Fuortes: "Mi dimetto. Non sono più libero di scegliere."

Toby rosso nero

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Sono arrivate le dimissioni ufficiali dell'AD della Rai, il draghiano Carlo Fuortes.

Le sue parole:

"Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l'Azienda.

Ma non posso, pur di arrivare all'approvazione in Cda dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell'operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell'etica di un'azienda pubblica. Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato."
 

fabri47

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Sono arrivate le dimissioni ufficiali dell'AD della Rai, il draghiano Carlo Fuortes.

Le sue parole:

"Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l'Azienda.

Ma non posso, pur di arrivare all'approvazione in Cda dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell'operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell'etica di un'azienda pubblica. Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato."
Dagospia: Fuortes si è dimesso con la consapevolezza che il San Carlo lo vedrà con il binocolo per motivi burocratici (visti anche i ricorsi e le dispute legali). Tornerà a fare il manager.
 

gabri65

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Sono arrivate le dimissioni ufficiali dell'AD della Rai, il draghiano Carlo Fuortes.

Le sue parole:

"Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l'Azienda.

Ma non posso, pur di arrivare all'approvazione in Cda dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell'operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell'etica di un'azienda pubblica. Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato."

Bella roba avete fatto vedere. Proprio bella roba.

Scandaloso ridurre un servizio pubblico così, mafiosi delinquenti che non siete altro. Ringraziate che viviamo nel degrado autorizzato, altrimenti in un paese normale penzolereste da qualche forca.
 

fabri47

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Sono arrivate le dimissioni ufficiali dell'AD della Rai, il draghiano Carlo Fuortes.

Le sue parole:

"Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l'Azienda.

Ma non posso, pur di arrivare all'approvazione in Cda dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell'operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell'etica di un'azienda pubblica. Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato."

Dagospia: Fuortes si è dimesso con la consapevolezza che il San Carlo lo vedrà con il binocolo per motivi burocratici (visti anche i ricorsi e le dispute legali). Tornerà a fare il manager.
Evidentemente, il clima era così aspro che lo ha spinto a dimettersi nonostante tutto. E come detto da lui, ha fatto capire che non voleva fare lo zerbino della Meloni e, dunque, togliere il suo amato Coletta.

Ah, intanto Pino Insegno non sarà presente come invece annunciato ieri all'evento di quello del cdx che si candidava ad Ancora. Segno che è vicinissimo al ritorno in Rai e, dunque, non serve più fare il megafono politico per non sporcarsi le mani ulteriormente.
 

fabri47

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Evidentemente, il clima era così aspro che lo ha spinto a dimettersi nonostante tutto. E come detto da lui, ha fatto capire che non voleva fare lo zerbino della Meloni e, dunque, togliere il suo amato Coletta.

Ah, intanto Pino Insegno non sarà presente come invece annunciato ieri all'evento di quello del cdx che si candidava ad Ancora. Segno che è vicinissimo al ritorno in Rai e, dunque, non serve più fare il megafono politico per non sporcarsi le mani ulteriormente.
Ancona* .
 

fabri47

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Il Messaggero: Per il valzer delle nomine, si comincia questa settimana o, al massimo, nella prossima. Dati praticamente per certi tutti i nomi fatti nelle ultime settimane (Sergio AD, Rossi DG per poi prendere il posto di Sergio nel 2024, Ciannamea nell'intrattenimento Prime Time al posto di Coletta che passerà al marketing, Chiocci al TG1 ecc.). Il centrodestra per il cambio di narrazione punterà sul ritorno in Rai di Nicola Porro.
 

fabri47

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Il Messaggero: Per il valzer delle nomine, si comincia questa settimana o, al massimo, nella prossima. Dati praticamente per certi tutti i nomi fatti nelle ultime settimane (Sergio AD, Rossi DG per poi prendere il posto di Sergio nel 2024, Ciannamea nell'intrattenimento Prime Time al posto di Coletta che passerà al marketing, Chiocci al TG1 ecc.). Il centrodestra per il cambio di narrazione punterà sul ritorno in Rai di Nicola Porro.
Ciannamea è vicino alla Lega che simpatizza Amadeus. Per me un altro anno l'interista se lo fa.
 

fabri47

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Il Messaggero: Per il valzer delle nomine, si comincia questa settimana o, al massimo, nella prossima. Dati praticamente per certi tutti i nomi fatti nelle ultime settimane (Sergio AD, Rossi DG per poi prendere il posto di Sergio nel 2024, Ciannamea nell'intrattenimento Prime Time al posto di Coletta che passerà al marketing, Chiocci al TG1 ecc.). Il centrodestra per il cambio di narrazione punterà sul ritorno in Rai di Nicola Porro.

Ciannamea è vicino alla Lega che simpatizza Amadeus. Per me un altro anno l'interista se lo fa.
A Sanremo intendo. Sperando che facciano uno "spettacolo" meno degradante e schifoso della roba vista negli ultimi anni.
 
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Sono arrivate le dimissioni ufficiali dell'AD della Rai, il draghiano Carlo Fuortes.

Le sue parole:

"Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l'Azienda.

Ma non posso, pur di arrivare all'approvazione in Cda dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell'operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell'etica di un'azienda pubblica. Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato."
Spiaze. Veramente tanto. Nel mio paese ideale, seguirebbe l'abolizione di quel ca**o di canone.
 
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la RAI, come ogni broacaster pubblico non ha più senso di esistere nel 2023. Aveva sicuramente senso prima. Togliamo il canone, e facciano quello che vogliono poi.
 
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