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Arianna Ravellli dal CorSera in edicola: il Milan vede Sant’Ambrogio e abdica allo scudetto perché possiamo anche ripeterci che mancano un sacco di partite (vero), ma 18 gol subiti (più di quelli di Inter e Juve assieme) non stanno nel curriculum di una candidata a vincere il campionato. È vero che l’arbitro La Penna espelle con severità Calabria nel finale e toglie un altro mattoncino alla difesa sgangherata milanista (su Muriel che si diverte col tacco il marcatore è Adli, e questo la dice tutta), ma qui c’è un problema di fondo, un meccanismo che si è inceppato, anche nella testa. La prima mezz’ora del secondo tempo è incomprensibile, oltre che inaccettabile, per mollezza e fragilità. Il 2-2 arriva infatti quando l’Atalanta è calata fisicamente, il Milan quando si sveglia mostra anche di poter vincere (d’altronde la squadra di Gasperini sta solo poco meno peggio), ma lo fa tardi e a sprazzi, denunciando un disequilibrio generale, poche e confuse idee, e anche un atteggiamento che non convince. Col Newcastle serve, almeno, un’altra prestazione, il passaggio del girone di ferro è sempre stato molto difficile, ma in una stagione così anche l’Europa League può essere una consolazione. Ps: nessun killeraggio di Paolo Maldini per interposto De Ketelaere, perché della partita del grande ex resta molto più impresso il gol sbagliato sottoporta che non l’assist per il 2-1 di Lookman. Il Milan ha tanti rimpianti, anche dal mercato estivo zeppo di giocatori a metà, Cdk non è tra questi.