Una buona domanda. C'è chi guarda ai trentacinque minuti finali della partita Napoli-Milan, eppure i primi cinquantacinque ci paiono aver detto cose più interessanti. Sul Napoli, e sul Milan.
Una buona domanda. C'è chi guarda ai trentacinque minuti finali della partita Napoli-Milan, eppure i primi cinquantacinque ci paiono aver detto cose più interessanti. Sul Napoli, e sul Milan.
Gianni Brera diceva che a calcio gioca bene chi decide come giocare sul campo, e far giocare l'avversaria. Quella partita dopo il gol di Calabria era chiusa, amico mio, ma noi non siamo la Juve, che è quella grande squadra che noi ancora non siamo, e ci siamo dimenticati di un uscio aperto, dove si è infilato Ancelotti. L'auspicio non è non ripetere quella prestazione, ma di non lasciare porte e finestre di casa aperte, con il rischio di trovarci i ladri che ci rubano le partite.
Devo ammettere che se quell'osceno catenaccio a cui ho dovuto assistere, avrebbe fruttato i tre punti, magari l'avrei visto con altri occhiGianni Brera diceva che a calcio gioca bene chi decide come giocare sul campo, e far giocare l'avversaria. Quella partita dopo il gol di Calabria era chiusa, amico mio, ma noi non siamo la Juve, che è quella grande squadra che noi ancora non siamo, e ci siamo dimenticati di un uscio aperto, dove si è infilato Ancelotti. L'auspicio non è non ripetere quella prestazione, ma di non lasciare porte e finestre di casa aperte, con il rischio di trovarci i ladri che ci rubano le partite.
Diciamo un bel catenaccio con contropiede manovrato, vedi l'azione avvolgente, non causale, che ha portato al gol di Calabria, che abbiamo non a caso ritrovato in certe trame di gioco del primo tempo con la Roma. Sono le cose che facevano impazzire il grande Giovannibrerafucarlo, come espressione di pura italianità nel calcio. All'epoca, presi da sacro furore marinettiano per l'integralismo sacchiano, in stile Kovacs-Michels, irridevamo queste preferenze di gioco, oggi, con molti anni e capelli bianchi in più, vi vediamo un razionale principio di realtà, ovvero ciò che è nelle condizioni possibili dell'essere, che assurge quasi a verità universale. Non era evidentemente nell'errore Sacchi, allora, semplicemente faceva ciò che i suoi meravigliosi giocatori gli consentivano di fare. Gattuso lavora con lucidità e coscienza con quello che ha, e davanti a chi si trova. I risultati, come sempre, saranno giudici imparziali di questo lavoro. Per quel che vale il risultato, e la prestazione, con la Roma, vi scorgiamo una lucina di speranza. Speriamo di non aver preso un abbaglio.Devo ammettere che se quell'osceno catenaccio a cui ho dovuto assistere, avrebbe fruttato i tre punti, magari l'avrei visto con altri occhi
