Ventura non si dimette. Verrà licenziato mercoledì.

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Farsi da parte è un concetto che purtroppo non esiste in Italia e non solo.
E' necessario che vengano fatti fuori.
Ventura lo fa fuori Tavecchio, no problem, si tratta solo di pagargli la buonuscita che gli spetta da contratto.
Ma Tavecchio, come ha spiegato Malagò, nessuno lo può fare fuori. O si dimette o nulla.
E tornando al punto uno: nessuno si dimette in Italia e non solo :)

Dal mio punto di vista Tavecchio non sta facendo neanche così male a livello federale perchè alcune ottime riforme sono state fatte, però a livello tecnico si deve affidare a una figura competente e di spessore che garantisca la figura del CT e non lo lasci solo come abbiamo miseramente visto negli ultimi mesi.

Il progetto iniziale sembra fosse Lippi Direttore Generale delle Nazionali e Ventura CT della Nazionale A. Ecco bisogna ripartire da un'organizzazione del genere, aggiungendo secondo me una terza figura: un giovane allenatore come vice CT, uno che sia interessato ad affiancarsi al CT e rilevarne il ruolo tra 4 anni.

Tavecchio può gestire al massimo la lnd o il campionato amatoriale.
In un mondo iper-professionistico un semi analfabeta ci sta malissimo.
Appoggiato dai grandi solo per mantenere lo status quo di un magna magna generale che non punta alla crescita ma all'ingrasso dei bovini di turno.
Sentirlo parlare mi fa rizzare i capelli.
 
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Tutto vero..
Pero il discorso che fai alla fine vale per i buoni giocatori..i campioni, se ci fossero, emergerebbero comunque...è che qua in itlia ormai si è persa la scuola temo...il discorso sarebbe ampissimo e se riesco vorrei esporlo in un post ad hoc

Se lo dovessi aprire coinvolgimi pure, conosco i settori giovanili e so come si lavora, conosco le magagne di un sistema malato dal di dentro.
 
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La storia degli stranieri non la condivido comunque.

Si tratta di giovanili, lasciate stare la serie A ed il professionismo. Se le società trovano più conveniente investire, da un punto di vista economico, su 10 ragazzi stranieri piuttosto che uno italiano, il problema sta proprio lì. Sfatiamo il mito che un calciatore diventa forte per miracolo divino, ci sono tantissimi ragazzi che hanno un potenziale e tantissimi ruoli in cui si può "imparare" ad essere forti, non si nasce forti.
Dobbiamo educare i nostri ragazzi e farli crescere, poi il fenomeno spunta comunque, ma non esistono squadre di 11 fenomeni, esistono squadre con 1 fenomeno e 10 giocatori scarsi, oppure, 1 fenomeno e 10 buoni giocatori. Sono questi 10 a far la differenza poi.
 
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In Italia abbiamo il mito dei troppi stranieri, quando è palese sia una kakata pazzesca.

Gli "stranieri" non tolgono il posto agli Italiani forti, lo tolgono a quelli mediocri, quindi è una leggenda metropolitana che faccia danno alla nazionale.

Non sforniamo più talenti perchè giocano in meno a calcio.

Quando ero piccolo io ogni minuto libero si andava a giocare al campetto, anche in 2, giocando porta a porta.

Ora, i campetti, almeno dove vivo io, sono diventati parcheggi perchè nessuno ci giocava mai.

Sicuramente c' entreranno anche il caso, e altre cose tipo metodi di allenamento ecc...

Ma il motivo vero, a mio avviso, per la cultura italiana, è psicologico: ormai arrivi in prima squadra, e sai già di essere economicamente sistemato a vita, e con te anche i tuoi nipoti.

Per la mentalità italiana, questo toglie al 95% dei giocatori quel 10% di forza e motivazione mentale che preclude la possibilità di diventare campioni.

Gente che ha 20 anni sa già di essere milionario, non ha la testa per gestire tale cosa.

Il problema dei troppi stranieri si pone a monte, nei settori giovanili e non è un fesseria. È vero che in Serie A e B nelle prime squadre ci vanno quelli più forti, esteri o italiani; però se nelle giovanili fai crescere 10/20 stranieri quelli tolgono il posto ad eventuali futuri giocatori italiani. A volte ci sono poi stranieri già molto forti ed è giusto che stiano dove sono, ma il settore giovanile dev’essere una fucina di futuri giocatori italiani, perché nelle giovanili si impara e si cresce, non tutti sono già fenomeni a 15 anni, ma lo diventano stazionando nelle primavere, o prima. Per esempio ci sono molti giocatori di colore nei settori giovanili, che biologicamente sono avanti rispetto ai giocatori bianchi e vengono preferiti, ma ovviamente non è garanzia di successo nelle serie maggiori. Se non fai crescere nelle giovanili quanti più italiani possibili da dove li tiri fuori i futuri giocatori della Nazionale? Qual’è il senso di far crescere un belga, un africano, un polacco o un danese nelle giovanili? L’unico motivo è che i club pensano al loro orticello sperando di poter fare il colpaccio in futuro, la Nazionale per loro è un fastidio, basta guardare le continue dichiarazioni di presidenti e allenatori.
Poi c’e un altro problema, culturale e di allenamenti e insegnamenti finalizzati al solo risultato: ci si allena sempre meno sulla tecnica a favore della crescita fisica e della tattica, in Italia. Infatti ci sono sempre meno giocatori di talento italiani, campioni se vuoi. Ogni partita vedo sempre più cross, punizioni, tiri, dribbling, corner sbagliati o non riusciti e questo è testimonianza di quello che dicevo prima sul poco allenamento tecnico, a mio avviso. La prima cosa che dicono tutti gli stranieri che vengono in Italia è che si fa troppa tattica da noi, non a caso, e non risolvi prima questo problema diventa ininfluente avere stranieri o italiani nelle giovanili.
 

-Lionard-

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Il problema dei troppi stranieri si pone a monte, nei settori giovanili e non è un fesseria. È vero che in Serie A e B nelle prime squadre ci vanno quelli più forti, esteri o italiani; però se nelle giovanili fai crescere 10/20 stranieri quelli tolgono il posto ad eventuali futuri giocatori italiani. A volte ci sono poi stranieri già molto forti ed è giusto che stiano dove sono, ma il settore giovanile dev’essere una fucina di futuri giocatori italiani, perché nelle giovanili si impara e si cresce, non tutti sono già fenomeni a 15 anni, ma lo diventano stazionando nelle primavere, o prima. Per esempio ci sono molti giocatori di colore nei settori giovanili, che biologicamente sono avanti rispetto ai giocatori bianchi e vengono preferiti, ma ovviamente non è garanzia di successo nelle serie maggiori. Se non fai crescere nelle giovanili quanti più italiani possibili da dove li tiri fuori i futuri giocatori della Nazionale? Qual’è il senso di far crescere un belga, un africano, un polacco o un danese nelle giovanili? L’unico motivo è che i club pensano al loro orticello sperando di poter fare il colpaccio in futuro, la Nazionale per loro è un fastidio, basta guardare le continue dichiarazioni di presidenti e allenatori.
Poi c’e un altro problema, culturale e di allenamenti e insegnamenti finalizzati al solo risultato: ci si allena sempre meno sulla tecnica a favore della crescita fisica e della tattica, in Italia. Infatti ci sono sempre meno giocatori di talento italiani, campioni se vuoi. Ogni partita vedo sempre più cross, punizioni, tiri, dribbling, corner sbagliati o non riusciti e questo è testimonianza di quello che dicevo prima sul poco allenamento tecnico, a mio avviso. La prima cosa che dicono tutti gli stranieri che vengono in Italia è che si fa troppa tattica da noi, non a caso, e non risolvi prima questo problema diventa ininfluente avere stranieri o italiani nelle giovanili.
Il problema è che il calcio è cambiato ed oggi diversi top club italiani (Milan, Inter, Roma) sono in mano a proprietà straniere. Perché un Yonghong Li, uno Zhang, un Pallotta dovrebbero mettere a rischio il loro (ingente) investimento per far giocare calciatori italiani che ad oggi non offrono garanzie di rendimento? Il discorso degli stranieri è demagogico perché ci si dimentica che in Bundesliga ne giocano di più (il 56% del totale contro il 54%) eppure hanno la nazionale campione del mondo in carica. I migliori talenti francesi giocano tutti all'estero e la Francia ne ha sempre tratto grande vantaggio. Il punto è che oggi gli italiani faticano a trovare spazio nella top 11 dei migliori club europei perchè non ci sono più giocatori di livello. Gente come Maldini, Nesta, Cannavaro, Pirlo, Buffon, Zambrotta, Vieri, Inzaghi, Del Piero, Totti, Toni ed altri ha giocato o avrebbe giocato in tutte le principali squadre europee. Non si può chiedere ad un club che deve fatturare cifre da capogiro ogni anno per rimanere competitivo a livello europeo di rinunciare al talento estero per puntare ostinatamente su italiani che, pur con 50 partite di esperienza in più, non miglioreranno mai al punto di fare davvero la differenza. El Shaarawy ha giocato in un Milan derelitto, senza seria concorrenza, ma dopo 4 mesi eccellenti è riuscito a perdersi e finire in panchina per fare posto a gente come Taarabt, Boateng e Honda.

Qui il problema è a monte, a livello di scuole calcio ed è lì che la federazione dovrebbe concentrare i suoi sforzi, con l'aiuto fondamentale dei club sul territorio, per creare accademie in grado di coltivare il talento e di educarlo. Limitare il numero di stranieri in rosa non renderà migliori i giovani e riuscirebbe nell'impresa di rendere ancora più povero il calcio italiano, dal momento che i pessimi risultati nelle coppe potrebbero portare alla perdita di un posto in Champions o a significativi cali del fatturato.
 
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La collaborazione tra procuratori e clubs ha ucciso il calcio. Ormai il trasferimento dei calciatori è una tratta di uomini dove lo 'schiavo' viene però arricchito.
Si spostano calciatori più per interessi che per valori tecnici reali , col solo fine di generare plus valenza.
Non ci sono valori e senso di appartenenza.
Si mira a stare in serie A o ad arrivarvi solo per 'beccarsi' i soldi dei diritti tv ma non vi è stimolo a migliorare crescendo, si tira solo a campare. Le squadre 'di mezzo' della serie A sono di uno squallore unico per come vivacchiano in un limbo calcistico col solo fine di poppare il latte dalla lupa, servili alle grandi e al sistema.
E intanto per un carpi che sale abbiamo un benevento che scende , prendendo in giro i tifosi e il calcio.
Essere da serie A vorrebbe dire esserlo a 360 gradi : società , club, città, infrastrutture, risorse economiche. Il calcio servirebbe a far da traino a una crescita sociale ed economica ma i soldi facili fanno più gola e non fanno pensare al futuro.
Il sistema calcio dovrebbe premiare chi punta al risultato e non dividere le risorse tra tutti i mediocri che tirano a campare.
Arrivare ottavi nella massima serie perchè vale come arrivare quindicesimi?
 
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Il problema è che il calcio è cambiato ed oggi diversi top club italiani (Milan, Inter, Roma) sono in mano a proprietà straniere. Perché un Yonghong Li, uno Zhang, un Pallotta dovrebbero mettere a rischio il loro (ingente) investimento per far giocare calciatori italiani che ad oggi non offrono garanzie di rendimento? Il discorso degli stranieri è demagogico perché ci si dimentica che in Bundesliga ne giocano di più (il 56% del totale contro il 54%) eppure hanno la nazionale campione del mondo in carica. I migliori talenti francesi giocano tutti all'estero e la Francia ne ha sempre tratto grande vantaggio. Il punto è che oggi gli italiani faticano a trovare spazio nella top 11 dei migliori club europei perchè non ci sono più giocatori di livello. Gente come Maldini, Nesta, Cannavaro, Pirlo, Buffon, Zambrotta, Vieri, Inzaghi, Del Piero, Totti, Toni ed altri ha giocato o avrebbe giocato in tutte le principali squadre europee. Non si può chiedere ad un club che deve fatturare cifre da capogiro ogni anno per rimanere competitivo a livello europeo di rinunciare al talento estero per puntare ostinatamente su italiani che, pur con 50 partite di esperienza in più, non miglioreranno mai al punto di fare davvero la differenza. El Shaarawy ha giocato in un Milan derelitto, senza seria concorrenza, ma dopo 4 mesi eccellenti è riuscito a perdersi e finire in panchina per fare posto a gente come Taarabt, Boateng e Honda.

Qui il problema è a monte, a livello di scuole calcio ed è lì che la federazione dovrebbe concentrare i suoi sforzi, con l'aiuto fondamentale dei club sul territorio, per creare accademie in grado di coltivare il talento e di educarlo. Limitare il numero di stranieri in rosa non renderà migliori i giovani e riuscirebbe nell'impresa di rendere ancora più povero il calcio italiano, dal momento che i pessimi risultati nelle coppe potrebbero portare alla perdita di un posto in Champions o a significativi cali del fatturato.

Concordo, il problema è a monte partendo dalle scuole calcio per arrivare alle primavere. Ed è vero quello che dici sulle proprietà straniere, per questo servono regole federali in merito. Però ti chiedo, come mai non ci sono giocatori italiani di grande livello? Per me è colpa della troppa tattiche anche ai bassi livelli e di mancate regole. Altrimenti come ti spieghi la mancanza di campioni italiani? Solo per la sbagliata gestione del talento nelle scuole calcio?
 
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