Van Basten, Gullit e Rijkaard:"Il nostro Milan, i soprannomi, Silvio...".

Giek

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A me 'sta roba invece mette tristezza, perché non so se rivedrò mai più una cosa del genere. Con 'sti strozzini cialtroni sabotatori.

Ma poi ripenso, l'ho vissuto quel Milan. L'ho vissuto con infinito orgoglio e mi sento, in piccolissima parte, di avere in qualche modo contribuito con la mia passione.
Bravo. Condivido tutto.

Appena entri a Milanello o nella sede del Milan ( una sede vera, non quella cagata di Casa Milan) si dovrebbe respirare la storia immensa che abbiamo. Quasi sentirsi schiacciati, sopraffatti da tanta gloria.
Invece non c’è più nessuno che può tramandare tutto questo. Adesso abbiamo Cardinale, Furlani, Singer e Scaroni
 
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Milanforever26

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Van Basten, Gullit e Rijkaard a MTV:

Gullit:"Mi chiamavano Gulliman. Il mio idolo era Cruyff. Quando entri a Milanello senti che sei lì per vincere qualcosa. Il gol che scelgo è il primo che ho fatto con il Milan, contro il Pisa. Esercizio che odiavo? La gabbia. In campo io volevo divertirmi e succede di più quando vinci. Con così tante partite, ogni tanto pensi di poter fare meno: se c'è la Champions, capita che sei meno concentrato. Una parola per descrivere Sacchi? Fanatico. Capello? Un musone, ma vincitore. E quando rideva era una cosa speciale. Ancelotti? Mi piace come persona, è il tuo zio preferito. Berlusconi? Il miglior presidente avuto, era sempre vicino alla squadra per dare il buon esempio. Era un filosofo".

Rijkaard:"Come soprannome mi piaceva Frankie, mi ispiravo a Kempes. Di Milanello ho un bel ricordo. Partita più bella? La finale di Coppa Campioni con la Steaua Bucarest, li abbiamo dominati completamente. Se devo dire un gol quello al Benfica, sempre in finale. Da giocatore ho sempre cercato di aiutare i miei compagni, era una cosa che dava benefici anche a me stesso. Quando la partita era troppo facile, però, ogni tanto mi 'addormentavo'. Sacchi? Era il maestro dell'orchestra. Lui mi ha voluto, grazie a lui sono arrivato al Milan. Capello? Molto intelligente nel mettere insieme la squadra e i giocatori giusti. Ancelotti? Anche lui un maestro. Ricordo che all'inizio mi insegnava come muoversi. Berlusconi? C'era la frase 'c'è solo un presidente' per lui".

Van Basten: "Ricordo il soprannome Marcolino... A Milanello c'era tutto: bellissimi campi, storia... E si mangiava alla grande! Ricordo sempre che il riscaldamento lo odiavo, dicevo sempre che all'inizio bisognava sopravvivere. E Sacchi ci diceva che si poteva toccare la palla una volta sola... Quello non era tanto divertente. Però era interessante perché imparavi a vedere le cose più velocemente. Ricordo la voglia di non perdere e tutto ciò che serviva fare. Una cosa importante era rimanere concentrati: a volte le partite erano più facili, però... Sacchi? Era un grande allenatore. Ancelotti? Grande amico. Berlusconi? Per me il numero uno".

1280px-Rijkaard%2C_van_Basten%2C_Gullit_-_Milan_AC_1988-89.jpg
Vado controcorrente, amo questi tre uomini, sono la mia infanzia, la gioia del loro calcio e il dolore, enorme per il ritiro di Marco, quel giro di campo che ancora mi commuove a distanza di 30 ann..
Però da tifoso sono così stanco di riguardare sempre a questo passato, sentire le stesse storie, come un vino buono sorseggiato troppe volte..
Credo che non ci sia un solo club sportivo che si crogiola così di continuo nel suo illustre, ma ormai ingiallito, passato...
Vorrei guardare avanti e non solo indietro
 

Commodore06

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Van Basten, Gullit e Rijkaard a MTV:

Gullit:"Mi chiamavano Gulliman. Il mio idolo era Cruyff. Quando entri a Milanello senti che sei lì per vincere qualcosa. Il gol che scelgo è il primo che ho fatto con il Milan, contro il Pisa. Esercizio che odiavo? La gabbia. In campo io volevo divertirmi e succede di più quando vinci. Con così tante partite, ogni tanto pensi di poter fare meno: se c'è la Champions, capita che sei meno concentrato. Una parola per descrivere Sacchi? Fanatico. Capello? Un musone, ma vincitore. E quando rideva era una cosa speciale. Ancelotti? Mi piace come persona, è il tuo zio preferito. Berlusconi? Il miglior presidente avuto, era sempre vicino alla squadra per dare il buon esempio. Era un filosofo".

Rijkaard:"Come soprannome mi piaceva Frankie, mi ispiravo a Kempes. Di Milanello ho un bel ricordo. Partita più bella? La finale di Coppa Campioni con la Steaua Bucarest, li abbiamo dominati completamente. Se devo dire un gol quello al Benfica, sempre in finale. Da giocatore ho sempre cercato di aiutare i miei compagni, era una cosa che dava benefici anche a me stesso. Quando la partita era troppo facile, però, ogni tanto mi 'addormentavo'. Sacchi? Era il maestro dell'orchestra. Lui mi ha voluto, grazie a lui sono arrivato al Milan. Capello? Molto intelligente nel mettere insieme la squadra e i giocatori giusti. Ancelotti? Anche lui un maestro. Ricordo che all'inizio mi insegnava come muoversi. Berlusconi? C'era la frase 'c'è solo un presidente' per lui".

Van Basten: "Ricordo il soprannome Marcolino... A Milanello c'era tutto: bellissimi campi, storia... E si mangiava alla grande! Ricordo sempre che il riscaldamento lo odiavo, dicevo sempre che all'inizio bisognava sopravvivere. E Sacchi ci diceva che si poteva toccare la palla una volta sola... Quello non era tanto divertente. Però era interessante perché imparavi a vedere le cose più velocemente. Ricordo la voglia di non perdere e tutto ciò che serviva fare. Una cosa importante era rimanere concentrati: a volte le partite erano più facili, però... Sacchi? Era un grande allenatore. Ancelotti? Grande amico. Berlusconi? Per me il numero uno".

1280px-Rijkaard%2C_van_Basten%2C_Gullit_-_Milan_AC_1988-89.jpg
Campioni pazzeschi. Miti.
Alle elementari si faceva a botte per le loro figurine.

Quella che indossano è anche la mia maglia preferita in assoluto: rossonera, semplice, bande larghe, mitica.
 
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