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Per la Nazionale l’allenatore conta fino ad un certo punto, certamente meno che per un club. Servono programmazione, organizzazione e meritocrazia, concetti sconosciuti nel Belpaese, dove si va avanti a clientelismo, favoritismi e corruzione. Idealmente servono regole sugli stranieri nei vivai e nelle prime squadre con dei limiti ben chiari. Poi il problema è a mio avviso culturale. Zero allenamento sulla tecnica (non esiste gente in Serie A o in Nazionale che sappia fare dei cross decenti, battere i corner eccetera; stasera non uno che saltasse l’uomo...) e sulla disciplina, con una evidente carenza di valori morali come sacrificio, umiltà e lavoro a favore di cultura del risultato, del guadagno economico e dell’apparenza sui social. Ai giovani non viene insegnato nulla che conti davvero, sportivamente e moralmente. In Italia si pensa prima di tutto a far ammonire e a provocare l’avversario facendo sceneggiate e rotolandosi, poi a vincere a qualsiasi costo ma senza delle fondamenta sulle quali poter realizzare risultati significativi. Prendete un Donnarumma 18enne che non rinnova a 5 milioni netti con il Milan, un Bernardeschi che va in giro con gonna e borsetta e dice che vestirsi così è sintomo di personalità, un Insigne che trascina un rinnovo con il Napoli per 500000 euro su cifre già abnormi, e così via; poi però se la fanno sotto e hanno la personalità sotto le scarpe quando conta veramente. E poi “casualmente arrivano certi risultati. Questo è il futuro della Nazionale. Questi sono gli esempi che si danno e da sempre società e sport sono legati a doppio filo. Siamo un Paese che va a picco, e mediamente una popolazione ignorante e priva di valori, il calcio non fa eccezione. Io penso che non si sia mai raggiunto un livello così basso in qualsiasi ambito in Italia, dalla politica al giornalismo, allo sport, al mondo del lavoro eccetera. Finchè ad avere più successo saranno il più furbo, il disonesto e il prevaricatore prepotente questi saranno i risultati. Ripeto, e forse sarò eccessivo, ma il problema è culturale/ sociale e il calcio ci si rispecchia perfettamente, come è normale che sia. Io la vedo nera in futuro, per tutto. Tutto questo per dire possono venire Ancelotti, Guardiola o Capuano ma mancano delle basi per la buona riuscita di un progetto che deve necessariamente basarsi su riforme, organizzazione, programmazione e valori. Mi sembra troppo per l’Italia in questo periodo.
Ineccepibile ... anche la nazionale è lo specchio del nostro generale declino