- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 231,320
- Reaction score
- 40,014
Ordine sul CorSport:" Castello di carte? Basta appena un sospiro per farlo crollare e costringere a ricostruirlo, dotati di santa pazienza. Ecco: è proprio quello che è accaduto giovedì notte a San Siro dopo che il Milan ha incassato l’1-0 dalla Roma di De Rossi, seguito inatteso e non pronosticato delle due sfi de di campionato vinte senza tanti problemi ma in epoca Mourinho. Registrando gli umori di San Siro rimasto in angosciato silenzio e quelli di Pioli o dello stesso Leao, i discussi protagonisti della serata, la sensazione ricavata è esattamente la stessa: una mega delusione per il castello crollato (dopo i 7 successi consecutivi) e la necessità di ricominciare da capo dinanzi a una sequenza da togliere qualsiasi certezza (Sassuolo, Roma, derby e Juve). Con l’inevitabile quesito riferito alla personalità del gruppo e alla sua tenuta durante gli snodi decisivi della stagione, quando cioè si misura l’affidabilità di un team e l’abitudine a vivere serate di respiro europeo. Non è nemmeno la prima volta. I precedenti in materia sono già due: il girone di Champions concluso con la scivolata in Europa league, il quarto di coppa Italia a gennaio reso all’Atalanta per sorvolare sul quinto derby perso il primo settembre 2023. Se il ripetersi di questi “black out” chiama in causa, a parziale spiegazione, la gioventù e l’inesperienza del gruppo da un lato, dall’altro segnala la responsabilità collettiva di Stefano Pioli, guida non solo tecnica dello spogliatoio. E qui il ribollire polemico dei social nei suoi confronti non ha alcun rilievo perché di solito, dalle parti di casa Milan, hanno idee, convinzioni e piani che non coincidono mai con quelli dei tifosi da tastiera. D’altro canto Pioli stesso è consapevole che nei prossimi 20 giorni il suo destino, ora sospeso, passa attraverso le tappe fondamentali del ritorno di Europa League, il derby e la sfi da alla Juve con in palio magari il secondo posto che vuol dire partecipare alla prossima edizione di Supercoppa d’Italia. La domanda delle cento pistole resta allora la seguente: riuscirà Pioli a salvare la sua panchina e a concludere il suo contratto in scadenza a giugno 2025? Dipenderà di sicuro da questi risultati ma forse anche da un dettaglio non secondario: chi al suo posto? Dei potenziali successori, uno (Thiago Motta) è in viaggio verso Torino, l’altro (Antonio Conte) considerato scomodo e impegnativo