E' un'idea molto affascinante quella di affidare le chiavi della rinascita rossonera a un giocatore come Belotti, rossonero fino al midollo e che in campo mostra una cattiveria agonistica incredibile: attacca gli spazi con grandissima ferocia e, nonostante abbia una bella stazza possiede una buona velocità, non è il classico paracarro. Per le difese sarebbe un continuo pericolo perché ha una forza nelle gambe incredibile e ti sfianca muovendosi sia in profondità che incontro al pallone nell'arco di tutti i 90 minuti, per non parlare di quello che fa in fase di non possesso, a tali propositi le statistiche dicono che è l'attaccante che recupera più palloni ma è anche quello che commette più falli. Se devo fare un paragone dico che ricorda parzialmente il Diego Costa dell'Atlético, purtroppo però la tecnica nello stretto e la capacità di fraseggio dello spagnolo Belotti non ce l'ha e molto probabilmente non ce l'avrà mai, insomma è un giocatore che viene da un anno e mezzo al top, ma che bisogna valutare in contesti più competitivi, inoltre c'è da dire che sembra un ragazzo molto passionale e non è detto che possa reggere certe critiche, al Toro se non segni per 4-5 partite consecutive non se ne accorge nessuno, al Milan è diverso.
Morata, invece, è un attaccante completo: possiede la rapidità e la classe di una seconda punta e il fisico e l'istinto del gol di un centravanti, e infatti è in grado di fare sia la prima punta che la seconda punta (al Real addirittura, prima di andare alla Juve, ha fatto l'esterno a volte). Tecnicamente è validissimo: sa dialogare nello stretto, ha una conduzione perfetta del pallone, sa calciare e far gol in tutti i modi.
Su di lui ho qualche riserva dal punto di vista caratteriale, finora ha reso alla grande soltanto quando non aveva grosse pressioni addosso: alla Juve il primo anno partiva in sordina perché c'erano Tévez e Llorente e si è reso protagonista nella seconda parte di stagione rubando il posto al connazionale e quest'anno al Real, dove il titolare è Benzema e a lui viene lasciato spazio nelle partite più abbordabili.
Nell'unico anno in cui la società puntava fortemente su di lui, e parliamo della scorsa stagione, lo spagnolo ha quasi totalmente fallito, a tal punto che in alcune partite gli è stato preferito addirittura Zaza.
Di contro però ha dimostrato di saper incidere quanto conta: nel primo anno ha portato lui la Juve in finale, nel secondo, nonostante l'annata negativa, ha deciso una finale di Coppa Italia e ha fatto una prestazione fantastica contro il Bayern agli ottavi. Questo è un aspetto che bisogna valutare bene.
Poi c'è Aubameyang che è quello che ho seguito meno e allo stesso tempo quello che mi piace meno.
E' in possesso di una grande velocità e di una buona tecnica, si vede dai gol che fa: cui calcia e controlla il pallone in modo sempre pulito, quindi non siamo ai livelli catastrofici di Bacca, però rimane essenzialmente un finalizzatore in un sistema ben oliato: i vari Reus, Kagawa, Dembelé, ecc. lo mettono in condizione di segnare e lui la butta dentro, quello che mi chiedo è: in Italia squadre che creano a partita quanto fa il Dortmund non ci sono (l'unica è forse il Napoli), così come non ci sono squadre che lasciano tanti spazi a disposizione, per cui gli attaccanti del nostro campionato in diversi casi sono costretti a sfruttare quelle pochissime occasioni a disposizione, ecco Aubameyang è in grado di buttarla dentro all'unica chance che capita? Poi un'altra cosa: è in grado di far reparto da solo, di aprire spazi ai compagni con i suoi movimenti? Non credo, anzi mi sembra il classico attaccante che magari segna una tripletta al Pescara di turno, però poi in un derby non struscia un pallone..