Stadio a S. Donato. Parlano Sindaco, Barberis e Monguzzi.

Gunnar67

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Milano non ha mai amato gli impianti sportivi, e non si capisce il perché. Crollato il Palazzone, il nuovo palazzo per il basket é stato fatto ad Assago (quell'affare di Lampugnano era orrendo). Per rifare il Palalido ci sono voluti 40 anni. Il velodromo Vigorelli non e piú un velodromo. Zero assoluto su tennis, nuoto etc...
 

Milanoide

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La zecca mafiosa puzzolente e pro-degrado Moncazzi è il simbolo di questo paese deceduto e ormai in decomposizione.

Un autentico mentecatto che si ritrova a comandare una metropoli e mettere i diktat sul Milan.

Grazie, milanesi, ottima scelta. Mi piacerebbe misurarvi il QI, per vedere se ce la fa ad arrivare in doppia cifra.
Io invece sono molto sensibile a questa problematica del consumo di suolo.
Ciò che si vede in giro è delirante.
Continua costruzione di centri commerciali che poi a volte restano vuoti.
Vecchie industrie abbandonate.
Milan o non Milan, nel mio Stato dittatoriale ideale, applicherei la politica del si costruisce solo sulle ceneri del già costruito ed abbandonato.
Vale per il civile e per l'industriale.
Forzando il libero mercato.
Le vecchie aree industriali di Sesto San Giovanni sarebbero state l'ideale per lo stadio.
E gli immigrati li forzerei a lavorare in cooperative di autocostruzione e ristrutturazione, possibilmente ricollocandoli in località ormai disabitate anziché lasciarli affollare le città.
 

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Repubblica: uno stadio da 60 mila posti che stupisca a livello internazionale. Con un limite da rispettare: il costruito dovrà essere al di sotto dei 180 mila metri quadrati imposti dal Piano di governo del territorio. Dunque, nel progetto, per ragioni di spazi, non sarebbe compreso anche Milanello, ipotesi originaria che era stata immaginata per lo stadio alla Maura. È ciò a cui sta puntando il Milan per l’area di San Francesco a San Dona- to Milanese. In proposito è stato già sottoscritto un accordo tra il club rossonero e Sport Life City, proprietaria dell’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto. Un’intesa che di fatto dà avvio ufficialmente alla procedura del percorso che potrebbe portare alla costruzione del nuovo stadio di proprietà del Milan. L’accordo, che riguarda la cessione di permessi urbanistici, è privato perché l’area San Francesco, che si sviluppa tra l’autostrada A1 e la Tangenziale Est, con adiacente linea ferroviaria, è privata.

«L’avvio della procedura — spiega Francesco Squeri, sindaco di San Donato — non implica al momento la certezza che lo stadio verrà costruito a San Donato. Il Milan non ha già deciso. Siamo in una fase preliminare, la squadra deve ancora presentarci il progetto. Stiamo andando avanti con la burocrazia per capire se è fattibile. Solo con il progetto in mano potremmo poi coinvolgere tutti gli enti preposti: dalla Città Metropolitana, alle Ferrovie dello Stato, alla Regione, al Comune di Milano».

Ma tra tutte le ipotesi avanzate finora (Sesto San Giovanni e San Siro), quella di San Donato sembra al momento la più appetibile. «La sensazione, per ora, è che il Milan reputi l’area di San Francesco molto interessante», afferma il sindaco. Infatti, una bozza di progetto per il nuovo impianto già esiste. L’idea è realizzare uno stadio da circa 60 mila posti, circondato da diverse attrazioni, come il museo del club rossonero, e altre attività. Niente spazio, invece, per un centro di allenamento. Ma la cosa certa è che il Milan punta a una struttura spettacolare e all’avanguardia a livello mondiale.

Già la prossima settimana potrebbero esserci altri incontri tra i rossoneri e il Comune di San Donato per mettere a terra il progetto. L’area San Francesco è «destinata dagli strumenti urbanistici vigenti ad Ambito di trasformazione strategico sovracomunale cioè è previsto uno sviluppo urbanistico che abbia una valenza e una importanza non solo sandonatese», ha scritto il primo cittadino del Comune dell’hinterland di Milano in una lettera aperta al Cit- tadino di Lodi. Sarà comunque necessaria una variante urbanisti- ca per realizzare l’impianto.

Anche se il Milan ufficialmente nega di aver abbandonato le altre ipotesi sul campo, la prospettiva di mantenere lo stadio a Milano diventa sempre più opaca. Su San Siro pende la spada di Damocle del vincolo sul secondo anello del Meazza che nel 2025 compirà 70 anni. Spetterà alla sovrintendente Emanuela Carpani sciogliere i dubbi. Intanto Palazzo Marino si sta muovendo per trovare una soluzione B per tenere insieme Inter e Milan in città. Lunedì, durante una capogruppo, il sindaco Beppe Sala ha svelato ai consiglieri l’esistenza di un’area in cui la realizzazione di uno stadio sarebbe fattibile. Si tratta del terreno in viale Puglie di proprietà della Sanitaria Ceschina, dove c’è il tendone del Cirque du Soleil. Sono già stati fatti dei sopralluoghi e dei rilievi. Ma le verifiche tecniche non sono ancora state eseguite. L’area, per dimensioni, sembra poter effettivamente contenere un impianto.

Ma al momento i due club non avrebbero preso in considerazione l’ipotesi del primo cittadino. «Valutare ipotesi alternative — spiega il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Fiippo Barberis — non toglie nulla alla volontà che ha espresso il Consiglio di voler continuare con il progetto originario: Milan e Inter nell’area di San Siro». Mentre sull’ipotesi di viale Puglie, il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi, afferma: «Per noi l’importante è che il progetto sia senza consumo di suolo e non abbia un impatto negativo. Vediamo le verifiche tecniche. Anche se l’area sembra piccolissima. La grande speranza della giunta è che la sovrintendente non rispetti la legge e non metta il vincolo sul Meazza». È dura invece l’opposizione di centrodestra su viale Puglie. «La proposta mi sembra irricevibile — dice Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia — , non solo dalle società ma anche dai residenti che da anni aspettano la realizzazione del secondo lotto del Parco Alessandrini».
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Ancora lo scemo Sala, a Sky:"Sarebbe spiacevole perdere lo stadio a Milano, è un dialogo tra noi e le squadre ed è inutile che creiamo entropia su questo. Le squadre sanno qual è la realtà e vedranno di fare le loro valutazioni. Non possiamo più continuare a parlare di stadio, ormai è una fatto di atti e non di chiacchiere, io non voglio aggiungere più nulla, quello che dovevo dire l’ho detto in consiglio comunale”
 
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Repubblica: uno stadio da 60 mila posti che stupisca a livello internazionale. Con un limite da rispettare: il costruito dovrà essere al di sotto dei 180 mila metri quadrati imposti dal Piano di governo del territorio. Dunque, nel progetto, per ragioni di spazi, non sarebbe compreso anche Milanello, ipotesi originaria che era stata immaginata per lo stadio alla Maura. È ciò a cui sta puntando il Milan per l’area di San Francesco a San Dona- to Milanese. In proposito è stato già sottoscritto un accordo tra il club rossonero e Sport Life City, proprietaria dell’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto. Un’intesa che di fatto dà avvio ufficialmente alla procedura del percorso che potrebbe portare alla costruzione del nuovo stadio di proprietà del Milan. L’accordo, che riguarda la cessione di permessi urbanistici, è privato perché l’area San Francesco, che si sviluppa tra l’autostrada A1 e la Tangenziale Est, con adiacente linea ferroviaria, è privata.

«L’avvio della procedura — spiega Francesco Squeri, sindaco di San Donato — non implica al momento la certezza che lo stadio verrà costruito a San Donato. Il Milan non ha già deciso. Siamo in una fase preliminare, la squadra deve ancora presentarci il progetto. Stiamo andando avanti con la burocrazia per capire se è fattibile. Solo con il progetto in mano potremmo poi coinvolgere tutti gli enti preposti: dalla Città Metropolitana, alle Ferrovie dello Stato, alla Regione, al Comune di Milano».

Ma tra tutte le ipotesi avanzate finora (Sesto San Giovanni e San Siro), quella di San Donato sembra al momento la più appetibile. «La sensazione, per ora, è che il Milan reputi l’area di San Francesco molto interessante», afferma il sindaco. Infatti, una bozza di progetto per il nuovo impianto già esiste. L’idea è realizzare uno stadio da circa 60 mila posti, circondato da diverse attrazioni, come il museo del club rossonero, e altre attività. Niente spazio, invece, per un centro di allenamento. Ma la cosa certa è che il Milan punta a una struttura spettacolare e all’avanguardia a livello mondiale.

Già la prossima settimana potrebbero esserci altri incontri tra i rossoneri e il Comune di San Donato per mettere a terra il progetto. L’area San Francesco è «destinata dagli strumenti urbanistici vigenti ad Ambito di trasformazione strategico sovracomunale cioè è previsto uno sviluppo urbanistico che abbia una valenza e una importanza non solo sandonatese», ha scritto il primo cittadino del Comune dell’hinterland di Milano in una lettera aperta al Cit- tadino di Lodi. Sarà comunque necessaria una variante urbanisti- ca per realizzare l’impianto.

Anche se il Milan ufficialmente nega di aver abbandonato le altre ipotesi sul campo, la prospettiva di mantenere lo stadio a Milano diventa sempre più opaca. Su San Siro pende la spada di Damocle del vincolo sul secondo anello del Meazza che nel 2025 compirà 70 anni. Spetterà alla sovrintendente Emanuela Carpani sciogliere i dubbi. Intanto Palazzo Marino si sta muovendo per trovare una soluzione B per tenere insieme Inter e Milan in città. Lunedì, durante una capogruppo, il sindaco Beppe Sala ha svelato ai consiglieri l’esistenza di un’area in cui la realizzazione di uno stadio sarebbe fattibile. Si tratta del terreno in viale Puglie di proprietà della Sanitaria Ceschina, dove c’è il tendone del Cirque du Soleil. Sono già stati fatti dei sopralluoghi e dei rilievi. Ma le verifiche tecniche non sono ancora state eseguite. L’area, per dimensioni, sembra poter effettivamente contenere un impianto.

Ma al momento i due club non avrebbero preso in considerazione l’ipotesi del primo cittadino. «Valutare ipotesi alternative — spiega il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Fiippo Barberis — non toglie nulla alla volontà che ha espresso il Consiglio di voler continuare con il progetto originario: Milan e Inter nell’area di San Siro». Mentre sull’ipotesi di viale Puglie, il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi, afferma: «Per noi l’importante è che il progetto sia senza consumo di suolo e non abbia un impatto negativo. Vediamo le verifiche tecniche. Anche se l’area sembra piccolissima. La grande speranza della giunta è che la sovrintendente non rispetti la legge e non metta il vincolo sul Meazza». È dura invece l’opposizione di centrodestra su viale Puglie. «La proposta mi sembra irricevibile — dice Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia — , non solo dalle società ma anche dai residenti che da anni aspettano la realizzazione del secondo lotto del Parco Alessandrini».

Ancora lo scemo Sala, a Sky:"Sarebbe spiacevole perdere lo stadio a Milano, è un dialogo tra noi e le squadre ed è inutile che creiamo entropia su questo. Le squadre sanno qual è la realtà e vedranno di fare le loro valutazioni. Non possiamo più continuare a parlare di stadio, ormai è una fatto di atti e non di chiacchiere, io non voglio aggiungere più nulla, quello che dovevo dire l’ho detto in consiglio comunale”
speriamo che non lo facciano.
sarà un ***** sicuro.
 

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Repubblica: uno stadio da 60 mila posti che stupisca a livello internazionale. Con un limite da rispettare: il costruito dovrà essere al di sotto dei 180 mila metri quadrati imposti dal Piano di governo del territorio. Dunque, nel progetto, per ragioni di spazi, non sarebbe compreso anche Milanello, ipotesi originaria che era stata immaginata per lo stadio alla Maura. È ciò a cui sta puntando il Milan per l’area di San Francesco a San Dona- to Milanese. In proposito è stato già sottoscritto un accordo tra il club rossonero e Sport Life City, proprietaria dell’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto. Un’intesa che di fatto dà avvio ufficialmente alla procedura del percorso che potrebbe portare alla costruzione del nuovo stadio di proprietà del Milan. L’accordo, che riguarda la cessione di permessi urbanistici, è privato perché l’area San Francesco, che si sviluppa tra l’autostrada A1 e la Tangenziale Est, con adiacente linea ferroviaria, è privata.

«L’avvio della procedura — spiega Francesco Squeri, sindaco di San Donato — non implica al momento la certezza che lo stadio verrà costruito a San Donato. Il Milan non ha già deciso. Siamo in una fase preliminare, la squadra deve ancora presentarci il progetto. Stiamo andando avanti con la burocrazia per capire se è fattibile. Solo con il progetto in mano potremmo poi coinvolgere tutti gli enti preposti: dalla Città Metropolitana, alle Ferrovie dello Stato, alla Regione, al Comune di Milano».

Ma tra tutte le ipotesi avanzate finora (Sesto San Giovanni e San Siro), quella di San Donato sembra al momento la più appetibile. «La sensazione, per ora, è che il Milan reputi l’area di San Francesco molto interessante», afferma il sindaco. Infatti, una bozza di progetto per il nuovo impianto già esiste. L’idea è realizzare uno stadio da circa 60 mila posti, circondato da diverse attrazioni, come il museo del club rossonero, e altre attività. Niente spazio, invece, per un centro di allenamento. Ma la cosa certa è che il Milan punta a una struttura spettacolare e all’avanguardia a livello mondiale.

Già la prossima settimana potrebbero esserci altri incontri tra i rossoneri e il Comune di San Donato per mettere a terra il progetto. L’area San Francesco è «destinata dagli strumenti urbanistici vigenti ad Ambito di trasformazione strategico sovracomunale cioè è previsto uno sviluppo urbanistico che abbia una valenza e una importanza non solo sandonatese», ha scritto il primo cittadino del Comune dell’hinterland di Milano in una lettera aperta al Cit- tadino di Lodi. Sarà comunque necessaria una variante urbanisti- ca per realizzare l’impianto.

Anche se il Milan ufficialmente nega di aver abbandonato le altre ipotesi sul campo, la prospettiva di mantenere lo stadio a Milano diventa sempre più opaca. Su San Siro pende la spada di Damocle del vincolo sul secondo anello del Meazza che nel 2025 compirà 70 anni. Spetterà alla sovrintendente Emanuela Carpani sciogliere i dubbi. Intanto Palazzo Marino si sta muovendo per trovare una soluzione B per tenere insieme Inter e Milan in città. Lunedì, durante una capogruppo, il sindaco Beppe Sala ha svelato ai consiglieri l’esistenza di un’area in cui la realizzazione di uno stadio sarebbe fattibile. Si tratta del terreno in viale Puglie di proprietà della Sanitaria Ceschina, dove c’è il tendone del Cirque du Soleil. Sono già stati fatti dei sopralluoghi e dei rilievi. Ma le verifiche tecniche non sono ancora state eseguite. L’area, per dimensioni, sembra poter effettivamente contenere un impianto.

Ma al momento i due club non avrebbero preso in considerazione l’ipotesi del primo cittadino. «Valutare ipotesi alternative — spiega il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Fiippo Barberis — non toglie nulla alla volontà che ha espresso il Consiglio di voler continuare con il progetto originario: Milan e Inter nell’area di San Siro». Mentre sull’ipotesi di viale Puglie, il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi, afferma: «Per noi l’importante è che il progetto sia senza consumo di suolo e non abbia un impatto negativo. Vediamo le verifiche tecniche. Anche se l’area sembra piccolissima. La grande speranza della giunta è che la sovrintendente non rispetti la legge e non metta il vincolo sul Meazza». È dura invece l’opposizione di centrodestra su viale Puglie. «La proposta mi sembra irricevibile — dice Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia — , non solo dalle società ma anche dai residenti che da anni aspettano la realizzazione del secondo lotto del Parco Alessandrini».

Ancora lo scemo Sala, a Sky:"Sarebbe spiacevole perdere lo stadio a Milano, è un dialogo tra noi e le squadre ed è inutile che creiamo entropia su questo. Le squadre sanno qual è la realtà e vedranno di fare le loro valutazioni. Non possiamo più continuare a parlare di stadio, ormai è una fatto di atti e non di chiacchiere, io non voglio aggiungere più nulla, quello che dovevo dire l’ho detto in consiglio comunale”

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Ruuddil23

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Repubblica: uno stadio da 60 mila posti che stupisca a livello internazionale. Con un limite da rispettare: il costruito dovrà essere al di sotto dei 180 mila metri quadrati imposti dal Piano di governo del territorio. Dunque, nel progetto, per ragioni di spazi, non sarebbe compreso anche Milanello, ipotesi originaria che era stata immaginata per lo stadio alla Maura. È ciò a cui sta puntando il Milan per l’area di San Francesco a San Dona- to Milanese. In proposito è stato già sottoscritto un accordo tra il club rossonero e Sport Life City, proprietaria dell’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto. Un’intesa che di fatto dà avvio ufficialmente alla procedura del percorso che potrebbe portare alla costruzione del nuovo stadio di proprietà del Milan. L’accordo, che riguarda la cessione di permessi urbanistici, è privato perché l’area San Francesco, che si sviluppa tra l’autostrada A1 e la Tangenziale Est, con adiacente linea ferroviaria, è privata.

«L’avvio della procedura — spiega Francesco Squeri, sindaco di San Donato — non implica al momento la certezza che lo stadio verrà costruito a San Donato. Il Milan non ha già deciso. Siamo in una fase preliminare, la squadra deve ancora presentarci il progetto. Stiamo andando avanti con la burocrazia per capire se è fattibile. Solo con il progetto in mano potremmo poi coinvolgere tutti gli enti preposti: dalla Città Metropolitana, alle Ferrovie dello Stato, alla Regione, al Comune di Milano».

Ma tra tutte le ipotesi avanzate finora (Sesto San Giovanni e San Siro), quella di San Donato sembra al momento la più appetibile. «La sensazione, per ora, è che il Milan reputi l’area di San Francesco molto interessante», afferma il sindaco. Infatti, una bozza di progetto per il nuovo impianto già esiste. L’idea è realizzare uno stadio da circa 60 mila posti, circondato da diverse attrazioni, come il museo del club rossonero, e altre attività. Niente spazio, invece, per un centro di allenamento. Ma la cosa certa è che il Milan punta a una struttura spettacolare e all’avanguardia a livello mondiale.

Già la prossima settimana potrebbero esserci altri incontri tra i rossoneri e il Comune di San Donato per mettere a terra il progetto. L’area San Francesco è «destinata dagli strumenti urbanistici vigenti ad Ambito di trasformazione strategico sovracomunale cioè è previsto uno sviluppo urbanistico che abbia una valenza e una importanza non solo sandonatese», ha scritto il primo cittadino del Comune dell’hinterland di Milano in una lettera aperta al Cit- tadino di Lodi. Sarà comunque necessaria una variante urbanisti- ca per realizzare l’impianto.

Anche se il Milan ufficialmente nega di aver abbandonato le altre ipotesi sul campo, la prospettiva di mantenere lo stadio a Milano diventa sempre più opaca. Su San Siro pende la spada di Damocle del vincolo sul secondo anello del Meazza che nel 2025 compirà 70 anni. Spetterà alla sovrintendente Emanuela Carpani sciogliere i dubbi. Intanto Palazzo Marino si sta muovendo per trovare una soluzione B per tenere insieme Inter e Milan in città. Lunedì, durante una capogruppo, il sindaco Beppe Sala ha svelato ai consiglieri l’esistenza di un’area in cui la realizzazione di uno stadio sarebbe fattibile. Si tratta del terreno in viale Puglie di proprietà della Sanitaria Ceschina, dove c’è il tendone del Cirque du Soleil. Sono già stati fatti dei sopralluoghi e dei rilievi. Ma le verifiche tecniche non sono ancora state eseguite. L’area, per dimensioni, sembra poter effettivamente contenere un impianto.

Ma al momento i due club non avrebbero preso in considerazione l’ipotesi del primo cittadino. «Valutare ipotesi alternative — spiega il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Fiippo Barberis — non toglie nulla alla volontà che ha espresso il Consiglio di voler continuare con il progetto originario: Milan e Inter nell’area di San Siro». Mentre sull’ipotesi di viale Puglie, il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi, afferma: «Per noi l’importante è che il progetto sia senza consumo di suolo e non abbia un impatto negativo. Vediamo le verifiche tecniche. Anche se l’area sembra piccolissima. La grande speranza della giunta è che la sovrintendente non rispetti la legge e non metta il vincolo sul Meazza». È dura invece l’opposizione di centrodestra su viale Puglie. «La proposta mi sembra irricevibile — dice Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia — , non solo dalle società ma anche dai residenti che da anni aspettano la realizzazione del secondo lotto del Parco Alessandrini».

Ancora lo scemo Sala, a Sky:"Sarebbe spiacevole perdere lo stadio a Milano, è un dialogo tra noi e le squadre ed è inutile che creiamo entropia su questo. Le squadre sanno qual è la realtà e vedranno di fare le loro valutazioni. Non possiamo più continuare a parlare di stadio, ormai è una fatto di atti e non di chiacchiere, io non voglio aggiungere più nulla, quello che dovevo dire l’ho detto in consiglio comunale”

il sindaco di San Donato dice che fra gli enti preposti da coinvolgere nel progetto c'è (ancora) il comune di Milano. Scusate l'ignoranza, ma perché? Non si doveva andare a san donato proprio per evitare le beghe con il comune milanese e con sto maledetto sala?
 
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Scusate se rilancio questo thread ma segnalo che a San Donato si sta svolgendo una manifestazione contro lo stadio.
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