Sacchi:"Milan europeo ma vorrei vederlo più connesso. Lo scudetto...".

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Arrigo Sacchi alla GDS in edicola. Le dichiarazioni del tecnico sul suo Milan e sulla lotta scudetto di oggi

Sacchi, c om’era il calcio di
quel t empo?
«Bello,avevo trent’annidime-
no... A parte gli scherzi, l ’am-
bienteera simileaquellodiog-
gi perchéinItalianonsimuove
mainulla. Noiitaliani abbiamo
il rifiutodelrinnovamento.Di-
ciamoche c’eranoduesquadre
fortissime, il Napoli e l ’Inter,
cheseguivano ilsolcodellatra-
dizione i taliana, e p oi c’era il
mio Milan che percorreva
un’altra strada».

Il Milan era un’anomalia,
dunque.
«Sì,era qualcosa cheu sciva dai
binari della storia. Fu il presi-
dente Berlusconi a dire che noi
avevano tre obblighi: vincere,
convincere e divertire. Prima i
presidenti pensavano soltanto a
portare a casa il risultato. Pen
sate che lui, c ome prima mos-
sa, tolse ai giocatori i p remi-
partitaemiseipremi aobietti-
vo:searrivateterzi, prendete x;
se arrivate secondi, prendete y,
searrivate primi... Nel1988 ar-
rivammo primi e cominciam-
mo la grande avventura».

I suoi avversari in panchina
erano Ottavio Bianchi e G io-
vanni Trapattoni.
«Grandissimi tattici, bravissi-
mi a bloccare il nemico e a r i-
partire. Io la pensavo in modo
diverso, però. Vedete, loro a ve-
vano un passato e in q uel pas-
sato avevanovinto tanto: logico
che continuassero a proseguire
su quel percorso .Io,invece,che
nonavevo passato,potevaavere
soltanto unfuturo edunquela-
vorai p er costruire q ualcosa di
nuovo. Ma Bianchie il Trap so-
no stati allenatori fantastici».

E f antastiche erano quelle
squadre, vero?
«Illivellotecnicoeramoltoalto
in tutto il c ampionato. Faccio
qualcheesempio.IlNapoliave-
va Maradona e C areca, il Milan
aveva G ullit e V an Basten, l’In-
ter a veva Diaz e S erena e p oi
Serena e Klinsmann,laFioren-
tina aveva Roberto B aggio, nel-
la Sampdoria c’erano Vialli e
Mancini. Insomma, tanti c am-
pioni che impreziosivano la
scena».

Oggi la qualità è inferiore?
«Se prendiamo il Napoli di
Spalletti, il Milan di Pioli el’In-
ter di Simone I nzaghi, devo
ammettere che ci sono ttimi
interpreti e discrete concezioni
di gioco. Ma si deve fare di più,
si deve avere più coraggio per-
ché soltanto con i l coraggio s i
possono ottenere grandi risul-
tati internazionali. E l ’Italia d i
Mancini s ta lìa dimostrare
questa teoria».

Èrimasto sorpreso dal-
l’esplosione d l Napoli?
«Sorpresono ,però aspetto pri-
ma di dare un giudizio definiti-
vo. IntantodicocheSpallettista
facendo u n o ttimo l avoro e l a
cosa mi rende f elice: l’ho sem-
pre stimato e s o c he adesso ha
lapossibilitàditrasmettereuna
personalitàfortealsuo gruppo.
Gli s erve trovare l a c ontinuità.
Ecomunquenon dimentichia-
mo chevincere aNapolièmol-
to più d ifficile c he vincere a
Milano o a T orino: è u na que-
stione d i s toria, d i h umus so-
ciale. Ora c ’è entusiasmo, m a
che c osa s uccederàquando
sorgeràqualcheproblema?Co-
me reagiràil pubblico? I o n on
so rispondere. P eròso che
Spalletti, oltre ad allenare igio-
catori, d ovràallenare anche
l’ambiente"

L’Inter di Simone Inzaghi
viaggia forte n onostante s iano
andati via Lukaku e Hakimi. «Inzaghi è bravo,
ha mantenuto l’ossatura della passata sta-
gione, non ha cambiato modu-
lo. È partito u n a ttaccante for-
midabile c ome L ukaku, ma i
gol l ’Inter li segna lo s tesso. E
ciò significa che è i l gioco a
produrre i g ol, p rima ancora
deigiocatori.Dainerazzurrimi
aspetto più coraggio. N on vor-
reivederli sempre in superiori-
tànumerica in fase difensiva e
ininferioritànumericaquando
attaccano. Èun retaggio d ella
tradizione i taliana, ma se vo-
gliamo p rogredire dobbiamo
rischiare q ualcosa d i p iù, a vere
la sfrontatezza d i a ccettare
l’uno-contro-uno come accade
in Europa».

Il Milan di Pioli l e p iace?
«Come modo di giocare e d i
stare sul campo il Milan è una
squadra europea. ta facendo
benissimo. Qualche volta, tut-
tavia,anche i rossoneri devono
imparare a prendersi qualche
rischio in più. Sono tutti ragaz-
zi, non hanno tanta esperienza
e quindi devono sopperire a
questo gap con il gioco e con la
compattezza del gruppo. Però
vorrei vederli più vicini tra di
loro, reparti più connessi, i n
modo che i l pressing diventi
quasi naturale. Se fai pressing
bene, recuperi i l p allone i n
fretta e l o gestisci. E p oi serve
un maggioremovimento senza
palla, perchécosìsiaumentala
velocitàdella manovra. Co-
munque,loripetoper la mille-
sima volta, ci vuole pazienza:
se per fare u n b ambino ci vo-
gliononovemesi,vogliamoda-
re a u n a llenatore a lmeno u n
tremesiditempo percostruire
il suo progetto?».

Finiràcome negli a nni Ot-
tanta: Napoli, Milan e I nter a
giocarsi l o s cudetto?
«Nonsonounmago, peròque-
ste tre s tanno a ndando forte,
mentre la Juve ha ancora pro-
blemi d a r isolvere. Èpossibile
che s ia una l otta a t re. E m i f a-
rebbe p iacere perchémi ripor-
terebbe i ndietro n el tempo
quando noi d el Milan batteva-
mo il giocatore p iù forte d el
mondo, dimostrando che u na
squadravalevapiùdiunsingo-
loanchesequelsingolosichia-
mava Maradona»
 
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