Ordine:"Boomerang Inter sul tifo Milan".

Antokkmilan

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Prima di pensare agli altri dobbiamo pensare a noi. Invidia no ammirazione si per una squadra che sta facendo il massimo per portare la coppa a Milano. Da tifoso mi rode il **** ma bisogna anche essere onesti loro hanno una bella mentalità e nonostante reputo l’Inter una società di ***** in tutti i sensi non si può non ammirare il percorso che hanno fatto in questi anni e che stanno facendo un quest’anno in Europa.
 
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La fiera dell'ovvio.
Si chiama rivalità sportiva, si chiama ambizione, si traduce invidia.

Dovremmo forse scendere in piazza con loro??
ma poi comunque tante belle ed inutili parole quelle di Ordine, ma da un lato ci siamo noi che da 2-3 mesi stiamo aspettando la fine della stagione e dall'altro i nostri rivali che si stanno giocando uno scudetto e una finale di champions.

Stiamo parlando fondamentalmente di risultati sportivi, niente di più oggettivo. Noi questa stagione abbiamo fatto schifo, loro stanno facendo bene, noi siamo delusi, loro saranno esaltati. C'è poco da filosofeggiare e discutere.

Si potrebbe fare lo stesso articolo tra gli arabi del city e gli arabi del psg. E quindi? boh.
 
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Franco Ordine dal CorSport:"È un curioso effetto boomerang quello che si registra qui a Milano nelle ore che seguono il magnifico approdo dell’Inter alla finale Champions di Monaco del 31 maggio prossimo. Di là, sponda neroazzurra, i meme, le foto rilanciate sui social e i racconti dei protagonisti, persino l’estasi delle radiocronache producono una ricarica straordinaria dell’umore, della simpatia e del credito dell’Inter formato Marotta- Ausilio-Inzaghi, di converso nel mondo Milan si moltiplicano i veleni, le critiche acide, i rimorsi (per l’era Maldini) e tornano le minacce di organizzare oceaniche manifestazioni di dissenso a poche ore dalla finale di coppa Italia che invece di medicare le ferite sanguinose, rischia di aumentare il tasso di insoddisfazione collettiva. È come se il successo del format Inter tornasse indietro, tipo appunto boomerang, e si abbattesse sulla sagoma del Milan a cominciare dal management del club che nel frattempo è sempre alla ricerca della figura promessa (da Furlani e Moncada, ripetutamente), cioè di un ds che -qualora dovesse arrivarelo farebbe non proprio a tempo scaduto ma quando sarà scolpito il risultato finale della stagione (coppa Italia si o no, qualificazione Europa league si o no) e diventerà decisivo lo snodo riferito al destino della panchina. Su questo tema, mentre si disperdono nei rivoli delle indiscrezioni di calcio-mercato, le voci dell’arrivo di un nuovo inquilino a Milanello, guadagna qualche punto l’opzione riferita all’eventuale conferma di Sergio Conceiçao intento, nell’occasione, a chiedere e ottenere al suo gruppo col quale sembra in perfetta sintonia, una chiusura del torneo con il massimo dei punti a disposizione.

Persino le differenze tra Milan e Inter, di natura economico-finanziaria, scolpite dalla pesante eredità lasciata dal vecchio proprietario Zhang, sono diventate un motivo di depressione per il mondo Milan invece che una rassicurazione sul futuro. Le spese sul calcimercato, generose e ripetute (come ha dimostrato il mercato di gennaio) dal club, invece di assolvere proprietà e dirigenti dall’accusa di risparmiare e guardare solo ai conti e al bilancio, rappresentano un ulteriore motivo di dibattito interno che punta a segnalare i difetti del gruppo rossonero, cioè lamancanza di esponenti di grande personalità (Giroud e Kjaer mai sostituiti) e la costola italiana ridotta, in pratica, al solo Matteo Gabbia che pure è diventato un pilastro della chiacchierata difesa milanista dove Mike Maignan, forse non a caso, ha accresciuto il proprio rendimento scendendo di peso (dieta SC) al pari di Jovic. Inevitabile infine il rammarico legato alla scelta iniziale del tecnico (Fonseca) con Antonio Conte disponibile (l’estate scorsa) su piazza e pronto a trasferirsi in quel di Carnago, protagonista del duello tricolore tra Napoli e Inter.

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Dura la vita dei cortigiani ora.
La frustrazione e l'invidia sale, il mare è in burrasca, si naufraga, non ci sono salvagenti e non si sa a quale figura di riferimento appigliarsi.
Che fare quindi?

Cortigiano x: Critico? No è meglio di no, faccio la cronaca dell'ovvietà, racconto ciò che sta accadendo perché qualcosa devo pur dirla anche se non posso raccontare favole, il clima è quello che è, ovvero fa schifo. Ma non posso entrare nel merito, non voglio fare un'analisi, altrimenti rischio di farmi nemici. Non si sa mai.

Cortigiano y: Critico! Il mare è in burrasca, mi hanno abbandonato forse! Non lo so. Qui non c'è nessuno. Magari devo trovare qualcun altro, nuovi capitani, magari le cose cambieranno a breve. Ma mai dirò che mi sono sbagliato, tantomeno chiederò scusa a qualcuno.
Tanto al limite se non cambia nulla, se i capitani ritornano e la burrasca si calma con l'estate, con i venti più deboli, allora posso ritornare sull'altra sponda, sulla terra, per calpestare nuovamente gli scarafaggi.
Non si sa mai.
 
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