Se c’è un incendio io solidarizzo e scendo in campo con chi prova a spegnerlo, non con chi se ne sta col birillo in mano perché non crede che l’acqua possa spegnere il fuoco. Che non vuol dire che voglia rappresaglie o punizioni verso chi se n’è fregato dell’incendio, eh.
Ma, piaccia o non piaccia, nei libri di storia si parlerà di chi ha provato a fare qualcosa e chi non ha fatto nulla e il giudizio di condanna per i secondi sarà unanime: “la Storia non ha nascondigli, la Storia dà torto o dà ragione”.
Detto questo, da fautore dell’obbligo vaccinale dal principio(tolto il dente, tolto il dolore), adesso non condivido la stretta sui non vaccinati perché ormai mi sembra inutile: tra vaccinati e non vaccinati siamo a una percentuale di popolazione tale da poter terminare la fase epidemica ed entrare in quella endemica.
Se questa percentuale non è sufficiente, non saranno certo un paio di milioni in più di persone vaccinate a cambiare la situazione. Quindi l’accanimento diventa una questione ideologica che, al momento, ha poco a che fare con la tutela della collettività, cioè con l’unico bene per il quale è accettabile, entro certi limiti, l’imposizione al singolo.