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Piatek intervistato da FootTruck:"Le difficoltà a segnare? In partite ufficiali non ho segnato in media solo ogni partita e mezza. Dopo la preseason non ero pronto fisicamente come sono adesso. Non ero fresco per la partita contro l’Udinese. Non è facile adattarsi al gioco di Giampaolo. Dobbiamo conoscerlo, servirà del tempo. I difensori della Serie A? Ci sono state occasioni contro il Cesena in cui i difensori mi tenevano con entrambe le mani, quasi come in un combattimento. Per me è strano che gli arbitri in Italia proteggano più i difensori che gli attaccanti. Sono stato fortunato l'anno scorso? Non la vedo in questo modo. Se segni 30 gol in 48 partite non sei fortunato. Se segni otto gol in cinque o sei partite potresti aver avuto fortuna ma non è stato così. La malgia numero 9? Giampaolo mi ha detto scherzosamente che le persone prendono sul serio queste cose. Nell’ultima partita contro il Brescia quando la palla ha attraversato la linea, i giocatori hanno scherzato con me nello spogliatoio dicendomi ‘Perché questo 9? Cambialo’ ma ho sempre voluto giocarci. In Italia dicono che sono il tipico rapace d’area che è sempre in agguato ma le statistiche non confermano questo. Tocco spesso la palla e gioco per la squadra ma le persone dicono che devo migliorare nel mio lavorare fuori dall’area. Chi mi fa ridere nello spogliatoio? Uno solo, Franck Kessie. È molto positivo e incredibilmente pazzo. A lui non interessa, lui entra nello spogliatoio urlando, ballando, accendendo la musica quando qualcuno è al telefono. Rapporto con Paquetà? In qualche modo riusciamo a parlare, con un italiano improvvisato. Qualche volta lui usa il portoghese e i gesti. Gattuso era sempre confuso su come potevamo andare così bene ma siamo amici stretti. Lui ha un incredibile potenziale. Non ha solo abilità tecniche ma ha anche delle gambe potenti ed è forte fisicamente. Ha anche quel talento e quella capacità di prendersi rischi che fa arrabbiare a volte Giampaolo ma che un giocatore necessita perché dia fiducia. Il Milan è una squadra che vuole tenere la palla. Io credo che ogni tanto dobbiamo cercare giocate semplici e lanciare la palla avanti oppure dopo due tocchi cambiare gioco".