Tralasciando i risvolti socio-politici di quest'elezione, su cui è meglio rimandare ogni giudizio al momento dei fatti, ciò che ora salta più all'occhio è la grande sconfitta del giornalismo e dei mass-media in generale. Prima con la Brexit e ora con Trump abbiamo avuto la dimostrazione di come le televisioni, i giornali, i blog (con annessi commentatori) e i vari salotti televisivi negli ultimi anni stiano vivendo in un universo parallelo. Un mondo dove vengono volutamente descritte realtà che con la vera realtà non hanno nulla a che fare, e tutto ciò sempre con grande nonchalance (della serie: una bugia raccontata mille volte diventa verità). I risultati di giugno e di stanotte (su argomenti di immensa portata, non certo cazzatine qualsiasi) sono la prova che la gente non si riconosce in tutto ciò, non facendosi di conseguenza condizionare da tv e giornali mai così schierati come negli ultimi mesi; il che nell'era di internet può sembrare una cosa normale ma tenendo conto che c'è ancora una buona parte di popolazione, soprattutto tra gli over 50, che non ha ancora grande dimestichezza con la rete, tutto ciò assume a mio modo di vedere notevole rilevanza. L'altra faccia della medaglia è ovviamente il rischio di farsi trasportare da eccessivi demagogismi e avidità di rimedi frettolosi, ma, detto ciò, credo sia decisamente giunto il momento che certa gente inizi a traslocare da Fiabilandia per ritornare nel mondo reale.