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Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo del Torino , racconta la trattativa di Belotti che era vicino al Milan cinese ma poi non si fece nulla. Le sue parole a Calciomercato.com
"Il presidente ebbe la brillante idea di mettergli una nuova rescissoria a 100 milioni in uscita. Questo perché sa fare marketing e vendere il proprio prodotto. Per Belotti il Milan si presentò in maniera consistente. Quello era il Milan dei cinesi, quindi non c’erano garanzie economiche. La formula sarebbe stata un prestito con obbligo di riscatto, ma il pagamento veniva posticipato nei 4/5 anni successivi. Quindi, nell’operazione da 55 milioni, avresti visto solo una parte dei soldi, gli altri negli anni successivi. In quel momento evidentemente il presidente non se l’è sentita, però c’è da dire che il giocatore voleva andare. Quindi da lì si innescano dei meccanismi che non fanno bene né al calciatore, né al club. Al Milan, Belotti avrebbe quadruplicato il suo ingaggio. Noi glielo sistemammo, ma non avremmo mai potuto raggiungere le cifre del Milan...".
"Il presidente ebbe la brillante idea di mettergli una nuova rescissoria a 100 milioni in uscita. Questo perché sa fare marketing e vendere il proprio prodotto. Per Belotti il Milan si presentò in maniera consistente. Quello era il Milan dei cinesi, quindi non c’erano garanzie economiche. La formula sarebbe stata un prestito con obbligo di riscatto, ma il pagamento veniva posticipato nei 4/5 anni successivi. Quindi, nell’operazione da 55 milioni, avresti visto solo una parte dei soldi, gli altri negli anni successivi. In quel momento evidentemente il presidente non se l’è sentita, però c’è da dire che il giocatore voleva andare. Quindi da lì si innescano dei meccanismi che non fanno bene né al calciatore, né al club. Al Milan, Belotti avrebbe quadruplicato il suo ingaggio. Noi glielo sistemammo, ma non avremmo mai potuto raggiungere le cifre del Milan...".