Ma no, caro krull. Anzi, ti dirò di più: sono più che persuaso che queste notizie su aspetti personali di Mr. Li, per il cui reperimento i cronisti di NYT non hanno dovuto compiere sforzi immani, semplicemente avendole chieste a Paul Singer, che gliele ha date (è l'unico, guarda caso, tra i soggetti potenzialmente informati, a cui non sia stato chiesto un commento), siano altamente probabili. La loro rilevanza, ai fini del rispetto dei requisiti di onorabilità previsti dalle NOIF di FIGC, è inesistente, considerato anche il poco meritorio precedente presidenziale del Milan del trentennio. L'inchiesta è sicuramente pregevole, sono i contenuti che paiono limitati, ché non spiegano affatto il problema della bancabilita' di Mr. Li. Davvero si pensa che un banchiere americano possa aver accettato, al fine di finanziare a breve per oltre 300 milioni di euro un oscuro finanziere cinese, la garanzia reale offerta da miniere di fosfati in Cina di sua proprietà, che tale non è risultata, dice il New York Times? Si ha idea di cosa significhi una ipotetica azione esecutiva su un bene immobile in Cina, dinanzi a tribunali civili cinesi, da parte di un americano? L'inferno giudiziario, tra convenzioni internazionali, sistema di guarentigie, rappresentanze legali e diplomatiche, inaccessibilità di canali finanziari americani. Impossibile condurre a termine questa azione, ed* ipotizzarlo declina la totale ignoranza ed incompetenza di chi muove questa ipotesi. No, amico mio: Paul Singer ha bancato Mr. Li con una operazione chiusa in venti giorni, acquisendo garanzie reali su quote e ricavi del Milan, ovvero rilevando factoring su crediti da concessioni, e per il resto ha ottenuto da Li garanzie finanziarie a prima richiesta da advisors, come Rotschild, che sguazzano nel mare della finanza offshore. E qui squarciamo, come già fatto nel precedente post, il velo di Maya: si chiami Li o Zhang, o si tratti di Huarong o SDIC, la ricchezza cinese fluttua su percorsi non tracciabili con le normale coordinate bancarie, ed i bravi cronisti di New York Times sanno, o dovrebbero sapere. È ricchezza accumulata, per consapevole scelta omissiva di Pechino, fuori dai circuiti finanziari tradizionali. È a Cayman, Vergini Britanniche, Panama, Singapore, Hong Kong, Saint Kitts and Nevis, Macao, Taiwan, laddove non arrivano le centrali informative americane. Le garanzie sono arrivate a Singer da lì, ed egli le ha accettate come strumento legittimo di transazione finanziaria, in uno scambio di flussi il cui terminale operativo è una società offshore legata al fondo Elliott. Scandaloso? Per Pechino è normale prassi, legittimata da un principio ideologico di contrapposizione al sistema bancario controllato da Washington, che la Cina rifiuta di principio alla fonte. In Europa, a valle, arrivano i frutti complessi di un sistema di emersione di capitale arricchito da rendite finanziarie non assoggettate ad alcun tributo sulla piazza offshore di transito, verso cui l'atteggiamento di Pechino è di indifferenza politica e fiscale. Di fronte alla immensità, complessità ed apparente irresolubilita' di questo tema, ovvero come combattere la ricchezza finanziaria che scorre come un fiume sotterraneo sotto i nostri piedi, sottraendo risorse al mondo di sopra, che sopravvive indebitandosi con quel sistema, nella misura in cui esso, riemergendo, finanzia il circuito bancario che pompa quel debito, che è anche e soprattutto debito degli Stati (il 24 per cento dei titoli del mostruoso debito pubblico americano è cinese), la sorte della fosfatara di Yonghong e famiglia, consentimi, è oppio per i popoli affezionati lettori del Times. Li andrà giudicato per i fatti, ed i fatti attengono alla mostruosa operazione a leva che ha concepito per il club, e che concettualmente può essere valutata solo a posteriori, ovvero come essa supererà la fatidica soglia di 1,6 (fatto 100 l'indebitamento, una capitalizzazione del club di 260 per la quota cedibile di azioni per garantire il ROI senza perdere il controllo del club: ad occhio e croce, almeno 3,5-4 miliardi di euro di market cap del club a cinque anni, una enormità, ora) che rende agibile il leveraged buy out che ha messo in piedi. Da buoni cinesi, con la coazione a ripetere, attendiamo sulla riva che passino davanti a noi i fatti, e per quelli giudicheremo.
Un'ultima cosa: eviterei i paragoni con Zhang, l'investimento a leva del fosfataro cuba ad oggi a più del doppio di quello di Suning, dimensioni diverse, e modalità diverse. Situazioni non comparabili. Si vedrà.