Y. Li: onorati tutti gli impegni col Milan, nonostante il NY Times.

Djici

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No, visto che sei cosi sicuro lo sto chiedendo a te? Quale il patrimonio personale di Silvio? Non mettere in mezzo fininvest ovviamente visto che ha ceduto piu della meta delle quote ai figli e cmq prende soldi solo dai dividendi quando ci sono. nel 2015 cmq ha fatto 220 milioni di utile la fininvest, il milan perdeva 80 milioni all'anno e aveva 200 milini di debiti come mai?. fai te i conti :D

Aveva i debiti perche NON VOLEVA spendere soldi, non certo perche non poteva spendere.
 

Casnop

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Perdonami ma nel tuo discorso vedo molti luoghi comuni e dai per scontato cose che i fatti smentiscono. Soprattutto appare chiaro che non ritieni meritevole di attenzione un inchiesta come quella del Times. Francamente non ne capisco il motivo. Soprattutto non capisco il perché fai quasi passare pure il Times come parte integrante di un presunto complotto disinformativo ai danni del Milan. La domanda che mi farei é: perché questi cinesi che si nascondono nell'ombra rischierebbero di finire in mano ad un fondo americano come Elliott ed eventualmente in mano ad un altro fondo americano come Highbridge peraltro dovendigli restituire una cifra superiore a quella dovuta a Singer anche se in tempi più dilatati? Dov'é il senso di tutto ciò? Perdonami ma la storia dei capitali bloccati dalla Cina non sta più in piedi. Perché Suning sta immettendo ingenti capitali nell'Inter attraverso società controllate. Per loro non c'è il blocco? Loro stanno avviando progetti edilizi a Milano per il nuovo centro sportivo e vogliono intervenire su San Siro. Per loro i blocchi non valgono? Hanno recentemente stipulato un accordo con Evergrande per una collaborazione che certamente interesserà anche i cugini. Anche per Evergrande non valgono i blocchi? Quale l'interesse di una azienda nel rimanere nell'ombra acquisendo il Milan con tutta la visibilità che può dare? Non esiste. Non c'è un solo buon motivo per non avete chiara quale sia la struttura della nostra proprietà. Sai anche tu che ad oggi i più grandi problemi che potremmo avere con UEFA e fondi per rifinanziare sono i dubbi sulla solidità della proprietá. Perché non fare chiarezza se si fa solo danno al proprio investimento senza chiarimenti inequivocabili? Forse perché non ci sono garanzie da dare? Perché Goldman, Merryll eccetera ci hanno detto no? Io un dubbio comincio ad averlo. Non capisco perché non lo hai anche tu che davvero puoi dare lezioni a tutti su questioni di qualunque tipo. Con rispetto.
Ma no, caro krull. Anzi, ti dirò di più: sono più che persuaso che queste notizie su aspetti personali di Mr. Li, per il cui reperimento i cronisti di NYT non hanno dovuto compiere sforzi immani, semplicemente avendole chieste a Paul Singer, che gliele ha date (è l'unico, guarda caso, tra i soggetti potenzialmente informati, a cui non sia stato chiesto un commento), siano altamente probabili. La loro rilevanza, ai fini del rispetto dei requisiti di onorabilità previsti dalle NOIF di FIGC, è inesistente, considerato anche il poco meritorio precedente presidenziale del Milan del trentennio. L'inchiesta è sicuramente pregevole, sono i contenuti che paiono limitati, ché non spiegano affatto il problema della bancabilita' di Mr. Li. Davvero si pensa che un banchiere americano possa aver accettato, al fine di finanziare a breve per oltre 300 milioni di euro un oscuro finanziere cinese, la garanzia reale offerta da miniere di fosfati in Cina di sua proprietà, che tale non è risultata, dice il New York Times? Si ha idea di cosa significhi una ipotetica azione esecutiva su un bene immobile in Cina, dinanzi a tribunali civili cinesi, da parte di un americano? L'inferno giudiziario, tra convenzioni internazionali, sistema di guarentigie, rappresentanze legali e diplomatiche, inaccessibilità di canali finanziari americani. Impossibile condurre a termine questa azione, ed ipotizzarlo declina la totale ignoranza ed incompetenza di chi muove questa ipotesi. No, amico mio: Paul Singer ha bancato Mr. Li con una operazione chiusa in venti giorni, acquisendo garanzie reali su quote e ricavi del Milan, ovvero rilevando factoring su crediti da concessioni, e per il resto ha ottenuto da Li garanzie finanziarie a prima richiesta da advisors, come Rotschild, che sguazzano nel mare della finanza offshore. E qui squarciamo, come già fatto nel precedente post, il velo di Maya: si chiami Li o Zhang, o si tratti di Huarong o SDIC, la ricchezza cinese fluttua su percorsi non tracciabili con le normale coordinate bancarie, ed i bravi cronisti di New York Times sanno, o dovrebbero sapere. È ricchezza accumulata, per consapevole scelta omissiva di Pechino, fuori dai circuiti finanziari tradizionali. È a Cayman, Vergini Britanniche, Panama, Singapore, Hong Kong, Saint Kitts and Nevis, Macao, Taiwan, laddove non arrivano le centrali informative americane. Le garanzie sono arrivate a Singer da lì, ed egli le ha accettate come strumento legittimo di transazione finanziaria, in uno scambio di flussi il cui terminale operativo è una società offshore legata al fondo Elliott. Scandaloso? Per Pechino è normale prassi, legittimata da un principio ideologico di contrapposizione al sistema bancario controllato da Washington, che la Cina rifiuta di principio alla fonte. In Europa, a valle, arrivano i frutti complessi di un sistema di emersione di capitale arricchito da rendite finanziarie non assoggettate ad alcun tributo sulla piazza offshore di transito, verso cui l'atteggiamento di Pechino è di indifferenza politica e fiscale. Di fronte alla immensità, complessità ed apparente irresolubilita' di questo tema, ovvero come combattere la ricchezza finanziaria che scorre come un fiume sotterraneo sotto i nostri piedi, sottraendo risorse al mondo di sopra, che sopravvive indebitandosi con quel sistema, nella misura in cui esso, riemergendo, finanzia il circuito bancario che pompa quel debito, che è anche e soprattutto debito degli Stati (il 24 per cento dei titoli del mostruoso debito pubblico americano è cinese), la sorte della fosfatara di Yonghong e famiglia, consentimi, è oppio per i popoli affezionati lettori del Times. Li andrà giudicato per i fatti, ed i fatti attengono alla mostruosa operazione a leva che ha concepito per il club, e che concettualmente può essere valutata solo a posteriori, ovvero come essa supererà la fatidica soglia di 1,6 (fatto 100 l'indebitamento, una capitalizzazione del club di 260 per la quota cedibile di azioni per garantire il ROI senza perdere il controllo del club: ad occhio e croce, almeno 3,5-4 miliardi di euro di market cap del club a cinque anni, una enormità, ora) che rende agibile il leveraged buy out che ha messo in piedi. Da buoni cinesi, con la coazione a ripetere, attendiamo sulla riva che passino davanti a noi i fatti, e per quelli giudicheremo.
Un'ultima cosa: eviterei i paragoni con Zhang, l'investimento a leva del fosfataro cuba ad oggi a più del doppio di quello di Suning, dimensioni diverse, e modalità diverse. Situazioni non comparabili. Si vedrà. :)
 

krull

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Ma no, caro krull. Anzi, ti dirò di più: sono più che persuaso che queste notizie su aspetti personali di Mr. Li, per il cui reperimento i cronisti di NYT non hanno dovuto compiere sforzi immani, semplicemente avendole chieste a Paul Singer, che gliele ha date (è l'unico, guarda caso, tra i soggetti potenzialmente informati, a cui non sia stato chiesto un commento), siano altamente probabili. La loro rilevanza, ai fini del rispetto dei requisiti di onorabilità previsti dalle NOIF di FIGC, è inesistente, considerato anche il poco meritorio precedente presidenziale del Milan del trentennio. L'inchiesta è sicuramente pregevole, sono i contenuti che paiono limitati, ché non spiegano affatto il problema della bancabilita' di Mr. Li. Davvero si pensa che un banchiere americano possa aver accettato, al fine di finanziare a breve per oltre 300 milioni di euro un oscuro finanziere cinese, la garanzia reale offerta da miniere di fosfati in Cina di sua proprietà, che tale non è risultata, dice il New York Times? Si ha idea di cosa significhi una ipotetica azione esecutiva su un bene immobile in Cina, dinanzi a tribunali civili cinesi, da parte di un americano? L'inferno giudiziario, tra convenzioni internazionali, sistema di guarentigie, rappresentanze legali e diplomatiche, inaccessibilità di canali finanziari americani. Impossibile condurre a termine questa azione, ed* ipotizzarlo declina la totale ignoranza ed incompetenza di chi muove questa ipotesi. No, amico mio: Paul Singer ha bancato Mr. Li con una operazione chiusa in venti giorni, acquisendo garanzie reali su quote e ricavi del Milan, ovvero rilevando factoring su crediti da concessioni, e per il resto ha ottenuto da Li garanzie finanziarie a prima richiesta da advisors, come Rotschild, che sguazzano nel mare della finanza offshore. E qui squarciamo, come già fatto nel precedente post, il velo di Maya: si chiami Li o Zhang, o si tratti di Huarong o SDIC, la ricchezza cinese fluttua su percorsi non tracciabili con le normale coordinate bancarie, ed i bravi cronisti di New York Times sanno, o dovrebbero sapere. È ricchezza accumulata, per consapevole scelta omissiva di Pechino, fuori dai circuiti finanziari tradizionali. È a Cayman, Vergini Britanniche, Panama, Singapore, Hong Kong, Saint Kitts and Nevis, Macao, Taiwan, laddove non arrivano le centrali informative americane. Le garanzie sono arrivate a Singer da lì, ed egli le ha accettate come strumento legittimo di transazione finanziaria, in uno scambio di flussi il cui terminale operativo è una società offshore legata al fondo Elliott. Scandaloso? Per Pechino è normale prassi, legittimata da un principio ideologico di contrapposizione al sistema bancario controllato da Washington, che la Cina rifiuta di principio alla fonte. In Europa, a valle, arrivano i frutti complessi di un sistema di emersione di capitale arricchito da rendite finanziarie non assoggettate ad alcun tributo sulla piazza offshore di transito, verso cui l'atteggiamento di Pechino è di indifferenza politica e fiscale. Di fronte alla immensità, complessità ed apparente irresolubilita' di questo tema, ovvero come combattere la ricchezza finanziaria che scorre come un fiume sotterraneo sotto i nostri piedi, sottraendo risorse al mondo di sopra, che sopravvive indebitandosi con quel sistema, nella misura in cui esso, riemergendo, finanzia il circuito bancario che pompa quel debito, che è anche e soprattutto debito degli Stati (il 24 per cento dei titoli del mostruoso debito pubblico americano è cinese), la sorte della fosfatara di Yonghong e famiglia, consentimi, è oppio per i popoli affezionati lettori del Times. Li andrà giudicato per i fatti, ed i fatti attengono alla mostruosa operazione a leva che ha concepito per il club, e che concettualmente può essere valutata solo a posteriori, ovvero come essa supererà la fatidica soglia di 1,6 (fatto 100 l'indebitamento, una capitalizzazione del club di 260 per la quota cedibile di azioni per garantire il ROI senza perdere il controllo del club: ad occhio e croce, almeno 3,5-4 miliardi di euro di market cap del club a cinque anni, una enormità, ora) che rende agibile il leveraged buy out che ha messo in piedi. Da buoni cinesi, con la coazione a ripetere, attendiamo sulla riva che passino davanti a noi i fatti, e per quelli giudicheremo.
Un'ultima cosa: eviterei i paragoni con Zhang, l'investimento a leva del fosfataro cuba ad oggi a più del doppio di quello di Suning, dimensioni diverse, e modalità diverse. Situazioni non comparabili. Si vedrà. :)

Casnop al di lá del tuo intervento come sempre argomentato ti sfugge una cosa. Elliott ha in mano il Milan. Per una cifra irrisoria rispetto al suo potenziale. Gli basta questo come garanzia anche perché, di fatto, é l'unica garanzia effettivamente ricevuta. In ogni caso é palese che se c'è qualcuno dietro Li (ed é un SE gigantesco) non é certamente il governo cinese o una sua controllata proprio per i motivi elencati nel mio post precedente. Nessuno avrebbe interesse ad acquisire una società di calcio se non per un ritorno di immagine. Soprattutto in Italia. Soprattutto il Milan che brucia soldi da 20 anni e da 10 é fuori dal calcio che conta. Non c'é una sola buona ragione nel credere che dietro Li ci sia un colosso.
 
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Vedo troppa sicurezza che ci siano i capitali perché hanno concesso i prestiti, giusto qualche tempo addietro c'è stato uno scandalo in Cina perché le banche prestavano senza garanzie, nel mondo della finanza più che per altri ambienti vale il detto il più pulito ha la rogna, crack finanziari, bilanci truccati, banche esposte che devono essere salvate, ci sono troppe operazioni sconsiderate e azzardate per averne la certezza
 

Casnop

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Casnop al di lá del tuo intervento come sempre argomentato ti sfugge una cosa. Elliott ha in mano il Milan. Per una cifra irrisoria rispetto al suo potenziale. Gli basta questo come garanzia anche perché, di fatto, é l'unica garanzia effettivamente ricevuta. In ogni caso é palese che se c'è qualcuno dietro Li (ed é un SE gigantesco) non é certamente il governo cinese o una sua controllata proprio per i motivi elencati nel mio post precedente. Nessuno avrebbe interesse ad acquisire una società di calcio se non per un ritorno di immagine. Soprattutto in Italia. Soprattutto il Milan che brucia soldi da 20 anni e da 10 é fuori dal calcio che conta. Non c'é una sola buona ragione nel credere che dietro Li ci sia un colosso.
Perfettamente d'accordo con te. Questo, infatti, è un leveraged buy out. Come dicono gli americani, as an ant eats a lion. Quando la formica si mangia un leone. Questa non è roba da industriali, ma da finanzieri che dal nulla impiantano un progetto industriale, e lo pagano con i suoi potenziali ricavi. Compro un bene, e per farlo non spendo un centesimo, ma indebito il bene stesso. Chi erano Colaninno e Tecnost-Olivetti quando nel 1999 scalarono Telecom? Un soggetto sottocapitalizzato meno di un centesimo del colosso di Bernabè. Eppure. Piace questo? Lo scrivo da tre anni, quando ci provò il thailandese: di principio, no. Ma in finanza contano i fatti, e gli economisti che hanno correttamente predetto fatti sono finiti in miseria, o definiti Cassandre. Chi ha fatto il fenomeno dopo ha vinto, perché non chiacchierava sui massimi sistemi, ma era lì, sotto l'albero, con il sacco aperto, ad aspettare la caduta dei frutti. Vediamo chi si mette sotto il nostro albero. Non è detto che sia Li, ma al tifoso deve interessare se cadono i frutti, altrimenti è un guaio. :)
 
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