Pioli è un buon allenatore che predica un bel calcio, il suo limite è, come tanti allenatori (anche top eh), che molto difficilmente si dissocia dal suo modulo prescelto, il 4-2-3-1, anche se i giocatori non sono adatti per tale modulo, lo ha fatto anche nell'Inter dove non c'entrava nulla questo schema ad esempio, fece un bel filotto all'inizio quando alternava più schemi di gioco, poi si fissò di nuovo sul 4-2-3-1 e l'Inter fece due mesi osceni. La differenza sostanziale è che stavolta da noi ha trovato terreno fertile perché quasi tutti i giocatori si sono rivelati ideali proprio per il suo schema di gioco preferito e ne ha guidato lo sviluppo stavolta non con un improvviso stravolgimento, ma preparando piano la squadra passando prima ad un 4-4-2 e poi alzando sempre più il baricentro e muovendo Calhanoglu sempre più avanti e al centro e allargando Rebic fino al 4-2-3-1.
Di fatto il centro nevralgico del nostro gioco è una sua scoperta, perché Calha dietro le due punte rendeva peggio che da mezzala e Kessie e Bennacer invece non avevano mai giocato da mediani a due, Bennacer giocava o da centrale a tre o da mezzala, idem Kessie. Pioli ha di fatto "scoperto" questi tre giocatori con una collocazione tattica nuova, trasformando un Bennacer da minusvalenza sicura a triplicarne il valore, idem Kessie, su Calhanoglu non parliamone neanche.
Mentalmente è proprio questo che lo ha reso così apprezzato dai giocatori, hanno riscoperto se stessi e trovato l'approvazione dei tifosi e della stampa grazie alla sua collocazione tattica.
Pioli non è un genio né un mediocre, ma messo nelle condizioni ideali può esprimere il meglio del calcio che vuole proporre, il che nelle squadre blasonate è molto difficile perché di rado la società sostiene in toto un allenatore in cui investe molto.