Addirittura. Perché quello che arriva ha la bacchetta magica, chiunque egli sia???
Non ho detto questo, ma in genere l’arrivo di un nuovo allenatore da un boost, anche di motivazioni, che può portare ad un cambiamento in positivo.
Intendiamoci, io non esonererei Pioli neanche se perdessimo malissimo nel derby. Ma un cambiamento nelle prossime tre partite è necessario, per non compromettere quanto di buono fatto fino a qui.
Ci sono periodi si e periodi no. Questo è il momento in cui deve inventarsi qualcosa e dimostrare di non essere quello che è stato in passato nelle sue precedenti esperienze (ossia un allenatore che ti fa fare dei periodi dove sei ingiocabile -fece performare a medie scudetto anche l’Inda del 2016/2017 tra la tredicesima quando subentrò e la ventottesima- e altri dove hai una media da retrocessione, anche questo fatto all’Inda -dove dopo la ventottesima cedette di schianto fino ad essere esonerato dopo la trentacinquesima giornata- come altrove) Questo è il momento più importante della sua carriera.
Quello che è certo (e la questione dei rinnovi e come si sta dipanando lo dimostra) è che il nostro futuro dipende dalla Champions e dai suoi ricavi.
“ Due giorni alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si deciderà lì. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso, signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce.” Semicit.
Questo è il punto, né più né meno, Lineker.
E il guaio è che Pioli in queste condizioni, nella sua carriera, nel suo storico, non si è nemmeno limitato a rimanere all’inferno, ma è sempre sprofondato più giù verso le bolge più tremende, quelle più vicine a Lucifero. A lui dimostrare, ora, di essere cambiato, di essere maturato, di non essere più “il vecchio Pioli”.
A lui l’onore e l’onore di dimostrare di essere diventato un allenatore di altro livello, di non essere un perdente capace di fare 84 punti in due gironi per poi cedere di schianto quando il gioco comincia a farsi duro.
Ne va del suo futuro. Ma soprattutto, ne va del nostro futuro.