Pioli trasformista: basta dogmi e tanta flessibilità post derby.

Marilson

Milano vende moda
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
7,917
Reaction score
3,144
Come riportato dalla GDS in edicola, dopo lo shock nel derby Pioli ha cambiato il Milan. Il tecnico ha tenuto la barra dritta dentro lo spogliatoio e la società ha spedito a Milanello il mental coach... Ibra. Ma Pioli gestisce lo spogliatoio in prima persona e lo fa con metodologia Ancelottiana. Non va mai allo scontro coi giocatori. Cerca di ricaricare le menti. Compattezza del gruppo come primo comandamento. In stagione si sono visti diversi moduli: dal solito 4-3-3 al 4-2-4 del secondo tempo di Genova al 4-2-3-1 di Dortmund. Dopo il disastro del derby, Calabria è stato ricollocato terzino, non più accentrato come visto a Roma. L'esperimento forse verrà ritentato nei mesi più tranquilli. Quest'anno si registra una massima applicazione contro le medio piccole: i rossoneri non hanno mai perso punti.

Tuttosport: C ’è chi cambia poco oppure mai e c’è chi, come Stefano Pioli, è in costantemente movimento con idee a volte forse anche troppo innovative che gli hanno spesso procurato delle critiche - in particolare da una parte dei tifosi social che lo avrebbero cambiato anche il giorno dello scudetto... -, ma che a conti fatti, vedi il 4-2-4 della mezz'ora finale di Marassi, lo hanno riportato dopo oltre 500 giorni in testa alla classifica in solitaria. Il coraggio delle sue idee tattiche ha pagato e dopo un derby perso nettamente, ha saputo voltare pagina, cambiare uomini e a volte assetto di gioco per trovare le opzioni giuste per risollevare la squadra e dare continuità a un progetto, nuovo, partito in estate. Pioli, che piaccia o no, soprattutto da quando è diventato allenatore del Milan ha mostrato un lato di sé che prima non era riuscito a far emergere. Il tecnico del biennio alla Fiorentina o quello che passò rapidamente dall’Inter, era definito un normalizzatore. Al Milan ha saputo trasformarsi, progredire. L’evoluzione del tecnico emiliano dal 2020 ad oggi è stata costante. Certo, non sempre ha prodotto risultati, basti pensare agli obiettivi sfumati nella scorsa annata cominciata da campioni d’Italia, ma Pioli - arrivato a quota 198 panchine col Diavolo - non si è fermato, è andato avanti, ha cercato, sempre con delle novità, di superare i vari momenti di crisi. Come ha ricordato lui stesso in una recente intervista a “Il Nuovo Calcio” è in perenne rinnovamento: «Certamente c'è stata un'evoluzione nel mio modo di proporre calcio e deriva dalla passione con cui affronti ogni giorno il campo, dalla curiosità che ti porta ad aggiornarti, a vedere tante cose. Sono vent'anni che alleno prime squadre - ha spiegato Pioli - e se penso come lavoravamo allora con il mio staff... Ci sono stati cambiamenti su qualsiasi aspetto, sulla parte tecnico-tattica, sulla preparazione fisica, sulla comunicazione, sul rapporto coi giocatori». Come detto, dopo il ko contro l'Inter, il Milan non è crollato. Ha accusato i colpi ricevuti, ma come Rocky non si è piegato e con gradualità ha reagito. Cambiando anche volto dopo quattro gare in cui Pioli aveva insistito sul solito undici con le novità a metà campo Loftus-Cheek (box-to-box) e Reijnders (un po' mezzala, un po' trequartista) e i terzini dentro al campo ad affiancare Krunic come mezzali aggiunte. Per esempio, la vittoria col Verona, faticosa, è arrivata col 3-4-3: senza i terzini titolari, Pioli si è inventato Musah quinto di destra e ha portato a casa una vittoria fondamentale per l'umore e la classifica. Il centrocampista americano è uno dei simboli del nuovo Milan trasformista perché è stato utilizzato da Pioli come esterno, come mezzala e come regista, lì dove il tecnico ha perso Krunic, rilanciando però Adli. Il francese, oggetto misterioso per tredici mesi, è stato plasmato in estate da centrocampista centrale e nelle ultime partite ha dato il suo contributo. Così come i vari attaccanti arrivati in estate che hanno permesso a Pioli di andare oltre Giroud e Leao, ruotando le pedine, schierando tridenti diversi con Pulisic e Okafor già determinanti (vedi Cagliari e Lazio), in attesa che scocchi la scintilla in Chukwueze e Jovic ritrovi una condizione brillante.

l'ho gia' detto in un altro thread. Se mancano giocatori chiave devi cambiare. Senza Theo con la Juve deve giocare a tre dietro e spostare florenzi sulla linea dei centrocampisti
 

nybreath

Member
Registrato
19 Ottobre 2016
Messaggi
2,398
Reaction score
638
Come riportato dalla GDS in edicola, dopo lo shock nel derby Pioli ha cambiato il Milan. Il tecnico ha tenuto la barra dritta dentro lo spogliatoio e la società ha spedito a Milanello il mental coach... Ibra. Ma Pioli gestisce lo spogliatoio in prima persona e lo fa con metodologia Ancelottiana. Non va mai allo scontro coi giocatori. Cerca di ricaricare le menti. Compattezza del gruppo come primo comandamento. In stagione si sono visti diversi moduli: dal solito 4-3-3 al 4-2-4 del secondo tempo di Genova al 4-2-3-1 di Dortmund. Dopo il disastro del derby, Calabria è stato ricollocato terzino, non più accentrato come visto a Roma. L'esperimento forse verrà ritentato nei mesi più tranquilli. Quest'anno si registra una massima applicazione contro le medio piccole: i rossoneri non hanno mai perso punti.

Tuttosport: C ’è chi cambia poco oppure mai e c’è chi, come Stefano Pioli, è in costantemente movimento con idee a volte forse anche troppo innovative che gli hanno spesso procurato delle critiche - in particolare da una parte dei tifosi social che lo avrebbero cambiato anche il giorno dello scudetto... -, ma che a conti fatti, vedi il 4-2-4 della mezz'ora finale di Marassi, lo hanno riportato dopo oltre 500 giorni in testa alla classifica in solitaria. Il coraggio delle sue idee tattiche ha pagato e dopo un derby perso nettamente, ha saputo voltare pagina, cambiare uomini e a volte assetto di gioco per trovare le opzioni giuste per risollevare la squadra e dare continuità a un progetto, nuovo, partito in estate. Pioli, che piaccia o no, soprattutto da quando è diventato allenatore del Milan ha mostrato un lato di sé che prima non era riuscito a far emergere. Il tecnico del biennio alla Fiorentina o quello che passò rapidamente dall’Inter, era definito un normalizzatore. Al Milan ha saputo trasformarsi, progredire. L’evoluzione del tecnico emiliano dal 2020 ad oggi è stata costante. Certo, non sempre ha prodotto risultati, basti pensare agli obiettivi sfumati nella scorsa annata cominciata da campioni d’Italia, ma Pioli - arrivato a quota 198 panchine col Diavolo - non si è fermato, è andato avanti, ha cercato, sempre con delle novità, di superare i vari momenti di crisi. Come ha ricordato lui stesso in una recente intervista a “Il Nuovo Calcio” è in perenne rinnovamento: «Certamente c'è stata un'evoluzione nel mio modo di proporre calcio e deriva dalla passione con cui affronti ogni giorno il campo, dalla curiosità che ti porta ad aggiornarti, a vedere tante cose. Sono vent'anni che alleno prime squadre - ha spiegato Pioli - e se penso come lavoravamo allora con il mio staff... Ci sono stati cambiamenti su qualsiasi aspetto, sulla parte tecnico-tattica, sulla preparazione fisica, sulla comunicazione, sul rapporto coi giocatori». Come detto, dopo il ko contro l'Inter, il Milan non è crollato. Ha accusato i colpi ricevuti, ma come Rocky non si è piegato e con gradualità ha reagito. Cambiando anche volto dopo quattro gare in cui Pioli aveva insistito sul solito undici con le novità a metà campo Loftus-Cheek (box-to-box) e Reijnders (un po' mezzala, un po' trequartista) e i terzini dentro al campo ad affiancare Krunic come mezzali aggiunte. Per esempio, la vittoria col Verona, faticosa, è arrivata col 3-4-3: senza i terzini titolari, Pioli si è inventato Musah quinto di destra e ha portato a casa una vittoria fondamentale per l'umore e la classifica. Il centrocampista americano è uno dei simboli del nuovo Milan trasformista perché è stato utilizzato da Pioli come esterno, come mezzala e come regista, lì dove il tecnico ha perso Krunic, rilanciando però Adli. Il francese, oggetto misterioso per tredici mesi, è stato plasmato in estate da centrocampista centrale e nelle ultime partite ha dato il suo contributo. Così come i vari attaccanti arrivati in estate che hanno permesso a Pioli di andare oltre Giroud e Leao, ruotando le pedine, schierando tridenti diversi con Pulisic e Okafor già determinanti (vedi Cagliari e Lazio), in attesa che scocchi la scintilla in Chukwueze e Jovic ritrovi una condizione brillante.

Io ne capisco poco di tattica ad alti livelli, ma per me invece Pioli fa sempre le stesse cose, ma soprattutto ha sempre gli stessi problemi, da anni, senza soluzioni.

Primo, l uomo tra le linee di centrocamp e difesa, ci fa sempre male, prende sempre palla e spesso da il via a 1v1 con i centrali, Tomori per me è sempre quello, ma ora è sempre piu spesso 1v1 e nel corso di una partita non li puoi mai vincere tutti i 1v1, poi lui ci mette la demenza con falli stupidi da rigore, ma quando poi ti trovi una squadra che 1v1 li vince, tipo l inter, allora prendi le botte.

Due, siamo una squadra di solo contropiede, l anno scorso solo da sx, ora un po anche da destra, ma a difesa schierata avversaria Pioli non ha soluzioni. La palla gira lenta, i cambi di gioco sono pochi e anche se vedo dozzine di penetrazioni, i giocatori non le servono mai mai e poi mai. Nel momento in cui l attacco non è piu in corsa, ma ci vuole un idea una tattica, i nostri non sanno che fare e ci sono le partite come il genoa che possono durare 3 giorni e non segni se non ti va un cross in mezzo di ****.
 
Registrato
8 Febbraio 2019
Messaggi
16,658
Reaction score
8,863
l'ho gia' detto in un altro thread. Se mancano giocatori chiave devi cambiare. Senza Theo con la Juve deve giocare a tre dietro e spostare florenzi sulla linea dei centrocampisti

puoi mettere anche Florenzi a sinistra senza mettere una difesa a tre. Dovrebbe rientrare anche Kalulu, per avere un cambio sulla destra.
 
Registrato
18 Settembre 2017
Messaggi
15,070
Reaction score
6,278
Il 90% di noi l'aveva detto che i terzini dentro il campo non va bene neanche in oratorio. Ieri piuttosto ancora qualche uscita a mo' di seguire in bagno il suo uomo di Tomori.

Qualcuno sa dove si vedono i cross delle squadre? Anche ieri forse siamo a zero.
 
Registrato
5 Luglio 2018
Messaggi
3,839
Reaction score
1,996
Io ne capisco poco di tattica ad alti livelli, ma per me invece Pioli fa sempre le stesse cose, ma soprattutto ha sempre gli stessi problemi, da anni, senza soluzioni.

Primo, l uomo tra le linee di centrocamp e difesa, ci fa sempre male, prende sempre palla e spesso da il via a 1v1 con i centrali, Tomori per me è sempre quello, ma ora è sempre piu spesso 1v1 e nel corso di una partita non li puoi mai vincere tutti i 1v1, poi lui ci mette la demenza con falli stupidi da rigore, ma quando poi ti trovi una squadra che 1v1 li vince, tipo l inter, allora prendi le botte.

Due, siamo una squadra di solo contropiede, l anno scorso solo da sx, ora un po anche da destra, ma a difesa schierata avversaria Pioli non ha soluzioni. La palla gira lenta, i cambi di gioco sono pochi e anche se vedo dozzine di penetrazioni, i giocatori non le servono mai mai e poi mai. Nel momento in cui l attacco non è piu in corsa, ma ci vuole un idea una tattica, i nostri non sanno che fare e ci sono le partite come il genoa che possono durare 3 giorni e non segni se non ti va un cross in mezzo di ****.
Questo è il difetto principale ad oggi del nostro gioco. Quest'anno si nota meno perchè il tasso tecnico è più elevato in mezzo al campo e perchè Florenzi sta rubando parecchi minuti a Calabria.

A difesa schierata Theo, Calabria e Leao pasticciano negli uno-due davvero tanto, se non sei pulito non arrivi mai al tiro. Pioli deve lavorare su soluzioni differenti.
 

gabri65

BFMI-class member
Registrato
26 Giugno 2018
Messaggi
21,298
Reaction score
16,194
Che fortuna che abbiamo, una sega di allenatore fino a tre anni fa, arriva al Milan e si trasforma in un top, Ancelotti scansati proprio.

Ma il bello è che era lì, libero e a disposizione delle altre squadre per decenni ad un tozzo di pane, gli altri non capiscono proprio gnente, sempre in cerca del plurititolato di turno.
 
Alto
head>