Vespignani:"Dire la verità. Non torneremo alla normalità a luglio".

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Vespignani:"Dire la verità. Non torneremo alla normalità a luglio".

Alessandro Vespignani, fisico italiano che lavora negli Usa, intervistato dal CorSera avverte:"La curva dell'Italia è in frenata e in discese, ma dobbiamo cominciare a dire agli italiani una verità scomoda. Mi rendo conto che è difficile farlo con un Paese praticamente in ginocchio, ma non possiamo illuderci di tornare alla completa normalità a giugno o a luglio. Queste sono le settimane in cui l’Italia deve dotarsi di un’infrastruttura di controllo che neanche immaginava fosse necessaria quattro settimane fa. Qui l’esempio è quello della Corea del Sud. Dovremo essere in grado di mantenere le cautele necessarie di distanza sociale, ma soprattutto di tracciare i casi positivi, eseguire i test per isolare le possibili persone infettate. Occorre essere in grado di fare i tamponi porta a porta".

"Il virus cambierà al nostra vita? Sì, sarà così. Per un lungo periodo, per esempio, viaggiare non sarà più come prima. Dobbiamo mettere in conto che prima di entrare in un altro Stato saremo costretti a fare la quarantena, a fornire determinate garanzie sanitarie e così via".

"Perchè un tasso di mortalità così alto in Italia? Ci sono diverse ragioni. Innanzitutto è un errore contare i morti in rapporto ai casi positivi. Non è quello il tasso di mortalità reale. Il numero di vittime che vediamo oggi si riferisce a persone che hanno contratto la malattia venti giorni fa. Se vogliamo fare un calcolo indicativo, dovremmo rapportare questo numero alla quota dei contagiati dello stesso periodo, di venti giorni fa appunto. Poi ci sono anche criteri diversi per classificare le cause di morte. Ma, se posso dire, ci sono altri parametri molto importanti. In Italia l’età mediana dei deceduti è 80 anni, mentre quelle delle persone che finiscono in ospedale è di 60. Significa che anche le fasce più giovani della popolazione sono a rischio ricovero".
 
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Alessandro Vespignani, fisico italiano che lavora negli Usa, intervistato dal CorSera avverte:"La curva dell'Italia è in frenata e in discese, ma dobbiamo cominciare a dire agli italiani una verità scomoda. Mi rendo conto che è difficile farlo con un Paese praticamente in ginocchio, ma non possiamo illuderci di tornare alla completa normalità a giugno o a luglio. Queste sono le settimane in cui l’Italia deve dotarsi di un’infrastruttura di controllo che neanche immaginava fosse necessaria quattro settimane fa. Qui l’esempio è quello della Corea del Sud. Dovremo essere in grado di mantenere le cautele necessarie di distanza sociale, ma soprattutto di tracciare i casi positivi, eseguire i test per isolare le possibili persone infettate. Occorre essere in grado di fare i tamponi porta a porta".

"Il virus cambierà al nostra vita? Sì, sarà così. Per un lungo periodo, per esempio, viaggiare non sarà più come prima. Dobbiamo mettere in conto che prima di entrare in un altro Stato saremo costretti a fare la quarantena, a fornire determinate garanzie sanitarie e così via".

"Perchè un tasso di mortalità così alto in Italia? Ci sono diverse ragioni. Innanzitutto è un errore contare i morti in rapporto ai casi positivi. Non è quello il tasso di mortalità reale. Il numero di vittime che vediamo oggi si riferisce a persone che hanno contratto la malattia venti giorni fa. Se vogliamo fare un calcolo indicativo, dovremmo rapportare questo numero alla quota dei contagiati dello stesso periodo, di venti giorni fa appunto. Poi ci sono anche criteri diversi per classificare le cause di morte. Ma, se posso dire, ci sono altri parametri molto importanti. In Italia l’età mediana dei deceduti è 80 anni, mentre quelle delle persone che finiscono in ospedale è di 60. Significa che anche le fasce più giovani della popolazione sono a rischio ricovero".

Quello che ci aspetta dopo mi fa paura.
Tornare a vivere e lavorare a distanza di sicurezza con mascherine e rispettando determinate normative non è da popolo italiano perchè noi italiani non siamo la corea.
Vorrei poi far notare due aspetti :
- turismo, cinema, viaggi, sport, concerti, bar, ristoranti, associazioni, ecc ecc ecc quanto tempo ci vorrà prima che possano tornare a riempire la nostra vita a pieno regime??
- e poi un altro fatto di cui in pochi parlano, tornare alla vita dentro un 'protocollo' dove tutto è rintracciabile vuol dire piegare di colpo tutto il lavoro in nero e distruggere tutte quelle attività che stavano in piedi a mala pena.
Occhio che milioni di italiani al sud rischiano di trovarsi senza lavoro.
Aumentare il potere del governo spacciandolo per tutela della salute porterà a sparire i fantasmi della produzione che forse può sembrare un bene ma farlo di colpo è una tragedia.
 

Ringhio8

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Quello che ci aspetta dopo mi fa paura.
Tornare a vivere e lavorare a distanza di sicurezza con mascherine e rispettando determinate normative non è da popolo italiano perchè noi italiani non siamo la corea.
Vorrei poi far notare due aspetti :
- turismo, cinema, viaggi, sport, concerti, bar, ristoranti, associazioni, ecc ecc ecc quanto tempo ci vorrà prima che possano tornare a riempire la nostra vita a pieno regime??
- e poi un altro fatto di cui in pochi parlano, tornare alla vita dentro un 'protocollo' dove tutto è rintracciabile vuol dire piegare di colpo tutto il lavoro in nero e distruggere tutte quelle attività che stavano in piedi a mala pena.
Occhio che milioni di italiani al sud rischiano di trovarsi senza lavoro.
Aumentare il potere del governo spacciandolo per tutela della salute porterà a sparire i fantasmi della produzione.

Volesse il cielo, il lavoro in nero è un cancro da estirpare, rovina aziende e lavoratori in regola, non me ne importa se uno in nero perde un lavoro che non avrebbe mai dovuto avere o se l'azienda che assume in nero fallisce, mi preoccupo invece di chi ha sempre fatto tutto secondo le leggi e si ritrova con la melma fino al collo.
 

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Quello che ci aspetta dopo mi fa paura.
Tornare a vivere e lavorare a distanza di sicurezza con mascherine e rispettando determinate normative non è da popolo italiano perchè noi italiani non siamo la corea.
Vorrei poi far notare due aspetti :
- turismo, cinema, viaggi, sport, concerti, bar, ristoranti, associazioni, ecc ecc ecc quanto tempo ci vorrà prima che possano tornare a riempire la nostra vita a pieno regime??
- e poi un altro fatto di cui in pochi parlano, tornare alla vita dentro un 'protocollo' dove tutto è rintracciabile vuol dire piegare di colpo tutto il lavoro in nero e distruggere tutte quelle attività che stavano in piedi a mala pena.
Occhio che milioni di italiani al sud rischiano di trovarsi senza lavoro.
Aumentare il potere del governo spacciandolo per tutela della salute porterà a sparire i fantasmi della produzione che forse può sembrare un bene ma farlo di colpo è una tragedia.

Lo dice (finalmente) un fisico che lavora in Usa. Noi qui lo diciamo da un mesetto buono. Come tutto il resto, che abbiamo ampiamente anticipato.

A meno di miracoli imprevisti ed improvvisi, la nostra vita non sarà mai più quella di prima. Dovremo convivere anni con sta melma, tra alti e bassi, tra chiusure continue e minime riaperture, fino a quando verrà trovato un vaccino. Sempre se verrà trovato.

Ma dopo anni passati così, non si tornerà comunque alla vita di prima. Questo è un modo di vivere (anzi, di non vivere) che ti cambia e ti segna per sempre. Tantissima gente impazzirà altri svilupperanno problemi psicologi, magari un pò più leggeri di una pazzia vera e propria. Aumenterà la fame e di conseguenza la delinquenza. La vita si svolgerà nel proprio nucleo familiare, al massimo nel proprio quartiere. Per disperazione e per necessità ci si fidanzerà tra vicini di casa (magari gente che si è sempre ignorata) in modo da avere un appiglio e uno sfogo a portata di mano, a livello sentimentale e sessuale.
 
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Volesse il cielo, il lavoro in nero è un cancro da estirpare, rovina aziende e lavoratori in regola, non me ne importa se uno in nero perde un lavoro che non avrebbe mai dovuto avere o se l'azienda che assume in nero fallisce, mi preoccupo invece di chi ha sempre fatto tutto secondo le leggi e si ritrova con la melma fino al collo.

Questo è chiaro ma attenzione perchè ogni volta che lo stato abbandona un cittadino c'è sempre lo stato parallelo pronto ad accoglierlo tra le sue braccia.
Mi hai capito benissimo.

Il mio dubbio è se lo stato è davvero pronto a fare una rivoluzione economica di tale portata e importanza.
Il momento storico lo impone, speriamo.
Volevo far notare che laddove prima i controlli erano tardivi e inefficienti e rientravano solo tra i controlli fiscali ora con l'aggravante della salute da tutelare i controlli saranno rigorosi e le sanzioni tempestive e pesanti.
Il lavoro in nero è tecnicamente morto , del resto quelli che stanno morendo di fame oggi non sono quelli che non sono in grado di giustificare la propria condizione di disoccupazione??(a meno che non percepiscono il reddito di cittadinanza)
 

6milan

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Secondo me anche questo fa parte integrante del piano. Con la scusa del virus inizieranno a controllarci tutti e legalmente
 
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Lo dice (finalmente) un fisico che lavora in Usa. Noi qui lo diciamo da un mesetto buono. Come tutto il resto, che ampiamente ampiamente anticipato.

A meno di miracoli imprevisti ed improvvisi, la nostra vita non sarà mai più quella di prima. Dovremo convivere anni con sta melma, tra alti e bassi, tra chiusure continue e minime riaperture, fino a quando verrà trovato un vaccino. Sempre se verrà trovato.

Ma dopo anni passati così, non si tornerà comunque alla vita di prima. Questo è un modo di vivere (anzi, di non vivere) che ti cambia e ti segna per sempre. Tantissima gente impazzirà altri svilupperanno problemi psicologi, magari un pò più leggeri di una pazzia vera e propria. Aumenterà la fame e di conseguenza la delinquenza. La vita si svolgerà nel proprio nucleo familiare, al massimo nel proprio quartiere. Per disperazione e per necessità ci si fidanzerà tra vicini di casa (magari gente che si è sempre ignorata) in modo da avere un appiglio e uno sfogo a portata di mano, a livello sentimentale e sessuale.

Esatto.
Sono dinamiche che abbiamo anticipato da tempo.
E attenzione perchè mettere sempre il 'si' dell stato tra quello che vorremmo fare e quello che possiamo fare è tecnicamente la fine della democrazia.
Prima la nostra libertà finiva quando iniziava quella del prossimo, ora la nostra libertà finisce al 'no' dello stato.
 

Ringhio8

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Questo è chiaro ma attenzione perchè ogni volta che lo stato abbandona un cittadino c'è sempre lo stato parallelo pronto ad accoglierlo tra le sue braccia.
Mi hai capito benissimo.

Il mio dubbio è se lo stato è davvero pronto a fare una rivoluzione economica di tale portata e importanza.
Il momento storico lo impone, speriamo.
Volevo far notare che laddove prima i controlli erano tardivi e inefficienti e rientravano solo tra i controlli fiscali ora con l'aggravante della salute da tutelare i controlli saranno rigorosi e le sanzioni tempestive e pesanti.
Il lavoro in nero è tecnicamente morto , del resto quelli che stanno morendo di fame oggi non sono quelli che non sono in grado di giustificare la propria condizione di disoccupazione??(a meno che non percepiscono il reddito di cittadinanza)

In questo stato non ho la minima fiducia, a pagare saranno i soliti, come sempre e mi spiace se uno per ecessita accetta il lavoro in nero, ma é deliquente tanto quanto chi glielo offre.
 

Ringhio8

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Secondo me anche questo fa parte integrante del piano. Con la scusa del virus inizieranno a controllarci tutti e legalmente

Ooooh la, hai centrato il punto. Ci hanno tolto tutto con la scusa del Virus, libertà, legami e svaghi, non ci restituirà nulla di tutto ciò, anzi, se andrai al gabinetto in orari non approvati da gonde ti arriva l'sms che ti avvisa che la pattuglia sta venendo a prenderti.
A breve ci diranno cosa dobbiamo bere e mangiare, cosa dobbiamo pensare e con chi dobbiamo copulare.
 

Butcher

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Per me è un dramma. Io almeno 1/2 volte l'anno ho bisogno di prendere un aereo e viaggiare. Questa cosa non potrò farla chissà per quanto tempo e chissà come sarà dopo.
Praticamente finiremo in un mondo Orwelliano...mi fa molta paura.
 
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