimanendo in Premier, occhio alla possibile partenza di Arteta (Arsenal), in caso di chiamata da Barcellona. Così come potrebbero arrivare telefonate per Luis Enrique che libererebbero la panchina del Psg. In Germania, infine, sembra difficile pensare a una conferma di Tuchel al Bayern. Molti top club cambieranno a fine stagione e un top manager come Conte potrebbe fare gola a tanti.

Anche il Corsport conferma la notizia (evidentemente diffusa su Zoom da ieri NDR) e con lo stesso titolo: Il Milan è con Pioli:"Fiducia totale". Da Scaroni e Ibra a Furlani tutti con il tecnico: per il futuro sarà decisivo il finale di stagione. L’allenatore milanista nella sfida contro il Napoli ha raggiunto Arrigo Sacchi come numero di panchine in rossonero, ben 220 presenze in tutte le competizioni. Ma sotto il profilo dei punti ha addirittura fatto meglio rispetto ad una leggenda come Sacchi. L’ex mister dei rossoneri in 220 partite ha ottenuto 113 vinte, 69 pareggi e 38 sconfi tte. Percentuale vittorie del 51,36%. Per Pioli invece nello stesso numero di partite ha ottenuto 121 vinte, 53 pareggi e 46 sconfi tte. La percentuale di vittorie è superiore, ovvero del 55%

Altre news di giornata:


—) Leao: lo specchio 10 volte in 24 giornate...


—) Milan S. Donato: dibattito e ottimismo. San Siro...


—) Rinascita Milan: obiettivo record punti ed EL.


—) Pioli meglio di Sacchi. I numeri.


—) Rennes: momento magico. I punti di forza.


—) Milan: sempre più Pioli. Conte riapre al Napoli.


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—) Theo centrale col Rennes. Leao cerca gol. La formazione.
Francamente da tutto ciò si capisce sempre più l'insediamento della faccia di **** della Bocconi con annesso siluramento dell'area tecnica sostituita da ologrammi di facciata... Serviva qualcuno che parlasse coi giornalisti in modo da fare trapelare quello che volevano e desideravano. Gente seria che ha il focus sul campo non si mette a perdere tempo con i giornalisti per imbeccarli dalla mattina alla sera. In dirigenza ormai abbiamo tutte facce da **** col sorriso falso stampato in faccia, diffidare sempre e comunque da questa gente.
 
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Tuttosport in edicola conferma le news che abbiamo riportato ieri e aggiunge: l’ultimo a esporsi in maniera decisa è stato ieri mattina il presidente Paolo Scaroni. Il numero uno rossonero, a “Radio Anch’io Sport” su Rai Radio 1, ha usato parole nette su Stefano Pioli: «Il suo futuro? Mutuo le parole sia di Furlani che di Ibrahimovic: noi abbiamo fiducia totale su Pioli e i risultati ce la stanno rafforzando questa fiducia. Quindi per il momento calma piatta su questo fronte». Come si suol dire, tre indizi fanno una prova, ma sull’argomento “futuro della panchina rossonera”, le prove in favore dell’attuale tecnico si stanno sommando. Negli ultimi dieci giorni sono arrivati due endorsement importanti per Pioli. Il 2 febbraio era stato Zlatan Ibrahimovic a far arrivare forte il suo pensiero: «Pioli è il nostro allenatore e siamo contenti di lui». Quindi, qualche giorno dopo (7 febbraio), ecco le parole dell’ad Giorgio Furlani: «Anche a me, come al mister, annoiano tanto le voci sulla panchina del Milan a febbraio. Pioli è il nostro allenatore - aveva detto -, la società è con lui, l’ha ripetuto anche Zlatan perché queste voci annoiano e infastidiscono. Siamo grati per quello che ha fatto fino ad adesso e per ora siamo fortunati ad averlo con noi». Chiaramente, le parole di oggi, il vento che spesso si alza sul pianeta calcio, possono essere spazzate via nel giro di qualche mese dai risultati, dunque sarebbe azzardato dare per certa la conferma di Pioli anche in vista della prossima stagione. Però, se fino a qualche settimana fa la sensazione era quella di un fine ciclo, con i profili di Thiago Motta, Farioli, Conte a spuntare periodicamente dietro le spalle di Pioli, qualcosa dalle parti di Milanello e Casa Milan ultimamente si inizia a percepire diversamente. Alcune prestazioni autunnali del Milan avevano fatto sorgere degli interrogativi sul gruppo: la squadra segue ancora Pioli? Beh, le ultime nove gare in campionato raccontano di un Milan capace di mettere insieme 7 vittorie e 2 pareggi, con un ritmo pari a Inter e Juventus. Inoltre, diversi senatori dello spogliatoio rossonero si sono schierati apertamente col tecnico. Ha cominciato Leao a fine 2023, si sono aggiunti Giroud e soprattutto Theo Hernandez che dopo il successo di Empoli il 7 gennaio disse senza giri di parole: «Siamo stati sempre con lui, quello che dice la gente non lo ascoltiamo». E il terzino francese, ha ripetuto idealmente questi concetti con l’esultanza di domenica sera dopo il gol a Napoli, quando mimando con le mani il gesto del “parlate, parlate”, ha voluto ribadire la compattezza del gruppo squadra. Il Milan oggi ha 52 punti, gli stessi che aveva dopo 24 giornate nel campionato ’21-22: allora era secondo dietro all’Inter di un punto, poi vinse lo scudetto. Oggi è utopistico pensare al traguardo massimo, ma continuare così non farebbe altro che rafforzare ancora di più la posizione di Pioli che in fondo, sabato scorso, ha spiegato quale sia la ricetta per conquistare quella fiducia che sembra aver perso fra i tifosi (qui pesano i cinque derby persi nel 2023 e l'Inter prima in classifica): «Vincere tutte le partite». Il tecnico ci sta provando e chissà se riceverà presto un'ulteriore pacca sulla spalla da parte di Gerry Cardinale: il numero uno di RedBird, infatti, potrebbe tornare a Milano (ma non ci sono conferme) per la gara di giovedì col Rennes.

Conte riapre al Napoli: Antonio Conte aspetta. Il futuro del tecnico salentino è uno dei grandi temi dell’estate 2024 (così come di José Morinho, per citare un altro totem). Dopo un anno sabbatico, vissuto con serenità dedicando tempo alla famiglia e agli amici, continuando comunque ad aggiornarsi guardando partite in televisione e allo stadio, Conte sarà uno degli “oggetti” del desiderio dei grandi club europei in vista della prossima stagione. A giugno inizierà un enorme domino, molte panchine importanti si libereranno e tanti top club potrebbero virare le proprie attenzioni verso Conte. Anzi, qualcuno ha già iniziato a farlo da tempo, vedi Aurelio De Laurentiis.

Non è un segreto che il presidente del Napoli abbia provato, a più riprese, a convincere Conte a prendere in mano la sua squadra dopo l’esperienza negativa con Garcia. Conte, però, dopo aver lasciato il Tottenham, ha preferito restare fermo: non aveva fretta di tornare subito in panchina ed entrare a stagione in corso non era nei suoi programmi. Detto ciò, i “no” a De Laurentiis non erano e non sono definitivi. Conte, come detto, non voleva subentrare e al tempo stesso voleva e vuole sposare un progetto che senta suo, nel quale sia coinvolto pienamente. Il Napoli a ottobre-novembre era ancora una creatura di Spalletti, una squadra reduce dallo scudetto, ma nel pieno di un’involuzione. A fine stagione tutto potrebbe cambiare e oggi il club partenopeo in Italia è probabilmente la società che più di altre potrebbe accontentare i desiderata di Conte. Non solo da un punto di vista economico - oggi quella non è però una priorità dell’ex ct azzurro -, ma anche progettuale. Conte alla Juventus, al Chelsea e all’Inter ha saputo ricostruire e portare al vertice società di grande livello che avevano bisogno di rilanciarsi. Il Napoli nelle ultime stagioni ha raggiunto uno standard elevato, ha vinto lo scudetto, però a giugno dovrà ripartire. Attenzione: la conferma di Mazzarri non è ancora da escludere, anche se la classifica non sorride, così come non si possono scartare altri profili per l’eventuale successione del tecnico di San Vincenzo. Detto ciò, De Laurentiis ha insistito tanto per Conte e tornerà a farlo. E questa volta potrebbe non trovare la porta chiusa. Sempre che Conte sia ancora a disposizione. Come detto a fine annata ci saranno molti movimenti in panchina. In Italia potrebbero cambiare allenatore anche Roma, Milan - i cui dirigenti però hanno fatto più volte intendere che, in caso di separazione da Pioli (altra opzione per il Napoli...), al momento non così scontata, potrebbero pensare a profili più emergenti - e chissà, la Juve se Allegri facesse una scelta a sorpresa. Tante società in Europa comunque cambieranno. Basti pensare agli addii già annunciati di Klopp a Liverpool e Xavi a Barcellona, due piazze dove però la filosofia di gioco di Conte potrebbe non sposarsi al meglio. Però ci saranno novità anche al Manchester United e al ricco e ambizioso Newcastle. E rimanendo in Premier, occhio alla possibile partenza di Arteta (Arsenal), in caso di chiamata da Barcellona. Così come potrebbero arrivare telefonate per Luis Enrique che libererebbero la panchina del Psg. In Germania, infine, sembra difficile pensare a una conferma di Tuchel al Bayern. Molti top club cambieranno a fine stagione e un top manager come Conte potrebbe fare gola a tanti.

Anche il Corsport conferma la notizia (evidentemente diffusa su Zoom da ieri NDR) e con lo stesso titolo: Il Milan è con Pioli:"Fiducia totale". Da Scaroni e Ibra a Furlani tutti con il tecnico: per il futuro sarà decisivo il finale di stagione. L’allenatore milanista nella sfida contro il Napoli ha raggiunto Arrigo Sacchi come numero di panchine in rossonero, ben 220 presenze in tutte le competizioni. Ma sotto il profilo dei punti ha addirittura fatto meglio rispetto ad una leggenda come Sacchi. L’ex mister dei rossoneri in 220 partite ha ottenuto 113 vinte, 69 pareggi e 38 sconfi tte. Percentuale vittorie del 51,36%. Per Pioli invece nello stesso numero di partite ha ottenuto 121 vinte, 53 pareggi e 46 sconfi tte. La percentuale di vittorie è superiore, ovvero del 55%

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—) Milan S. Donato: dibattito e ottimismo. San Siro...


—) Rinascita Milan: obiettivo record punti ed EL.


—) Pioli meglio di Sacchi. I numeri.


—) Rennes: momento magico. I punti di forza.


—) Milan: sempre più Pioli. Conte riapre al Napoli.


—) Capello:"Leao si eserciti al tiro. A Ibra cambiai postura".


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—) Theo centrale col Rennes. Leao cerca gol. La formazione.
Entro nel forum, leggo cose del genere e mi si ammoscia
 

UDG

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Tuttosport in edicola conferma le news che abbiamo riportato ieri e aggiunge: l’ultimo a esporsi in maniera decisa è stato ieri mattina il presidente Paolo Scaroni. Il numero uno rossonero, a “Radio Anch’io Sport” su Rai Radio 1, ha usato parole nette su Stefano Pioli: «Il suo futuro? Mutuo le parole sia di Furlani che di Ibrahimovic: noi abbiamo fiducia totale su Pioli e i risultati ce la stanno rafforzando questa fiducia. Quindi per il momento calma piatta su questo fronte». Come si suol dire, tre indizi fanno una prova, ma sull’argomento “futuro della panchina rossonera”, le prove in favore dell’attuale tecnico si stanno sommando. Negli ultimi dieci giorni sono arrivati due endorsement importanti per Pioli. Il 2 febbraio era stato Zlatan Ibrahimovic a far arrivare forte il suo pensiero: «Pioli è il nostro allenatore e siamo contenti di lui». Quindi, qualche giorno dopo (7 febbraio), ecco le parole dell’ad Giorgio Furlani: «Anche a me, come al mister, annoiano tanto le voci sulla panchina del Milan a febbraio. Pioli è il nostro allenatore - aveva detto -, la società è con lui, l’ha ripetuto anche Zlatan perché queste voci annoiano e infastidiscono. Siamo grati per quello che ha fatto fino ad adesso e per ora siamo fortunati ad averlo con noi». Chiaramente, le parole di oggi, il vento che spesso si alza sul pianeta calcio, possono essere spazzate via nel giro di qualche mese dai risultati, dunque sarebbe azzardato dare per certa la conferma di Pioli anche in vista della prossima stagione. Però, se fino a qualche settimana fa la sensazione era quella di un fine ciclo, con i profili di Thiago Motta, Farioli, Conte a spuntare periodicamente dietro le spalle di Pioli, qualcosa dalle parti di Milanello e Casa Milan ultimamente si inizia a percepire diversamente. Alcune prestazioni autunnali del Milan avevano fatto sorgere degli interrogativi sul gruppo: la squadra segue ancora Pioli? Beh, le ultime nove gare in campionato raccontano di un Milan capace di mettere insieme 7 vittorie e 2 pareggi, con un ritmo pari a Inter e Juventus. Inoltre, diversi senatori dello spogliatoio rossonero si sono schierati apertamente col tecnico. Ha cominciato Leao a fine 2023, si sono aggiunti Giroud e soprattutto Theo Hernandez che dopo il successo di Empoli il 7 gennaio disse senza giri di parole: «Siamo stati sempre con lui, quello che dice la gente non lo ascoltiamo». E il terzino francese, ha ripetuto idealmente questi concetti con l’esultanza di domenica sera dopo il gol a Napoli, quando mimando con le mani il gesto del “parlate, parlate”, ha voluto ribadire la compattezza del gruppo squadra. Il Milan oggi ha 52 punti, gli stessi che aveva dopo 24 giornate nel campionato ’21-22: allora era secondo dietro all’Inter di un punto, poi vinse lo scudetto. Oggi è utopistico pensare al traguardo massimo, ma continuare così non farebbe altro che rafforzare ancora di più la posizione di Pioli che in fondo, sabato scorso, ha spiegato quale sia la ricetta per conquistare quella fiducia che sembra aver perso fra i tifosi (qui pesano i cinque derby persi nel 2023 e l'Inter prima in classifica): «Vincere tutte le partite». Il tecnico ci sta provando e chissà se riceverà presto un'ulteriore pacca sulla spalla da parte di Gerry Cardinale: il numero uno di RedBird, infatti, potrebbe tornare a Milano (ma non ci sono conferme) per la gara di giovedì col Rennes.

Conte riapre al Napoli: Antonio Conte aspetta. Il futuro del tecnico salentino è uno dei grandi temi dell’estate 2024 (così come di José Morinho, per citare un altro totem). Dopo un anno sabbatico, vissuto con serenità dedicando tempo alla famiglia e agli amici, continuando comunque ad aggiornarsi guardando partite in televisione e allo stadio, Conte sarà uno degli “oggetti” del desiderio dei grandi club europei in vista della prossima stagione. A giugno inizierà un enorme domino, molte panchine importanti si libereranno e tanti top club potrebbero virare le proprie attenzioni verso Conte. Anzi, qualcuno ha già iniziato a farlo da tempo, vedi Aurelio De Laurentiis.

Non è un segreto che il presidente del Napoli abbia provato, a più riprese, a convincere Conte a prendere in mano la sua squadra dopo l’esperienza negativa con Garcia. Conte, però, dopo aver lasciato il Tottenham, ha preferito restare fermo: non aveva fretta di tornare subito in panchina ed entrare a stagione in corso non era nei suoi programmi. Detto ciò, i “no” a De Laurentiis non erano e non sono definitivi. Conte, come detto, non voleva subentrare e al tempo stesso voleva e vuole sposare un progetto che senta suo, nel quale sia coinvolto pienamente. Il Napoli a ottobre-novembre era ancora una creatura di Spalletti, una squadra reduce dallo scudetto, ma nel pieno di un’involuzione. A fine stagione tutto potrebbe cambiare e oggi il club partenopeo in Italia è probabilmente la società che più di altre potrebbe accontentare i desiderata di Conte. Non solo da un punto di vista economico - oggi quella non è però una priorità dell’ex ct azzurro -, ma anche progettuale. Conte alla Juventus, al Chelsea e all’Inter ha saputo ricostruire e portare al vertice società di grande livello che avevano bisogno di rilanciarsi. Il Napoli nelle ultime stagioni ha raggiunto uno standard elevato, ha vinto lo scudetto, però a giugno dovrà ripartire. Attenzione: la conferma di Mazzarri non è ancora da escludere, anche se la classifica non sorride, così come non si possono scartare altri profili per l’eventuale successione del tecnico di San Vincenzo. Detto ciò, De Laurentiis ha insistito tanto per Conte e tornerà a farlo. E questa volta potrebbe non trovare la porta chiusa. Sempre che Conte sia ancora a disposizione. Come detto a fine annata ci saranno molti movimenti in panchina. In Italia potrebbero cambiare allenatore anche Roma, Milan - i cui dirigenti però hanno fatto più volte intendere che, in caso di separazione da Pioli (altra opzione per il Napoli...), al momento non così scontata, potrebbero pensare a profili più emergenti - e chissà, la Juve se Allegri facesse una scelta a sorpresa. Tante società in Europa comunque cambieranno. Basti pensare agli addii già annunciati di Klopp a Liverpool e Xavi a Barcellona, due piazze dove però la filosofia di gioco di Conte potrebbe non sposarsi al meglio. Però ci saranno novità anche al Manchester United e al ricco e ambizioso Newcastle. E rimanendo in Premier, occhio alla possibile partenza di Arteta (Arsenal), in caso di chiamata da Barcellona. Così come potrebbero arrivare telefonate per Luis Enrique che libererebbero la panchina del Psg. In Germania, infine, sembra difficile pensare a una conferma di Tuchel al Bayern. Molti top club cambieranno a fine stagione e un top manager come Conte potrebbe fare gola a tanti.

Anche il Corsport conferma la notizia (evidentemente diffusa su Zoom da ieri NDR) e con lo stesso titolo: Il Milan è con Pioli:"Fiducia totale". Da Scaroni e Ibra a Furlani tutti con il tecnico: per il futuro sarà decisivo il finale di stagione. L’allenatore milanista nella sfida contro il Napoli ha raggiunto Arrigo Sacchi come numero di panchine in rossonero, ben 220 presenze in tutte le competizioni. Ma sotto il profilo dei punti ha addirittura fatto meglio rispetto ad una leggenda come Sacchi. L’ex mister dei rossoneri in 220 partite ha ottenuto 113 vinte, 69 pareggi e 38 sconfi tte. Percentuale vittorie del 51,36%. Per Pioli invece nello stesso numero di partite ha ottenuto 121 vinte, 53 pareggi e 46 sconfi tte. La percentuale di vittorie è superiore, ovvero del 55%

Altre news di giornata:


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—) Pioli meglio di Sacchi. I numeri.


—) Rennes: momento magico. I punti di forza.


—) Milan: sempre più Pioli. Conte riapre al Napoli.


—) Capello:"Leao si eserciti al tiro. A Ibra cambiai postura".


—) Kjaer: piccolo problema muscolare. Thiaw convocato


—) Theo centrale col Rennes. Leao cerca gol. La formazione.
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Goro

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Tuttosport in edicola conferma le news che abbiamo riportato ieri e aggiunge: l’ultimo a esporsi in maniera decisa è stato ieri mattina il presidente Paolo Scaroni. Il numero uno rossonero, a “Radio Anch’io Sport” su Rai Radio 1, ha usato parole nette su Stefano Pioli: «Il suo futuro? Mutuo le parole sia di Furlani che di Ibrahimovic: noi abbiamo fiducia totale su Pioli e i risultati ce la stanno rafforzando questa fiducia. Quindi per il momento calma piatta su questo fronte». Come si suol dire, tre indizi fanno una prova, ma sull’argomento “futuro della panchina rossonera”, le prove in favore dell’attuale tecnico si stanno sommando. Negli ultimi dieci giorni sono arrivati due endorsement importanti per Pioli. Il 2 febbraio era stato Zlatan Ibrahimovic a far arrivare forte il suo pensiero: «Pioli è il nostro allenatore e siamo contenti di lui». Quindi, qualche giorno dopo (7 febbraio), ecco le parole dell’ad Giorgio Furlani: «Anche a me, come al mister, annoiano tanto le voci sulla panchina del Milan a febbraio. Pioli è il nostro allenatore - aveva detto -, la società è con lui, l’ha ripetuto anche Zlatan perché queste voci annoiano e infastidiscono. Siamo grati per quello che ha fatto fino ad adesso e per ora siamo fortunati ad averlo con noi». Chiaramente, le parole di oggi, il vento che spesso si alza sul pianeta calcio, possono essere spazzate via nel giro di qualche mese dai risultati, dunque sarebbe azzardato dare per certa la conferma di Pioli anche in vista della prossima stagione. Però, se fino a qualche settimana fa la sensazione era quella di un fine ciclo, con i profili di Thiago Motta, Farioli, Conte a spuntare periodicamente dietro le spalle di Pioli, qualcosa dalle parti di Milanello e Casa Milan ultimamente si inizia a percepire diversamente. Alcune prestazioni autunnali del Milan avevano fatto sorgere degli interrogativi sul gruppo: la squadra segue ancora Pioli? Beh, le ultime nove gare in campionato raccontano di un Milan capace di mettere insieme 7 vittorie e 2 pareggi, con un ritmo pari a Inter e Juventus. Inoltre, diversi senatori dello spogliatoio rossonero si sono schierati apertamente col tecnico. Ha cominciato Leao a fine 2023, si sono aggiunti Giroud e soprattutto Theo Hernandez che dopo il successo di Empoli il 7 gennaio disse senza giri di parole: «Siamo stati sempre con lui, quello che dice la gente non lo ascoltiamo». E il terzino francese, ha ripetuto idealmente questi concetti con l’esultanza di domenica sera dopo il gol a Napoli, quando mimando con le mani il gesto del “parlate, parlate”, ha voluto ribadire la compattezza del gruppo squadra. Il Milan oggi ha 52 punti, gli stessi che aveva dopo 24 giornate nel campionato ’21-22: allora era secondo dietro all’Inter di un punto, poi vinse lo scudetto. Oggi è utopistico pensare al traguardo massimo, ma continuare così non farebbe altro che rafforzare ancora di più la posizione di Pioli che in fondo, sabato scorso, ha spiegato quale sia la ricetta per conquistare quella fiducia che sembra aver perso fra i tifosi (qui pesano i cinque derby persi nel 2023 e l'Inter prima in classifica): «Vincere tutte le partite». Il tecnico ci sta provando e chissà se riceverà presto un'ulteriore pacca sulla spalla da parte di Gerry Cardinale: il numero uno di RedBird, infatti, potrebbe tornare a Milano (ma non ci sono conferme) per la gara di giovedì col Rennes.

Conte riapre al Napoli: Antonio Conte aspetta. Il futuro del tecnico salentino è uno dei grandi temi dell’estate 2024 (così come di José Morinho, per citare un altro totem). Dopo un anno sabbatico, vissuto con serenità dedicando tempo alla famiglia e agli amici, continuando comunque ad aggiornarsi guardando partite in televisione e allo stadio, Conte sarà uno degli “oggetti” del desiderio dei grandi club europei in vista della prossima stagione. A giugno inizierà un enorme domino, molte panchine importanti si libereranno e tanti top club potrebbero virare le proprie attenzioni verso Conte. Anzi, qualcuno ha già iniziato a farlo da tempo, vedi Aurelio De Laurentiis.

Non è un segreto che il presidente del Napoli abbia provato, a più riprese, a convincere Conte a prendere in mano la sua squadra dopo l’esperienza negativa con Garcia. Conte, però, dopo aver lasciato il Tottenham, ha preferito restare fermo: non aveva fretta di tornare subito in panchina ed entrare a stagione in corso non era nei suoi programmi. Detto ciò, i “no” a De Laurentiis non erano e non sono definitivi. Conte, come detto, non voleva subentrare e al tempo stesso voleva e vuole sposare un progetto che senta suo, nel quale sia coinvolto pienamente. Il Napoli a ottobre-novembre era ancora una creatura di Spalletti, una squadra reduce dallo scudetto, ma nel pieno di un’involuzione. A fine stagione tutto potrebbe cambiare e oggi il club partenopeo in Italia è probabilmente la società che più di altre potrebbe accontentare i desiderata di Conte. Non solo da un punto di vista economico - oggi quella non è però una priorità dell’ex ct azzurro -, ma anche progettuale. Conte alla Juventus, al Chelsea e all’Inter ha saputo ricostruire e portare al vertice società di grande livello che avevano bisogno di rilanciarsi. Il Napoli nelle ultime stagioni ha raggiunto uno standard elevato, ha vinto lo scudetto, però a giugno dovrà ripartire. Attenzione: la conferma di Mazzarri non è ancora da escludere, anche se la classifica non sorride, così come non si possono scartare altri profili per l’eventuale successione del tecnico di San Vincenzo. Detto ciò, De Laurentiis ha insistito tanto per Conte e tornerà a farlo. E questa volta potrebbe non trovare la porta chiusa. Sempre che Conte sia ancora a disposizione. Come detto a fine annata ci saranno molti movimenti in panchina. In Italia potrebbero cambiare allenatore anche Roma, Milan - i cui dirigenti però hanno fatto più volte intendere che, in caso di separazione da Pioli (altra opzione per il Napoli...), al momento non così scontata, potrebbero pensare a profili più emergenti - e chissà, la Juve se Allegri facesse una scelta a sorpresa. Tante società in Europa comunque cambieranno. Basti pensare agli addii già annunciati di Klopp a Liverpool e Xavi a Barcellona, due piazze dove però la filosofia di gioco di Conte potrebbe non sposarsi al meglio. Però ci saranno novità anche al Manchester United e al ricco e ambizioso Newcastle. E rimanendo in Premier, occhio alla possibile partenza di Arteta (Arsenal), in caso di chiamata da Barcellona. Così come potrebbero arrivare telefonate per Luis Enrique che libererebbero la panchina del Psg. In Germania, infine, sembra difficile pensare a una conferma di Tuchel al Bayern. Molti top club cambieranno a fine stagione e un top manager come Conte potrebbe fare gola a tanti.

Anche il Corsport conferma la notizia (evidentemente diffusa su Zoom da ieri NDR) e con lo stesso titolo: Il Milan è con Pioli:"Fiducia totale". Da Scaroni e Ibra a Furlani tutti con il tecnico: per il futuro sarà decisivo il finale di stagione. L’allenatore milanista nella sfida contro il Napoli ha raggiunto Arrigo Sacchi come numero di panchine in rossonero, ben 220 presenze in tutte le competizioni. Ma sotto il profilo dei punti ha addirittura fatto meglio rispetto ad una leggenda come Sacchi. L’ex mister dei rossoneri in 220 partite ha ottenuto 113 vinte, 69 pareggi e 38 sconfi tte. Percentuale vittorie del 51,36%. Per Pioli invece nello stesso numero di partite ha ottenuto 121 vinte, 53 pareggi e 46 sconfi tte. La percentuale di vittorie è superiore, ovvero del 55%

Altre news di giornata:


—) Leao: lo specchio 10 volte in 24 giornate...


—) Milan S. Donato: dibattito e ottimismo. San Siro...


—) Rinascita Milan: obiettivo record punti ed EL.


—) Pioli meglio di Sacchi. I numeri.


—) Rennes: momento magico. I punti di forza.


—) Milan: sempre più Pioli. Conte riapre al Napoli.


—) Capello:"Leao si eserciti al tiro. A Ibra cambiai postura".


—) Kjaer: piccolo problema muscolare. Thiaw convocato


—) Theo centrale col Rennes. Leao cerca gol. La formazione.
Ammesso che ci sia qualcosa di concreto tra Conte e il Milan, mantenere Pioli sarebbe l'ennesima sliding doors di questi ultimi due anni. Mandarlo via è il primo passo per la (ri)crescita di questa squadra.
 
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Il tema è il solito, questa dirigenza, anche per ragioni societarie relative ad un potenziale ingresso di un nuovo investitore, non prenderà mai una decisione prima di maggio. Di conseguenza il destino è nelle mani di Pioli. Se arriva secondo e raggiunge una semifinale di EL da cui esce a testa alta secondo voi sarebbe cacciato?

Quello che terrorizza Furlani, Moncada e D'Ottavio è la scelta del nuovo allenatore perchè, escluso Conte, che è un discorso già affrontato più volte, non saprebbero a che santo votarsi. Il fatto che abbiano sondato Lopetegui, come confermato da autorevoli fonti di mercato, dà l'idea di quali siano le alternative a Pioli, il quale rispetto a Glasner e lo spagnolo è Brain Clough.

Lo scoglio potrebbe essere rappresentato dall'anno di contratto in scadenza. Conoscendoli, dubito fortemente lo confermerebbero con tanto di rinnovo, anche perché non credo siano entusiasti dell'accordo economico concordato con il vecchio Direttore dell'area tecnica. Il loro obiettivo potrebbe essere tirare a campare un altro anno e poi nel 2025 prendersi un tecnico straniero o giovane alla metà di quello che prende ora l'allenatore di Parma. Bisogna capire se Pioli, che a quanto pare fa gola a Roma e Napoli, accetterà di fermarsi un altro anno sapendo però di non essere rinnovato o se invece magari proverà ad intraprendere un'altra strada.

P.S.: se la Juve arriva terza, il ritorno di Conte diventa persino probabile. Allegri, da allenatore-aziendalista per antonomasia dai tempi del Milan, sarebbe perfetto per Napoli.
Trovo il tuo scenario complessivo molto, molto credibile.
 
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