Piersilvio: "Torno a tifare e parlare di Milan."

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Se scende in politica e abbandona l'azienda,sicuro ci ricompra per riutilizzarci come giocattolo elettorale.
Secondo me ormai le cifre sono talmente fuori controllo nel calcio che una famaglia italiana, anche se ricchissima, non può permettersi un club come il Milan.
O almeno se lo si vuole vincente...
 

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Dopo aver parlato di politica e TV, Piersilvio a ruota libera anche sul Milan:

"Torno ad essere milanista al 100%? La nostra famiglia ha lasciato il calcio proprio con il Milan, ma ora posso tornare a essere tifoso del Milan e parlarne liberamente.
Mio padre e Galliani si sono inventati il sogno Monza, che però era il loro sogno. E lo dico con tutto l'amore e l'ammirazione profonda che ho per Galliani. Non c'erano le condizioni perché nessuno della famiglia si dedicasse con tempo dovuto al Monza e quindi è stato giusto imboccare la via che abbiamo imboccato. La tentazione di provarci ad essere presidente del Monza io l'ho avuta, ma poi il mio mestiere e la mia storia milanista, mi hanno indotto a ripensarci. Adesso il Monza ha un investitore che crede nel progetto e credo che questa sia la cosa più giusta per il club e per noi come famiglia.
I ricordi degli anni al Milan sono qualcosa di indelebile e bellissimo. Auguro al Milan il meglio possibile.
Il Milan l'ho seguito sempre con grande simpatia. Anzi, sono rimasto sempre tifoso rossonero al 100%. Vivendo in Liguria ho sviluppato una simpatia per il Genoa, ma il Milan è il Milan.
Allegri lo stimo molto per quello che ha fatto con noi. Ci ha regalato l'ultimo scudetto dell'era di mio padre, è bravo e ha le idee chiare. È l'allenatore giusto.
Ricci è bravo. E poi è italiano: secondo me la scelta di provare a costruire un gruppo di italiani è corretta.
Auguro una rinascita. La auguro a me stesso e a tutti i tifosi.

Per realizzare una grande impresa, soprattutto nel calcio, ci vuole di qualcosa di più della volontà di fare bene. Ci vuole un sogno e bisogna credere nelle proprie idee. Pensate se Cardinale adesso entrasse con tutta la squadra all'Arena a bordo di elicotteri sulle note della "Cavalcata delle Valchirie". Cosa gli direbbero? Lo prenderebbero in giro ogni giorno... Mio padre però era così: unico. E ha avuto ragione lui.
Sono stati anni di ricordi unici e indimenticabili. E' stato bellissimo soprattutto vedere la soddisfazione per i risultati che ottenevamo negli occhi di mio papà. Capire che il suo bel sogno si stava realizzando in maniera così rapida: vincere tutto dando spettacolo. Mi ha lasciato passione e amore per il calcio oltre a tante vittorie indimenticabili. Ma soprattutto mi ha dimostrato che tutto ciò che raccontava non era solo un sogno, ma un qualcosa che con il lavoro poteva diventare realtà."

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