Resto della mia idea che il virus è diventato meno cattivo e che è giusto uscire e cercare di tornare alla solita vita.
E' una tua idea rispettabilissima, ma che ha zero fondamento scientifico. A oggi noi sappiamo che un virus che è circolato silenziosamente per un mese e mezzo a un certo punto ha iniziato a mandare in terapia intensiva centinaia di persone al giorno, uccidendone più di 30mila. Come e perché ci sia stato questo "salto" di aggressività non lo sappiamo ancora. E, finché non si chiarisce questo punto, dobbiamo prestare massima attenzione.
Quello che certi utenti dicono è che le persone debbano comunque in un certo senso farsi una sorta di auto lockdown. La follia pura!
Se un atleta si rompe il crociato, dopo X mesi il medico gli dice che può iniziare a fare una blanda attività fisica e l'atleta si mette a fare sessioni massacranti di allenamento perché pensa di recuperare più velocemente la forma di prima, il folle è il medico o l'atleta?
L'Italia è un Paese convalescente(anzi, è ancora un malato in via di guarigione) che non può in nessun caso permettersi una ricaduta, che sarebbe la pietra tombale su questo Paese.
Ma poi è ora di tirare fuori le palle! Questo è il banco di prova, se il numero dei contagi non aumenta di molto, significa che abbiamo sconfitto definitivamente o quasi questo schifo! Prima o poi una prova di riapertura totale andava fatta, questo era il momento giusto per farla! Meglio prima che dopo. E infine è anche giusto far girare sta benedetta economia! Se tutto se ne stanno a casa, che cavolo aprono a fare bar e ristoranti? Mha...
No, non era questo il momento. Dal punto di vista sanitario è stata una pazzia. D'altro canto, non c'erano i soldi per tenere ancora la gente a casa e hanno dovuto riaprire. Lo dimostrano i mirabolanti protocolli che, oltre a far ridere in molti casi, sono un chiaro disincentivo alle riaperture. Bisognerebbe approcciarsi a questa nuova fase tenendo bene in mente il concetto che hanno riaperto non perché la situazione sanitaria lo conentisse ma perché non potevano non riaprire.
Concludo dicendo che nessuno tra quelli che invitano alla prudenza lo fa per un sentimento perverso di vedere i locali chiudere né spera in lockdown né ignora quanto sia drammatica la situazione di molti imprenditori, proprietari di locali ecc. Semplicemente siamo in una situazione in cui è molto difficile trovare il giusto equilibrio tra esigenze sanitarie ed esigenze economiche perché è assolutamente vero che se salta l'economia salta anche la sanità, ma è altrettanto vero che una situazione sanitaria allo sfascio non può che avere ripercussioni fatali anche sull'economia.