Terremoto Maldini: rinnovo non scontato. Redbird non gradisce.

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Ancora aggiornamenti dal CorSera sul caso Maldini. Il terremoto scatenato dall'intervista alla GDS rischia di causare pesanti conseguenze. Ad oggi il rinnovo non è così scontato. Maldini accusa il club del mancato rinnovo e della poca chiarezza sul futuro. Le difficoltà si ripercuotono sul mercato: trattare con un agente quando si è in scadenza di contratto può non aiutare. Maldini si fa garante per i tifosi e ha l’urgenza di sapere che tipo di progetto ha il nuovo proprietario. Maldini attribuisce le responsabilità del mancato rinnovo sia all'attuale proprietà e a Gazidis, sia a Redbird, che non ha gradito lo sfogo dell'ex capitano. Maldini, che nel frattempo è partito per
Tel Aviv, ieri si trovava proprio a due passi dalla casa di Roman Abramovich non vuolre ompere o dare ultimatum. Né sul mercato né sul proprio rinnovo. Ma è possibile che le sue parole siano interpretate come tali, in primis dai nuovi acquirenti, che si dice abbiano gradito pochissimo. Elliott non commenta e invita a non rovinare il clima, che però è già rovinato. L’uscita non concordata, che qualcuno pensa volesse anticipare un addio, sarebbe considerata inaccettabile in qualsiasi azienda (e Elliott si fa motivo di orgoglio di aver portato nel calcio logiche manageriali con cui Maldini evidentemente è poco in sintonia), a maggior ragione viene considerata intempestiva,fuori luogo, grave per il momento di festa e di trattativa in corso. La situazione è delicata. E riguardo il discorso competitività del Milan, Redbird è intenzionato a proseguire sulla linea della sostenibilità. Se si alzeranno i ricavi, aumenteranno anche gli investimenti

Tuttosport: la frattura tra Maldini e Gazidis è ormai insanabile ma se Elliott vende ora Paolo potrebbe anche rimanere. Paolo si è dichiarato offeso per il mancato rinnovo, in realtà vorrebbe una proprietà che investa maggiormente sul mercato. E quello che appare certo, è che Redbird non abbia tutta questa idea di spendere. Si presenteranno magari con un bel regalo ma il Milan non è stato comprato né da Florentino Perez, nè da Nasser Ghanim Tubir Al-Khelaïfi e men che meno da Mansour Al Nahyan.

Il Giornale in edicola propone un doppio punto di vista sulla vicenda: quello di Ordine e di Elia Pagnoni. Per Ordine, Paolo ha fatto male a fare quell'uscita. Così parla da calciatore. Una polemiche che non ti aspetti Per Pagnoni, invece, è nel giusto. C'è già il precedente di Boban. Quando le cose andavano male, Paolo ci metteva la faccia. Ed infatti ha i tifosi con sè

News precedenti

Il Corriere della Sera fa il punto sulla crisi tra il Milan e Maldini. Secondo quanto riportato, Il contratto non è ancora stato rinnovato e le conseguenti difficoltà sul mercato rappresentato il nodo principale. Le preoccupazioni legittime e risolvere questa crisi non sarà affatto semplice. Il dirigente ritiene "poco rispettoso" che la propetà non si sia ancora seduta attorno a un tavolo per parlare. Non per rinnovare in automatico, perché — dice Maldini — lui potrebbe non aver soddisfatto fino in fondo la proprietà (ma informalmente più volte sono uscite indiscrezioni della volontà di proseguire con tutta l’area tecnica), sia perché Maldini fa intendere — e così facendo fa preoccupare i tifosi — che potrebbe non voler sposare un progetto non abbastanza ambizioso, che non fosse in grado di garantire al Milan «il salto di qualità» che si auspica. Il dt rossonero chiedeva più condivisione anche per conoscere i progetti di RedBird. Lamenta anche le difficoltà di muoversi sul mercato con un contratto in scadenza fra un mese. Nessun commento da parte di Elliott, anche per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione. Che però è già complessa di suo: non sarà semplice risolverla. Preoccupazioni che possono anche essere legittime, ma che sarebbe stato meglio comunicare a Gazidis o alla proprietà stessa, invece che a mezzo stampa. Nelle aziende normali, quelle non calcistiche, si fa così. E Elliott è orgoglioso di aver portato nel calcio certe logiche manageriali che però sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini. Il quale chiama in causa direttamente Ivan Gazidis con il quale sembrava invece che i rapporti si fossero normalizzati: in ogni caso risulta al Corriere che Maldini sia stato informato del cambio di proprietà in corso e che abbia detto internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari.

E qui forse sta il punto. I nuovi ancora non si sono insediati: Gerry Cardinale, il futuro ad, sta finendo di trattare con i Singer gli ultimi dettagli, ma la firma, il cosiddetto signing, è previsto a brevissimo. Cardinale però in questo momento non può ancora firmare nuovi contratti, così come non può farlo Gazidis. Un impasse logico e comprensibile. Pare di capire che Maldini avrebbe gradito essere coinvolto maggiormente, ma questi affari da 1,3 miliardi si fanno nel chiuso di stanze in cui ci sono 3-4 persone e seguono tempistiche del tutto autonome. Quanto alla «disponibilità che ora non c’è» per fare «il salto di qualità», anche qui è prematuro parlarne, dal momento che non si conoscono gli investimenti di RedBird. Certo, la linea resterà sempre quella della sostenibilità tracciata da Elliott (che tra l’altro rimane): dovessero alzarsi i ricavi, si alzeranno anche gli investimenti. Ma anche per questo basta aspettare pochissimo.



Come riporta il Corriere della Sera, Elliott ha deciso di non rispondere alle parole di Maldini. Per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione.Elliott pensava di avere portato certe logiche manageriali da azienda extra calcistica, che escludono un'intervista di questo tipo. Ma queste logiche sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini.Ha colto di sorpresa anche l'attacco a Gazidis, con il quale sembrava che i rapporti si fossero ricomposti. Maldini è stato informato del cambio di proprietà in corso e ha fatto sapere internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari. Ma voleva essere coinvolto maggiormente nella trattativa con Cardinale. Per quel che riguarda la linea societaria, la "disponibilità" e il "salto di qualità" chiesti da Maldini, con Redbird non cambierà nulla, sarà gestione sostenibile.
Anche perché Elliott rimane in società.
Voglio credere che i nuovi proprietari (li considero già tale) non siano così stolti da far fuori un’entità come Paolo, che è una garanzia a prescindere su tutto. Sono convinto che alla fine rimanga, però oggettivamente è inspiegabile un tackle del genere. Voleva garanzie in tel modo? Non so che pensare.
 

malos

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Detto questo, se questo Cardinale si presenta senza Maldini parte la guerra civile e può tornarsene a giocare a baseball che qui il calcio è una cosa seria
Ma figurati basta che gli regalino 2 biglietti.
 

Ruuddil23

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Ancora aggiornamenti dal CorSera sul caso Maldini. Il terremoto scatenato dall'intervista alla GDS rischia di causare pesanti conseguenze. Ad oggi il rinnovo non è così scontato. Maldini accusa il club del mancato rinnovo e della poca chiarezza sul futuro. Le difficoltà si ripercuotono sul mercato: trattare con un agente quando si è in scadenza di contratto può non aiutare. Maldini si fa garante per i tifosi e ha l’urgenza di sapere che tipo di progetto ha il nuovo proprietario. Maldini attribuisce le responsabilità del mancato rinnovo sia all'attuale proprietà e a Gazidis, sia a Redbird, che non ha gradito lo sfogo dell'ex capitano. Maldini, che nel frattempo è partito per
Tel Aviv, ieri si trovava proprio a due passi dalla casa di Roman Abramovich non vuolre ompere o dare ultimatum. Né sul mercato né sul proprio rinnovo. Ma è possibile che le sue parole siano interpretate come tali, in primis dai nuovi acquirenti, che si dice abbiano gradito pochissimo. Elliott non commenta e invita a non rovinare il clima, che però è già rovinato. L’uscita non concordata, che qualcuno pensa volesse anticipare un addio, sarebbe considerata inaccettabile in qualsiasi azienda (e Elliott si fa motivo di orgoglio di aver portato nel calcio logiche manageriali con cui Maldini evidentemente è poco in sintonia), a maggior ragione viene considerata intempestiva,fuori luogo, grave per il momento di festa e di trattativa in corso. La situazione è delicata. E riguardo il discorso competitività del Milan, Redbird è intenzionato a proseguire sulla linea della sostenibilità. Se si alzeranno i ricavi, aumenteranno anche gli investimenti

Tuttosport: la frattura tra Maldini e Gazidis è ormai insanabile ma se Elliott vende ora Paolo potrebbe anche rimanere. Paolo si è dichiarato offeso per il mancato rinnovo, in realtà vorrebbe una proprietà che investa maggiormente sul mercato. E quello che appare certo, è che Redbird non abbia tutta questa idea di spendere. Si presenteranno magari con un bel regalo ma il Milan non è stato comprato né da Florentino Perez, nè da Nasser Ghanim Tubir Al-Khelaïfi e men che meno da Mansour Al Nahyan.

Il Giornale in edicola propone un doppio punto di vista sulla vicenda: quello di Ordine e di Elia Pagnoni. Per Ordine, Paolo ha fatto male a fare quell'uscita. Così parla da calciatore. Una polemiche che non ti aspetti Per Pagnoni, invece, è nel giusto. C'è già il precedente di Boban. Quando le cose andavano male, Paolo ci metteva la faccia. Ed infatti ha i tifosi con sè

News precedenti

Il Corriere della Sera fa il punto sulla crisi tra il Milan e Maldini. Secondo quanto riportato, Il contratto non è ancora stato rinnovato e le conseguenti difficoltà sul mercato rappresentato il nodo principale. Le preoccupazioni legittime e risolvere questa crisi non sarà affatto semplice. Il dirigente ritiene "poco rispettoso" che la propetà non si sia ancora seduta attorno a un tavolo per parlare. Non per rinnovare in automatico, perché — dice Maldini — lui potrebbe non aver soddisfatto fino in fondo la proprietà (ma informalmente più volte sono uscite indiscrezioni della volontà di proseguire con tutta l’area tecnica), sia perché Maldini fa intendere — e così facendo fa preoccupare i tifosi — che potrebbe non voler sposare un progetto non abbastanza ambizioso, che non fosse in grado di garantire al Milan «il salto di qualità» che si auspica. Il dt rossonero chiedeva più condivisione anche per conoscere i progetti di RedBird. Lamenta anche le difficoltà di muoversi sul mercato con un contratto in scadenza fra un mese. Nessun commento da parte di Elliott, anche per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione. Che però è già complessa di suo: non sarà semplice risolverla. Preoccupazioni che possono anche essere legittime, ma che sarebbe stato meglio comunicare a Gazidis o alla proprietà stessa, invece che a mezzo stampa. Nelle aziende normali, quelle non calcistiche, si fa così. E Elliott è orgoglioso di aver portato nel calcio certe logiche manageriali che però sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini. Il quale chiama in causa direttamente Ivan Gazidis con il quale sembrava invece che i rapporti si fossero normalizzati: in ogni caso risulta al Corriere che Maldini sia stato informato del cambio di proprietà in corso e che abbia detto internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari.

E qui forse sta il punto. I nuovi ancora non si sono insediati: Gerry Cardinale, il futuro ad, sta finendo di trattare con i Singer gli ultimi dettagli, ma la firma, il cosiddetto signing, è previsto a brevissimo. Cardinale però in questo momento non può ancora firmare nuovi contratti, così come non può farlo Gazidis. Un impasse logico e comprensibile. Pare di capire che Maldini avrebbe gradito essere coinvolto maggiormente, ma questi affari da 1,3 miliardi si fanno nel chiuso di stanze in cui ci sono 3-4 persone e seguono tempistiche del tutto autonome. Quanto alla «disponibilità che ora non c’è» per fare «il salto di qualità», anche qui è prematuro parlarne, dal momento che non si conoscono gli investimenti di RedBird. Certo, la linea resterà sempre quella della sostenibilità tracciata da Elliott (che tra l’altro rimane): dovessero alzarsi i ricavi, si alzeranno anche gli investimenti. Ma anche per questo basta aspettare pochissimo.



Come riporta il Corriere della Sera, Elliott ha deciso di non rispondere alle parole di Maldini. Per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione.Elliott pensava di avere portato certe logiche manageriali da azienda extra calcistica, che escludono un'intervista di questo tipo. Ma queste logiche sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini.Ha colto di sorpresa anche l'attacco a Gazidis, con il quale sembrava che i rapporti si fossero ricomposti. Maldini è stato informato del cambio di proprietà in corso e ha fatto sapere internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari. Ma voleva essere coinvolto maggiormente nella trattativa con Cardinale. Per quel che riguarda la linea societaria, la "disponibilità" e il "salto di qualità" chiesti da Maldini, con Redbird non cambierà nulla, sarà gestione sostenibile.
Anche perché Elliott rimane in società.
Giustissimo scoperchiare i problemi ora, folle sarebbe stato farlo a giugno-luglio, qui c'è da chiudere trattative già iniziate e da fare subito il mercato, gli acquisti più importanti sono quelli che si programmano da prima e partire in ritardo è sempre stato deleterio. Altro che tempistica sbagliata e "doveva aspettare", spalle al muro vanno messi questi. Chi dovesse dare ai Singer anche un 1% di merito per lo scudetto è fuori di testa o in mala fede per me, che si sia vinto nonostante loro e nonostante i disastri e tentativi di sabotaggio degli anni passati da parte di Gazidis, qualsiasi persona dotata di senno lo vede.
Divertentissimo poi il passaggio, dettato evidentemente al giornalista che scrive, "le cose si discutono in privato, nelle aziende normali si fa così". E quindi di grazia vorrei sapere, è normale anche trattare con Rangnick alle spalle dei dirigenti in carica da parte dei Singer e di Gazidis, sabotando dall'interno squadra e allenatore? Nelle aziende normali si fa anche questo?
 
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7AlePato7

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Probabilmente è come dici, ma allora ci troviamo di fronti a problemi grossi e inaspettati.

Ecco magari avremmo recuperato qualcosa dai disertori e per quest'anno si poteva mettere una bella pezza, per coerenza non ha detto cose molto diverse di Boban. Se dovesse andare via Maldini sarebbe il caso che a San Siro vadano zero spettatori, sciopero di massa.
I rapporti tesi tra Maldini e Gazidis sono ormai cronici, Gazidis è l'anello di congiunzione tra i dirigenti dell'area sportiva e la proprietà. In questi mesi evidentemente non vi è stata molta comunicazione, ma ripeto lo dice la storia di Gazidis che ha rapporti complicati, a volte fin troppo formali con altri dirigenti e giocatori. A me basta guardarlo in faccia per capire che se Maldini gli espone un problema e di chiedere chiarimenti alla proprietà, il buon Aivan non alza neanche la cornetta per avvisare i superiori. Questa atmosfera "inglese" in cui tutto sembrava andare bene era solo apparente e fuorviante.
Tornando all'intervista di Maldini mi sembra che scaturisca dalla convinzione di aver creato un gruppo di giocatori importanti e aver valorizzato la società, il che farà guadagnare a Elliott circa 200 milioni di euro, più manterranno il controllo del 30% del Milan, quindi guadagneranno ulteriormente quando verrà costruito lo stadio. Semplicemente Maldini vuole qualche briciola per rinforzare la squadra, perché in questi anni questi di elliott hanno pensato solo ed esclusivamente al loro personale tornaconto. Di fronte a una nuova proprietà che si dice abbia una visione analoga se non peggio di Elliott, ovviamente la cosa non può andare bene.
 
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C' è un passaggio dell'intervista di maldini che è molto interessante : quando paolo dice che c'è una totale mancanza di comunicazione tra proprietà e area tecnica.
Paolo dice chiaramente che è inaccettabile che a 30 giorni dalla scadenza del contratto non sia stato ancora convocato ma essere convocato non vuol dire necessariamente rinnovare , vuol dire approcciarsi e confrontarsi.

Perchè se è vero che la proprietà può esser non soddisfatta dell'operato di maldini è altresi vero che paolo può essere non allineato alle logiche societarie.

Maldini sta denunciando quello che noi diciamo da mesi : la proprietà è asettica e assolutamente priva di ambizioni sportive e aziendali.

Elliott è un fondo che ha speso una somma e vuole guadagnare da una prossima cessione.
Non c'è spazio per programmare e nemmeno per avere ambizioni.

Ora ti dico la mia ma questa è solo una mia sensazione : Maldini è nervoso che il passaggio societario tarda ad arrivare e tarda ad arrivare perchè elliott ha interesse per la sua tasca ma non per il milan.
Legittimo, per carità, ma non si parli per favore di elliott che ha cuore il milan.
il problema è quale società? perche se ad elliott potrebbe andare bene maldini magari a jerry cala no, quindi non è roba di ambizioni o non ambizione ma di sapere al piu presto chi sara il proprietario e come vorra gestire l'aria tecnica, magari jerry cala è piu ambizioso di gordon gekko, ma vorrebbe gestire l'area tecnica diversamente, forse vorrebbe sostituire maldini con un assistente vocale tipo alexa piu evoluto, "Alexa dimmi le migliori ala destra del mondo che costino max 15 mil" :asd
 

Zenos

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non credo proprio, regalano qualche abbonamento e passa la paura.
torneremo il leicester di turno?
bah incredibile come la.sfiga ci veda benissimo con noi, solo in mano a dei falliti riusciamo ad andare.
Tu la chiami sfiga. Io invece vedo sempre un chiaro filo conduttore. Quando schiatta il nano forse inizieremo a respirare aria nuova.
 

Masanijey

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C' è un passaggio dell'intervista di maldini che è molto interessante : quando paolo dice che c'è una totale mancanza di comunicazione tra proprietà e area tecnica.
Paolo dice chiaramente che è inaccettabile che a 30 giorni dalla scadenza del contratto non sia stato ancora convocato ma essere convocato non vuol dire necessariamente rinnovare , vuol dire approcciarsi e confrontarsi.

Perchè se è vero che la proprietà può esser non soddisfatta dell'operato di maldini è altresi vero che paolo può essere non allineato alle logiche societarie.

Maldini sta denunciando quello che noi diciamo da mesi : la proprietà è asettica e assolutamente priva di ambizioni sportive e aziendali.

Elliott è un fondo che ha speso una somma e vuole guadagnare da una prossima cessione.
Non c'è spazio per programmare e nemmeno per avere ambizioni.

Ora ti dico la mia ma questa è solo una mia sensazione : Maldini è nervoso che il passaggio societario tarda ad arrivare e tarda ad arrivare perchè elliott ha interesse per la sua tasca ma non per il milan.
Legittimo, per carità, ma non si parli per favore di elliott che ha cuore il milan.
C'è una cosa che però non capisco e continuo a domandarmi. Lui parla di mancato rinnovo, di "chiudere il triennio" e di "investimenti per alzare il livello" rivolgendosi all'attuale proprietà, che però è uscente. E con i nuovi lui sostiene di non aver parlato.
Le cose che non mi tornano sono:
- perché si rivolge ancora ad Elliott per le strategie future?
- se ha informazioni allarmanti circa le intenzioni di Redbird perché non ne fa menzione? Tanto il sacco l'aveva svuotato..
- se l'intenzione era quella di "avvisare" i nuovi proprietari perché a quel punto non provare prima la strada privata?
- e soprattutto perché non considera, che per quanto grande lui possa essere, nessun acquirente (quindi chi mette il grano) può accettare di buon grado imposizioni preventive, per quanto giuste possano essere?
 
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I rapporti tesi tra Maldini e Gazidis sono ormai cronici, Gazidis è l'anello di congiunzione tra i dirigenti dell'area sportiva e la proprietà. In questi mesi evidentemente non vi è stata molta comunicazione, ma ripeto lo dice la storia di Gazidis che ha rapporti complicati, a volte fin troppo formali con altri dirigenti e giocatori. A me basta guardarlo in faccia per capire che se Maldini gli espone un problema e di chiedere chiarimenti alla proprietà, il buon Aivan non alza neanche la cornetta per avvisare i superiori. Questa atmosfera "inglese" in cui tutto sembrava andare bene era solo apparente e fuorviante.
Tornando all'intervista di Maldini mi sembra che scaturisca dalla convinzione di aver creato un gruppo di giocatori importanti e aver valorizzato la società, il che farà guadagnare a Elliott circa 200 milioni di euro, più manterranno il controllo del 30% del Milan, quindi guadagneranno ulteriormente quando verrà costruito lo stadio. Semplicemente Maldini vuole qualche briciola per rinforzare la squadra, perché in questi anni questi di elliott hanno pensato solo ed esclusivamente al loro personale tornaconto. Di fronte a una nuova proprietà che si dice abbia una visione analoga se non peggio di Elliott, ovviamente la cosa non può andare bene.
Molte cose a volte succedono semplicemente per tempistiche. Questo cambio proprietà cade in un momento sbagliato, perché è esattamente a cavallo fra contratti da rinnovare e calciomercato.
 

livestrong

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Ancora aggiornamenti dal CorSera sul caso Maldini. Il terremoto scatenato dall'intervista alla GDS rischia di causare pesanti conseguenze. Ad oggi il rinnovo non è così scontato. Maldini accusa il club del mancato rinnovo e della poca chiarezza sul futuro. Le difficoltà si ripercuotono sul mercato: trattare con un agente quando si è in scadenza di contratto può non aiutare. Maldini si fa garante per i tifosi e ha l’urgenza di sapere che tipo di progetto ha il nuovo proprietario. Maldini attribuisce le responsabilità del mancato rinnovo sia all'attuale proprietà e a Gazidis, sia a Redbird, che non ha gradito lo sfogo dell'ex capitano. Maldini, che nel frattempo è partito per
Tel Aviv, ieri si trovava proprio a due passi dalla casa di Roman Abramovich non vuolre ompere o dare ultimatum. Né sul mercato né sul proprio rinnovo. Ma è possibile che le sue parole siano interpretate come tali, in primis dai nuovi acquirenti, che si dice abbiano gradito pochissimo. Elliott non commenta e invita a non rovinare il clima, che però è già rovinato. L’uscita non concordata, che qualcuno pensa volesse anticipare un addio, sarebbe considerata inaccettabile in qualsiasi azienda (e Elliott si fa motivo di orgoglio di aver portato nel calcio logiche manageriali con cui Maldini evidentemente è poco in sintonia), a maggior ragione viene considerata intempestiva,fuori luogo, grave per il momento di festa e di trattativa in corso. La situazione è delicata. E riguardo il discorso competitività del Milan, Redbird è intenzionato a proseguire sulla linea della sostenibilità. Se si alzeranno i ricavi, aumenteranno anche gli investimenti

Tuttosport: la frattura tra Maldini e Gazidis è ormai insanabile ma se Elliott vende ora Paolo potrebbe anche rimanere. Paolo si è dichiarato offeso per il mancato rinnovo, in realtà vorrebbe una proprietà che investa maggiormente sul mercato. E quello che appare certo, è che Redbird non abbia tutta questa idea di spendere. Si presenteranno magari con un bel regalo ma il Milan non è stato comprato né da Florentino Perez, nè da Nasser Ghanim Tubir Al-Khelaïfi e men che meno da Mansour Al Nahyan.

Il Giornale in edicola propone un doppio punto di vista sulla vicenda: quello di Ordine e di Elia Pagnoni. Per Ordine, Paolo ha fatto male a fare quell'uscita. Così parla da calciatore. Una polemiche che non ti aspetti Per Pagnoni, invece, è nel giusto. C'è già il precedente di Boban. Quando le cose andavano male, Paolo ci metteva la faccia. Ed infatti ha i tifosi con sè

News precedenti

Il Corriere della Sera fa il punto sulla crisi tra il Milan e Maldini. Secondo quanto riportato, Il contratto non è ancora stato rinnovato e le conseguenti difficoltà sul mercato rappresentato il nodo principale. Le preoccupazioni legittime e risolvere questa crisi non sarà affatto semplice. Il dirigente ritiene "poco rispettoso" che la propetà non si sia ancora seduta attorno a un tavolo per parlare. Non per rinnovare in automatico, perché — dice Maldini — lui potrebbe non aver soddisfatto fino in fondo la proprietà (ma informalmente più volte sono uscite indiscrezioni della volontà di proseguire con tutta l’area tecnica), sia perché Maldini fa intendere — e così facendo fa preoccupare i tifosi — che potrebbe non voler sposare un progetto non abbastanza ambizioso, che non fosse in grado di garantire al Milan «il salto di qualità» che si auspica. Il dt rossonero chiedeva più condivisione anche per conoscere i progetti di RedBird. Lamenta anche le difficoltà di muoversi sul mercato con un contratto in scadenza fra un mese. Nessun commento da parte di Elliott, anche per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione. Che però è già complessa di suo: non sarà semplice risolverla. Preoccupazioni che possono anche essere legittime, ma che sarebbe stato meglio comunicare a Gazidis o alla proprietà stessa, invece che a mezzo stampa. Nelle aziende normali, quelle non calcistiche, si fa così. E Elliott è orgoglioso di aver portato nel calcio certe logiche manageriali che però sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini. Il quale chiama in causa direttamente Ivan Gazidis con il quale sembrava invece che i rapporti si fossero normalizzati: in ogni caso risulta al Corriere che Maldini sia stato informato del cambio di proprietà in corso e che abbia detto internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari.

E qui forse sta il punto. I nuovi ancora non si sono insediati: Gerry Cardinale, il futuro ad, sta finendo di trattare con i Singer gli ultimi dettagli, ma la firma, il cosiddetto signing, è previsto a brevissimo. Cardinale però in questo momento non può ancora firmare nuovi contratti, così come non può farlo Gazidis. Un impasse logico e comprensibile. Pare di capire che Maldini avrebbe gradito essere coinvolto maggiormente, ma questi affari da 1,3 miliardi si fanno nel chiuso di stanze in cui ci sono 3-4 persone e seguono tempistiche del tutto autonome. Quanto alla «disponibilità che ora non c’è» per fare «il salto di qualità», anche qui è prematuro parlarne, dal momento che non si conoscono gli investimenti di RedBird. Certo, la linea resterà sempre quella della sostenibilità tracciata da Elliott (che tra l’altro rimane): dovessero alzarsi i ricavi, si alzeranno anche gli investimenti. Ma anche per questo basta aspettare pochissimo.



Come riporta il Corriere della Sera, Elliott ha deciso di non rispondere alle parole di Maldini. Per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione.Elliott pensava di avere portato certe logiche manageriali da azienda extra calcistica, che escludono un'intervista di questo tipo. Ma queste logiche sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini.Ha colto di sorpresa anche l'attacco a Gazidis, con il quale sembrava che i rapporti si fossero ricomposti. Maldini è stato informato del cambio di proprietà in corso e ha fatto sapere internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari. Ma voleva essere coinvolto maggiormente nella trattativa con Cardinale. Per quel che riguarda la linea societaria, la "disponibilità" e il "salto di qualità" chiesti da Maldini, con Redbird non cambierà nulla, sarà gestione sostenibile.
Anche perché Elliott rimane in società.
Siamo al ribaltamento della realtà, poi magari c'è pure chi dà ancora ragione a sti rabbini maledetti. Tra un mese scade il contratto a Maldini, non so se ci rendiamo conto. Imbarazzante non gli sia stato rinnovato il contratto. Tutto il resto è secondario
 
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Non concordo con questa ricostruzione : la proprietà ha puntato totalmente sul risanamento dei conti e ha detto a massara e maldini quali sono i paletti nei quali muoversi.
Per la proprietà la vittoria non era minimamente un obiettivo da centrare, quel che importava era essere sostenibili.
Si spende quello che si ha, si taglia tutto quello che si può tagliare.

Avere soldi da spendere non significa necessariamente spendere male.
Prima usciamo da questo cul de sac prima ci capiamo.

Magari se maldini avesse avuto più margine avrebbe rinnovato a calha e kessie, ti faccio due esempi, ma non necessariamente sarebbe andato a prendere uno bollito.
Magari avrebbe preso botman a gennaio, altro esempio.

Dividerei quindi i due risultati del milan : quello sportivo e quello finanziario ma resto fermamente convinto il verio miracolo l'abbia compiuto l'area tecnica.
I fenomeni servono nello scegliere i profili ,costruire la rosa, allenare e migliorare i giocatori e poi competere e vincere.

Per leggere i bilanci e far di conto non serve un fenomeno, basta un ragioniere.

Io oggi farei a meno di gazidis ma mai di paolo e massara.
Alla proprietà un grazie per aver pagato puntualmente gli stipendi e sostenuto le spese ordinarie.
Ma non é cosí nei fatti.
Leao è stato pagato 28, Tomori, 28, Hernandez 20, Tonali 18, Bennacer 16, Maignan 16 e cosí via, per non parlare dei 39 di Paquetá e dei 35 di Piatek pagati sull’unghia.
Non con pagheró, o giocatori ma pagati e stop.

Semplicemente é stato chiesto di spenderli per determinati profili, possibilmente prima provarli e poi prenderli definitivamente.

É la politica societaria che ci ha portato a costruire un gruppo forte e sano, e questa politica non é stat proposta da Paolo (che é arrivato inseguendo Higuain, Caldara, Piatek e Paquetá), ma gli é stata imposta dalla dirigenza.

che qualcuno la ritenga tutt’ora un limite e non la chiave del nostro successo mi lascia stupefatto.

La chiave per continuare a vincere é proseguire cosí, ma sulla base di maggiori ricavi e sfruttando lo spazio salariale liberato.

Senza Gazidis saremmo ancora. Il Milan di Leonardo e Gattuso al quinto e sesto posto con -200 in bilancio e un pacco di bidoni da sistemare.
Cosí come lo saremmo con Giampaolo o Allegri al posto di Pioli e i risultati non sarebbero stati gli stessi se magari fosse arrivato Simakan al posto di Tomori, o se avessimo preso Bailly in prestito non lanciando Kalulu,

Tutti hanno contribuito a questo capolavoro, non riconoscerlo é a mio parere un errore.
 
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