Incredibile dichiarazione del sottosegretario alla sanità su La 7.
Non capisco perché arrabbiarsi per le parole di Sileri.
Ha semplicemente detto quello che sapevano tutti, ovvero che non c'è nessuna emergenza reale, ma solo un programma sistematico per l'annientamento della coscienza individuale, in favore di una società totalitarizzata, votata al sacrificio della sua dignità, in nome di un interesse plutocratico più grande, mascherato come salvezza collettiva.
E la pericolosità di quelli che lui definisce "no-vax", che non sono realmente tali in quanto ci sono tantissimi vaccinati nelle piazze, sta proprio nel non piegarsi al diktat.
Chi non si piega è un pericolo per tutti, e non per la diffusione del virus, ma per la diffusione delle idee. Per la diffusione di una visione differente, rispetto alla vulgata dominante.
Se tale vulgata dovesse infatti venire contrastata da pensieri alternativi, ecco che il processo di totalitarizzazione della popolazione crollerebbe sotto il suo stesso peso.
Il totalitarismo, infatti, funziona sempre quando tutti sono omogenei nella visione.
Per questo nei regimi nel '900 esisteva il confino. Per isolare chi, rifiutando la logica totalitaria, avrebbe potuto destabilizzare il processo di uniformazione del pensiero.
Perché il totalitarismo non ammette replica. Non ammette visione alternativa.
Qui il virus c'entra poco e niente. Non è più una questione sanitaria, semmai lo sia mai stata.