E' concettualmente una stupidata, perchè in Italia esistono delle differenze enormi nei costi della vita tra città grandi e piccoli centri, Nord e Sud. Non credo sia corretto dare 780 euro ad un disoccupato che vive a Milano come ad uno che vive a Caltanissetta, è ovvio che nel primo caso non avrai neppure i soldi per mangiare, mentre nel secondo costituiranno un supporto più che sufficiente, anzi esagerato.
Il contributo ai progetti sociali del Comune è di 8 ore settimanali, se permetti è ridicolo. Tra l'altro, vivendo in Italia, puoi già immaginare come molti riusciranno a sviare queste poche ore di lavoro. Chi accerterà poi la "palese volontà" di ottenere esito negativo sui 3 colloqui di lavoro che comporterebbe la perdità del reddito di cittadinanza? Come si valuterà la "ricerca attiva del lavoro per almeno 2 ore al giorno"? Vogliamo credere veramente che qualcuno in Italia comunicherà tempestivamente "qualsiasi variazione del reddito" senza il rischio di subire gravissime sanzioni, non solo pecuniarie, in caso di mancata notifica?
Inoltre la copertura dei costi è in gran parte teorica (tagli difficilmente accertabili nella spesa pubblica locale, 1 miliardo dall'aumento del Preu, la non cumulabilità dei redditi autonomi o dipendenti che si tramuterà in lavoro nero, eliminazione della tax expenditure per certi redditi etc..), il rischio di avere molto meno di quei 9 milioni stanziati è altissimo e sarebbero grossi dolori se non si riuscissero a trovare.
Esistono già degli strumenti a sostegno di chi si trova in difficoltà o è sotto la soglia di povertà (tra l'altro, ripeto, è tutto relativo perchè a Milano un pensionato con la pensione minima di 800 euro non campa se non ha la casa di proprietà) ad iniziare per esempio dall'assegno di disocupazione (abusato già da molti furbetti che lavorano per brevi periodi per poi vivacchiare sulle spalle di mamma-stato fin che possono), non capisco quindi perchè aggiungere una nuova forma di sostentamento come questa, tra l'altro pericolosissima per le casse dello stato.
Rimango dell'idea che la crescita ci possa essere solo attraverso incentivi per le aziende, detassazione, aliquote fiscali riviste (esattamente nella direzione opposta di quella di Berlusconi), formazione nelle università, non certo attraverso regali e favori che sono certo finiranno per avvantaggiare, come sempre, certi e sfavorire altri.