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Donata Bianchi (forse odia anche il suo cognome, ndr), eletta Pd al consiglio comunale e facente parte della corrente Schlein, si vede circondata da visi pallidi in quel di Firenze e si sente disorientata sognando ad alta voce la quota extracomunitaria in particolare per i neri:
“Le assemblee di soli bianchi non rappresentano più nessuno.
Andando in giro, sulla tramvia, nelle scuole, vediamo persone di varie etnie, e così anche il consiglio comunale dovrebbe avere più consiglieri con pelle nera
Ormai abbiamo dei luoghi in cui noi viviamo quotidianamente, dalle scuole agli ospedali e ci accorgiamo che assemblee come questa con soli bianchi non rappresentano più nessuno.
Serve prendere atto della realtà.
Non può l’amministrazione comunale cambiare lo stato delle cose e dare il voto alle elezioni locali agli extracomunitari, ma il rinnovato statuto del Comune riconosce il diritto alla partecipazione.
Possiamo dunque sollecitare il Parlamento"
Le opposizioni trasecolano e risponde il capogruppo di FDI:
"La Presidente della VII Commissione sulle pari opportunità e l’immigrazione è intervenuta sostenendo che è ormai necessario far votare gli extracomunitari perché ‘i consessi fatti di indigeni bianchi non rappresentano più nessuno’, che occorre ‘riequilibrare i luoghi’ e che è assurdo che nelle Aule del Comune siedano solo Consiglieri dalla ‘pelle bianca’.
Siamo palesemente in presenza di un delirio ideologico, immigrazionista e anti-italiano imbarazzante.
Gli eletti con ‘la pelle bianca’ - come la collega, d’altronde - sono stati votati legittimamente dai cittadini di Firenze, dopo un percorso culturale, un impegno civico e una qualità umana e professionale nella politica certificata dalla volontà popolare: viva Dio sovrana e inappellabile
I consiglieri si scelgono con le preferenze, non per il colore della pelle.
Se fai votare extracomunitari non è detto che eleggano altri extracomunitari.
A Firenze abbiamo tante comunità straniere e che si fa ? Ognuno dovrebbe avere il proprio rappresentante ?
Che idea strana"
Bianchi già era passata alla cronaca per chiedere di introdurre gli asterischi al posto di maschile e femminile per non discriminare, a suo dire, la comunità LGBT
La Nazione
“Le assemblee di soli bianchi non rappresentano più nessuno.
Andando in giro, sulla tramvia, nelle scuole, vediamo persone di varie etnie, e così anche il consiglio comunale dovrebbe avere più consiglieri con pelle nera
Ormai abbiamo dei luoghi in cui noi viviamo quotidianamente, dalle scuole agli ospedali e ci accorgiamo che assemblee come questa con soli bianchi non rappresentano più nessuno.
Serve prendere atto della realtà.
Non può l’amministrazione comunale cambiare lo stato delle cose e dare il voto alle elezioni locali agli extracomunitari, ma il rinnovato statuto del Comune riconosce il diritto alla partecipazione.
Possiamo dunque sollecitare il Parlamento"
Le opposizioni trasecolano e risponde il capogruppo di FDI:
"La Presidente della VII Commissione sulle pari opportunità e l’immigrazione è intervenuta sostenendo che è ormai necessario far votare gli extracomunitari perché ‘i consessi fatti di indigeni bianchi non rappresentano più nessuno’, che occorre ‘riequilibrare i luoghi’ e che è assurdo che nelle Aule del Comune siedano solo Consiglieri dalla ‘pelle bianca’.
Siamo palesemente in presenza di un delirio ideologico, immigrazionista e anti-italiano imbarazzante.
Gli eletti con ‘la pelle bianca’ - come la collega, d’altronde - sono stati votati legittimamente dai cittadini di Firenze, dopo un percorso culturale, un impegno civico e una qualità umana e professionale nella politica certificata dalla volontà popolare: viva Dio sovrana e inappellabile
I consiglieri si scelgono con le preferenze, non per il colore della pelle.
Se fai votare extracomunitari non è detto che eleggano altri extracomunitari.
A Firenze abbiamo tante comunità straniere e che si fa ? Ognuno dovrebbe avere il proprio rappresentante ?
Che idea strana"
Bianchi già era passata alla cronaca per chiedere di introdurre gli asterischi al posto di maschile e femminile per non discriminare, a suo dire, la comunità LGBT
La Nazione