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E diciamoci anche un’altra cosa: se Theo si dimostrasse un campione vero di livello internazionale ci verrebbe immediatamente strappato, e proprio da quei club che hanno “campioni anche in tribuna”. Perché non potremmo pagargli l’ingaggio che, a quel punto, meriterebbe, manco se avessimo dietro Arnault, visto che per la UEFA di ***** deve essere solo il club a generare le risorse necessarie.
E questo infatti ha portato alla situazione dei club con i campioni anche in tribuna. In questi anni, guardando una partita del Real o City o Barça e vedendo in panchina i vari Bale Sane e compagnia è inevitabile pensare che a perdere sia il calcio. Uno come Bale giocasse per dire a Berlino o Marsiglia o Valencia porterebbe migliaia di tifosi e interesse. Invece vedi il Milan e in campo non c'è un campione, nemmeno l'ombra. Questo nelle leghe americane non succede per regolamento, anche le franchigie più sfigate hanno grandi giocatori o i migliori rookies.
E intendiamoci, dove le logiche non sono solo economiche, come ad esempio nelle nazionali, vediamo ancora robe del genere, con Salah che gioca nell’Egitto, CR7 nel Portogallo, Bale nel Galles e cosi via, tutte cose che sarebbero assolutamente infattibili se la ratio di reclutamento delle nazionali non fosse per l’appunto la nazionalità ma fosse il potere economico (visto che per ovvi motivi i paesi summenzionati non potrebbero mai competere con le grandi potenze). Invece non essendo il denaro che determina tutto, almeno in questo caso, vediamo campioni molto più sparsi e squadre più competitive, non 3/4 squadre competitive e le altre che vanno in giro con undici scarponi senza manco l’ombra remota di un campione.
Se si vuole salvare il calcio per club bisogna o imporre un limite basso agli stipendi, adattandolo anche ai vari sistemi fiscali, di modo da assicurare una competitività più omogenea, oppure imporre un limite al tesseramento degli stranieri. In questo modo la capacità di un paese di produrre grandi giocatori tornerebbe ad essere fondamentale anche per le vittorie di un club. Il Milan di Sacchi senza i grandi italiani che lo sorreggevano non avrebbe vinto nulla. Il Real Madrid nonostante il suo strapotere economico non vinse nulla a livello internazionale nel periodo 1966-1998 (tranne due UEFA) anche e soprattutto perché quello era un periodo di magra del calcio spagnolo (che a dire il vero fino a fine scorso decennio non è mai stato all’altezza di Italia, Germania, Argentina e Brasile per quanto riguarda i talenti prodotti) e non potevano compensare facendo un 11 star da tutto il mondo.
Ma è chiaro che senza nessun limite nè agli ingaggi nè alla quantità di stranieri tesserabili non possa esistere competizione. Se ci fosse stato questo sistema da sempre, il Real avrebbe probabilmente 25 champions, non 13, con lo strapotere economico debordante da sempre avuto. Invece quando c’era il limite di stranieri tesserabili la potenza economica contava ma fino ad un certo punto, dovevi anche arraggiarti e squadre leggendarie come il Milan e l’Ajax anni ‘70 erano prima di tutto frutto di un sistema calcistico interno florido che produceva grandi talenti.
Le squadre di club che sembrano assemblee dell’Onu, oltre ad essere uno schifo e un agglomerato di mercenari, sono proprio per definizione la morte dello sport.
Sono d'accordo che i campioni dovrebbero giocare e non stare in panchina, tuttavia non dobbiamo essere ipocriti.
La filosofia dei campioni in tribuna l'abbiamo iniziata noi del Milan quando ci spedivamo a turno Savicevic Gullit Papin Boban e avevamo in panchina calibri come Lentini DiCanio Eranio e compagnia. Finché siamo stati noi il club più forte e ricco del mondo ci andava bene eccome, e ne abbiamo approfittato alla grande. Ora che siamo degli sfigati vorremmo il sistema fosse alla rovescia...
Inoltre quello che dici tu è un meccanismo a piramide e ha un punto di vista relativo. Quello che oggi fa il Barca a noi, che viene si prende Theo strapagandolo, noi lo facciamo a nostra volta e naturalmente nei confronti di Empoli Atalanta Fiorentina... oppure squadra di medio livello europee.
Dunque il problema non è il sistema né tantomeno le regole, il problema è che oggi il Milan non è un top club e non siamo al vertice della piramide, altrimenti né tu né nessun altro tifoso si lamenterebbe di certo del FPF della uefa e dei regolamenti. Anzi.