Zazzaroni:"Ac Milan trading center. Chi spiega questa trasformazione?".

Registrato
28 Agosto 2012
Messaggi
3,355
Reaction score
1,263
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
Di una cosa non possiamo lamentarci: questi farabutti hanno detto sin dal principio che il loro modus operandi si basava sul moneyball. Stupirsi solo ora dello scempio agonistico di cui siamo vittime è fuoriluogo.
 
Registrato
15 Luglio 2015
Messaggi
7,556
Reaction score
4,836
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
Un giornalista vero andrebbe oltre e direbbe che a suo parere Tare e Allegri dovrebbero dimettersi. Uno chiede Vlahovic e Rabiot e gli arrivano Harder e nessuno. L'altro è stato probabilmente umiliato in ogni fase del mercato. Un giornalista vero lo scrive.
 

7AlePato7

Senior Member
Registrato
3 Settembre 2012
Messaggi
27,776
Reaction score
17,623
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
Facessero un appello alla politica: fate una legge e mandate via questi fondi speculativi. Anzichè prendervela con la pirateria, domandatevi chi è che realmente sta distruggendo scientemente il prodotto "calcio italiano". Queste proprietà eccessivamente interessate all'aspetto finanziario con campagne acquisti troppo al risparmio rovinano l'esperienza del tifoso e pregiudicano la qualità del calcio italiano. Se non si acquistano giocatori migliori la colpa è di Redbird, è di Elliott, è di Furlani. Fuori dalle scatole questa gente.
 
Registrato
28 Agosto 2012
Messaggi
12,990
Reaction score
4,387
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
Zazzaroni è amico di acciuga, quindi scrive per conto suo :rolleyes2:
 
Registrato
13 Luglio 2016
Messaggi
3,630
Reaction score
658
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
Immagine 2025-08-26 110737.png
 

Ruuddil23

Senior Member
Registrato
27 Gennaio 2017
Messaggi
7,846
Reaction score
2,467
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg

Il problema caro Zazza (svegliatosi ma non del tutto) è che la fase del "conti a posto e rivendita" sarebbe passata da un pezzo, grazie al lavoro di Maldini e Massara, ma qualcuno ha pensato bene di continuare a speculare e spolpare il Milan fino all'osso. Meno male che al fatto che redbird sia solo un prestanome ci sei arrivato
 

Lineker10

Senior Member
Registrato
20 Giugno 2017
Messaggi
32,583
Reaction score
19,983
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
Quello di oggi non è il Milan.
Il Milan non esiste piu.

Potremmo indossare maglie gialle e cambiare nome (magari pure città), per loro andrebbe benissimo.
 

Jino

Senior Member
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
61,312
Reaction score
8,290
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg

Alleluia, Zazza...finalmente dici quello che pensi, quello che oramai è palese....

Tare comunque per me rimane la più grande delusione, lo consideravo un uomo libero, che una volta arrivato sarebbe stato solo per avere mano libera...invece porta solo avanti le operazioni decise da Moncada...pazzesco.
 

Similar threads

Alto