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Il pugile italiano Guido Vianello, che si sta facendo strada tra i pesi massimi (ad oggi al numero 15 della classifica mondiale) lancia la sfida ai primi della classe:
Vianello, cosa ne pensa del match che, sabato notte, ha visto perdere Anthony Joshua (28-4-0) contro il meno quotato Daniel Dubois (22-2-0)?
Intanto vorrei fare tanti complimenti all’Inghiliterra per questa tappa del Ryadh Season: a Wembley sono arrivati 96mila spettatori, davvero tanti. Penso che per il pubblico sia stato un match spettacolare, culminato con la sconfitta per ko del pugile favorito. Quindi immagino che siano rimasti molto soddisfatti.
Ma sul piano tecnico?
Tecnicamente è stato un match povero. Si sono contrapposti due palestrati che se ne stavano immobili uno difronte all’altro. Colpi lenti e larghi, quasi nessuna combinazione, scarsa mobilità di gambe. Zero strategia. Non è certo un match che mi andrò a studiare, se voglio migliorare. Non sarà utile a farmi raggiungere il livello che mi sono prefissato.
Joshua è un pugile che aveva vinto tutto fino a poco fa. Lei ci combatterebbe?
Con Joshua? Ma pure domani ci combatterei
E Dubois? Pochi lo conoscevano prima di sabato notte...
Io lo conoscevo. Sei mesi fa ci ho fatto sparring mentre preparavo l’incontro con Efe Ajagba mentre lui, se ben ricordo, cominciava la preparazione per il match contro Filip Hrgovic (17-1-0). Ci eravamo accordati per alcuni sessioni, ma già dopo la prima, davanti ai miei colpi, era arretrati. Abbiamo fatto una seconda sessione e siamo stati alla pari ma poi non si è presentato. Mi avevano detto che si era infortunato ad una mano ma qualche settimana più tardi l’ho rivisto in palestra e ci tirava tranquillamente dei colpi.
Quindi si sentirebbe pronto a sfidarlo?
Da quell’episodio che sto raccontando sono trascorsi sei mesi duranti i quali ho combattuto contro Efe Ajagba (20-1-0) subendo una sconfitta che è stata molto più formativa di tante vittorie. E poi c’è stato l’ultimo match che ho disputato contro Arslanbek Makhmudov (19-2-0). È stato un mio piccolo capolavoro, e dico piccolo perché è stato il primo passo nel percorso che voglio intraprendere. Tra l’altro, a proposito di pugili da incontrare, mi piacerebbe combattere anche con Deontay Wilder (43-4-1)
E per tornare a Dubois?
Mi sento pronto anche a combattere con Dubois. E salirei sul ring con la convinzione di poterlo battere"
Vianello, cosa ne pensa del match che, sabato notte, ha visto perdere Anthony Joshua (28-4-0) contro il meno quotato Daniel Dubois (22-2-0)?
Intanto vorrei fare tanti complimenti all’Inghiliterra per questa tappa del Ryadh Season: a Wembley sono arrivati 96mila spettatori, davvero tanti. Penso che per il pubblico sia stato un match spettacolare, culminato con la sconfitta per ko del pugile favorito. Quindi immagino che siano rimasti molto soddisfatti.
Ma sul piano tecnico?
Tecnicamente è stato un match povero. Si sono contrapposti due palestrati che se ne stavano immobili uno difronte all’altro. Colpi lenti e larghi, quasi nessuna combinazione, scarsa mobilità di gambe. Zero strategia. Non è certo un match che mi andrò a studiare, se voglio migliorare. Non sarà utile a farmi raggiungere il livello che mi sono prefissato.
Joshua è un pugile che aveva vinto tutto fino a poco fa. Lei ci combatterebbe?
Con Joshua? Ma pure domani ci combatterei
E Dubois? Pochi lo conoscevano prima di sabato notte...
Io lo conoscevo. Sei mesi fa ci ho fatto sparring mentre preparavo l’incontro con Efe Ajagba mentre lui, se ben ricordo, cominciava la preparazione per il match contro Filip Hrgovic (17-1-0). Ci eravamo accordati per alcuni sessioni, ma già dopo la prima, davanti ai miei colpi, era arretrati. Abbiamo fatto una seconda sessione e siamo stati alla pari ma poi non si è presentato. Mi avevano detto che si era infortunato ad una mano ma qualche settimana più tardi l’ho rivisto in palestra e ci tirava tranquillamente dei colpi.
Quindi si sentirebbe pronto a sfidarlo?
Da quell’episodio che sto raccontando sono trascorsi sei mesi duranti i quali ho combattuto contro Efe Ajagba (20-1-0) subendo una sconfitta che è stata molto più formativa di tante vittorie. E poi c’è stato l’ultimo match che ho disputato contro Arslanbek Makhmudov (19-2-0). È stato un mio piccolo capolavoro, e dico piccolo perché è stato il primo passo nel percorso che voglio intraprendere. Tra l’altro, a proposito di pugili da incontrare, mi piacerebbe combattere anche con Deontay Wilder (43-4-1)
E per tornare a Dubois?
Mi sento pronto anche a combattere con Dubois. E salirei sul ring con la convinzione di poterlo battere"
