Per colpa di tutti sti neologismi odiosi (come la parola "ecoansia") e di chi li usa, ci va di mezzo chi di ansia soffre realmente.
C'è palesemente una voglia di (far finta di) soffrire di nuovi disturbi "cool" e alla moda, così si va di corsa su instagram a scrivere quanto si è alla moda a soffrire di "ecoansia", con tanto di "?" finale.
Nella società moderna, in Occidente, la stragrande maggioranza dei disturbi d’ansia è dovuta a questioni che, per chi non le vive, sono assolutamente superabili o non motivo di particolare preoccupazione. In generale io sono per il rispetto di chiunque viva una situazione del genere, per qualunque motivo, perché può causare seri danni o comunque un sensibile peggioramento della qualità della vita. Non penso che qualcuno possa stabilire per quali motivi un singolo possa essere in ansia e per quali no: è uno stato soggettivo che va rispettato. Se per qualcuno il cambiamento climatico è motivo di un disturbo d’ansia(reale!) tale da causargli problemi non penso sia corretto giudicarlo: l’unica cosa da fare è consigliargli di affrontare il problema come si affrontano tutti i disturbi d’ansia.
A mio parere, poi, bisognerebbe aprire un capitolo a parte su come i media affrontano ogni questione: sensazionalismo e allarmismo a ogni costo solo per fare ascolti/vendere tre copie in più. Vale praticamente per qualunque cosa succeda. Si creano allarmi, spesso anche per interessi di propaganda politica, senza curarsi delle conseguenze che questi allarmi possono causare in persone che, legittimamente, non possono avere le conoscenze specifiche per poter comprendere pienamente ogni questione.