Zazzaroni:"Ac Milan trading center. Chi spiega questa trasformazione?".

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
243,112
Reaction score
45,517
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
 
Ultima modifica:

Zenos

Senior Member
Registrato
30 Agosto 2012
Messaggi
28,175
Reaction score
17,967
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.
Ben svegliato. Piano piano ci arrivano tutti. Con calma,stanno solo infangando 100 anni di storia del calcio italiano.
 

Rudi84

Junior Member
Registrato
26 Ottobre 2020
Messaggi
3,388
Reaction score
3,505
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.
Davvero? Meno male che c'è capelli fluenti a dircelo
 
Registrato
27 Ottobre 2018
Messaggi
2,682
Reaction score
1,778
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.
Zazzaroni è proprio una delle ultime persone con cui intrattenere una discussione, ma su quello che ha scritto, non si può dire nulla perché ha pienamente ragione
 
Registrato
22 Marzo 2017
Messaggi
4,038
Reaction score
1,212
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
Ecco quello furbo della cucciolata, lo diciamo da anni che siamo tutto tranne che un progetto sportivo, se penso che sta gente viene pure pagate e bene mi viene da ridere
 

AndrasWave

Member
Registrato
27 Agosto 2012
Messaggi
1,408
Reaction score
388
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg

Ben risvegliato Zazzaroni.
Pian piano ce la stanno facendo tutti a capire. Ovviamente non aspettiamoci che lo facciano i giornalisti in sala stampa. Quelli fanno finta di non capire, perchè fanno parte del gioco.
 

kipstar

Senior Member
Registrato
14 Luglio 2016
Messaggi
18,166
Reaction score
2,693
beh..è bello vedere che si analizzano i fatti senza dare astruse interpretazioni.
E' così. Ma non mi pare che ci sia nullla nè di nuovo nè di nascosto.
questa squadra non è costruita per vincere a tutti costi. il che sta cosa può andare da: non vincere per nulla per anni.....all'andare ogni tanto in europa.....oppure se capita il miracolo come nel 22 di vincere lo scudetto....

ma i tifosi lo sanno bene. solo che si continua a tifare perché è una fede. Ma non vuol dire che continuare a tifare sia perchè va tutto bene.....
 

Ringhio8

Senior Member
Registrato
14 Febbraio 2020
Messaggi
10,982
Reaction score
6,605
Zazzaroni dal CorSport sul mercato del Milan:

Quando una società non esita a vendere il suo miglior giocatore (Reijnders al City) per coprire il buco prodotto dalla mancata partecipazione alla Champions League, il sospetto nasce. E quando la stessa società cede un difensore normale (Thiaw al Newcastle) per 40 milioni e decide di spenderne la metà per sostituirlo con un difensore altrettanto normale (De Winter), il sospetto cresce. Ma quando poi la società, sempre lei, pensa di risolvere il problema del centravanti con una riserva ventenne dello Sporting Lisbona, beh, il sospetto si rafforza fino a diventare certezza. Questo Milan tanto Elliott e un po’ Red Bird sta facendo il possibile per ricordarci di avere una priorità: i conti a posto. Per ottenere i quali si concentra prevalentemente sul trading, trascurando lo “strengthening”, ossia il rafforzamento della squadra. E invece l’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di rispettare il nome che porta (Milan) offrendo a un tecnico pluriscudettato (Allegri) e a una tifoseria presentissima e attiva un organico da titoli, almeno potenzialmente. Nella prima campagna acquisti affidata a Tare, uno tra i migliori operatori di mercato d’Europa, non riesco ancora a riconoscere la sua mano: è come se Igli fosse frenato, trattenuto, stretto fra paletti societari non abbattibili. Questo Milan - Tare lo sa bene - aveva assoluto bisogno di un grande difensore e un centravanti di livello e invece si ritrova senza l’uno e l’altro, ma - ad esempio - con tre play per il solo campionato: Modric, Jashari e Ricci. Il motivo è semplice: l’ex torinista, pagato 27 milioni e, per carità, buon giocatore, era stato prenotato a gennaio quando Allegri e Tare non erano nemmeno delle ipotesi. Il punto è quello che ho tentato di spiegare più volte ponendo anche domande a Furlani che non hanno mai ottenuto risposte: può il Milan diventare una società di trading? Chi spiega a tifosi che hanno vinto tanto questa trasformazione? La mission di un fondo (Elliott) è quella di gestire l’asset rilevato, ripulirlo di una grossa parte dei debiti e infine rivenderlo. Nel frattempo però la competitività va a farsi friggere. Spero di sbagliare ma, se così non fosse, una società che si rispetti, importante come il Milan, dovrebbe innanziutto chiarire ai tifosi come stanno effettivamente le cose e la filosofia alla quale si ispira, quali gli obiettivi reali. PS. Dopo la sconfitta con la Cremonese Allegri ha rimproverato ai suoi di non avere il veleno, il carattere da grande squadra. «Tutto è veleno, e nulla è veleno», diceva Paracelso. «È la dose che fa il veleno». Ma la dose costa e non si rivende.

milan-zazzaroni-tare-furlani-allegri.jpeg
Alla buonora eh
 

Similar threads

Alto