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E' una guerra : da una parte i pazienti e i familiari degli stessi coi sindaci al fianco e medici, dall'altra lo stato.
Questo scontro è eloquente di quanto diciamo da giorni : esiste una situazione che ci riportano, con tanto di schemi, tabelle , previsioni , voti positivi e lodi e poi , dall'altra parte, esiste la vita reale.
Prese di posizione cosi forte servono per prendere le distanze e mettere nero su bianco del tutto.
Per i dispositivi di protezione c'è un problema a livello globale, persino lo Stato e la protezione civile fanno fatica a reperirli.
Per quanto riguarda i tamponi ci sono limiti strutturali e tecnici che non possono essere valicati in tempo zero. Peraltro, c'è anche l'esempio della Spagna che ha acquistato Xmila kit per il test per poi accorgersi che non erano validi(per far capire quale sia la situazione a livello globale).
Capitolo a parte le RSA. Si tratta di strutture private, alcune convenzionate, con rette altissime poste a carico del privato o, in taluni casi, del Comune. Per quanto riguarda Milano(ma penso valga per tutti i Comuni), è il Comune che affida le RSA a gestori esterni. Quindi il Sindaco non può fare lo gnorri e lavarsene le mani: deve chiedere conto al gestore da lui scelto, in caso di risposte insoddisfacenti deve attivarsi in prima persona e solo dopo richiedere l'intervento degli organi amministrativi superiori(provincia, regione, stato).
Insomma, stanno facendo solo sterile polemica politica. In questo momento bisogna solo dare pieno appoggio a chi ha la responsabilità di decidere, sia a livello locale che nazionale, a prescindere dallo schieramento politico, facendo proposte costruttive e senza scadere nelle solite becere dispute da pollaio.
Ma, purtroppo, vedo che in tanti, a livello nazionale e locale, continuano a far prevalere interessi di parte sugli interessi della collettività. Tanto poi basta un minuto di silenzio con la fascia tricolore, qualche hashtag, un applauso a medici e infermieri sul balcone, un paio di preghiere e va bene così(discorso che vale sia per i politici che per i cittadini)
), ma la situazione in Lombardia non è paragonabile a quella di nessuna regione italiana. In Veneto ci sono circa 9mila casi totali, in Lombardia siamo a 44mila... Sicuramente, guardando il numero dei tamponi, il Veneto ha reagito meglio perché ne ha fatti solo 9mila in meno avendo la metà degli abitanti. I motivi non li conosco: può essere che sia dovuto al fatto che la provincia più popolosa del Veneto non arrivi al milione di abitanti mentre in Lombardia ce ne sono ben tre che superano quella soglia e quindi la situazione sia precipitata repentinamente, può essere perché il focolaio Veneto è scoppiato prima di quelli di Bergamo e Brescia, può essere che ci siano stati errori più o meno gravi da parte degli amministratori regionali... Boh. Ma queste sono valutazione che si faranno dopo. Tanto in questo momento di certo non si possono cambiare, quindi l'unica è dare il massimo supporto a chi deve decidere a tutti livelli.