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Franco Ordine dal CorSport: Massimiliano Allegri, a quindici anni dalla sua prima e fortunata esperienza, oggi riprende il timone del Milan. Dopo un anno sabbatico seguito alla turbolenta uscita dalla Juventus di Giuntoli, culminata in una crisi di fiducia, Allegri è pronto per una nuova sfida. Questo ritorno è in un certo senso una rivincita indiretta per Max, che lasciò Torino con la Coppa Italia, ma anche con un gesto plateale di cui si è detto pentito.
Allegri, che durante il suo periodo da disoccupato è stato costantemente al centro delle voci di mercato (accostato a Napoli e persino Inter), ha invece sfruttato il tempo per studiare a fondo il Milan, accumulando un vero e proprio dossier sugli errori e le lacune della squadra. Alla fine, ha prevalso il richiamo del primo top club che credette in lui, il Milan di Berlusconi e Galliani, dove vinse lo scudetto nel 2011 con una squadra ricca di stelle come Ibrahimovic e Robinho.
Questa volta, il contesto è diverso. L'Inter di Simone Inzaghi ha solo sfiorato il triplete e Inzaghi stesso è andato in Arabia. Il rivale principale di Allegri si ripresenta invece nella figura di Antonio Conte, proprio come 14 anni fa. Senza gli impegni europei, il Milan di Allegri potrebbe rappresentare un'insidia per tutte le altre squadre, concentrandosi interamente sul campionato.
Allegri inaugura oggi il suo secondo ciclo rossonero, senza le stelle del passato come Ibra e Robinho. Ha scelto di puntare sul rilancio di Mike Maignan e Rafael Leão, e deve ancora completare il centrocampo e la difesa. Viaggia in perfetta sintonia con il DS Igli Tare e non fa clamorose promesse. La sua motivazione principale è dimostrare alla Juventus e ai critici del suo "calcio scheletrico" che esistono diverse vie per lo scudetto. Come Sacchi e Capello prima di lui, Allegri sa che il trionfo può essere raggiunto con approcci differenti e che, concentrandosi solo sul campionato, si può trovare una scorciatoia per il successo.
Allegri, che durante il suo periodo da disoccupato è stato costantemente al centro delle voci di mercato (accostato a Napoli e persino Inter), ha invece sfruttato il tempo per studiare a fondo il Milan, accumulando un vero e proprio dossier sugli errori e le lacune della squadra. Alla fine, ha prevalso il richiamo del primo top club che credette in lui, il Milan di Berlusconi e Galliani, dove vinse lo scudetto nel 2011 con una squadra ricca di stelle come Ibrahimovic e Robinho.
Questa volta, il contesto è diverso. L'Inter di Simone Inzaghi ha solo sfiorato il triplete e Inzaghi stesso è andato in Arabia. Il rivale principale di Allegri si ripresenta invece nella figura di Antonio Conte, proprio come 14 anni fa. Senza gli impegni europei, il Milan di Allegri potrebbe rappresentare un'insidia per tutte le altre squadre, concentrandosi interamente sul campionato.
Allegri inaugura oggi il suo secondo ciclo rossonero, senza le stelle del passato come Ibra e Robinho. Ha scelto di puntare sul rilancio di Mike Maignan e Rafael Leão, e deve ancora completare il centrocampo e la difesa. Viaggia in perfetta sintonia con il DS Igli Tare e non fa clamorose promesse. La sua motivazione principale è dimostrare alla Juventus e ai critici del suo "calcio scheletrico" che esistono diverse vie per lo scudetto. Come Sacchi e Capello prima di lui, Allegri sa che il trionfo può essere raggiunto con approcci differenti e che, concentrandosi solo sul campionato, si può trovare una scorciatoia per il successo.
