comunque non è fuori dal mondo che il venditore presti i soldi al subentrante.
In pratica il compratore si garantisce la totale copertura finanziaria dell’operazione al momento del signing, in vista del closing, a fronte di un WACC pianificato più alto della media del mercato, per poi ricercare nel mercato dei capitali fondi che costano meno.
Il venditore si garantisce un extra profitto (sul prestito) e/o una quota dei futuri profitti (grazie alla quota di minoranza).
Chiaramente questa struttura ha i suoi rischi e funziona se chi compra non è Li Yonghong o Manenti, ma non sembra essere il caso, qui. Questa struttura finanziaria richiede che ci sia grande fiducia nel compratore/Partner, soprattutto nella sua capacità di attuare un piano industriale concordato.
Capisco che a molti non possa piacere (anche io ho perplessità) ma non è per niente scandaloso.
Il problema è che un modello del genere, proprio in ragione dell’alto costo del capitale, ha nel cash flow il suo punto debole: funzionerebbe molto meglio se la società generasse un flusso di cassa positivo, cosa che raramente accade con una società di calcio.
È pur vero che la questione stadio e collaterali, e la futura rivalutazione del club possono rappresentare l’opportunità per gli investitori… che dire, io sono perplesso, ma non scandalizzato.