Ordine:"Milan, addio identità italiana".

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Franco Ordine sul CorSport:"Dalla rosa del Milan è uscito Tatarusanu ed è entrato Sportiello. E' uscito anche Tonali ed è entrato Loftus-Cheek: idem come sopra. Numericamente il ritorno di Brahim Diaz a Madrid è stato rimpiazzato dal trasferimento di Romero ex Lazio. A scorrere inoltre l’elenco completo della rosa attuale del Milan, oltre al capitano Davide Calabria, unico titolarissimo, sono inseriti nella lista degli “italiani” Pobega (richiesto dal Toro), Gabbia (che ha voglia di andare a giocare), Florenzi, Mirante e Colombo, rientrato dal prestito al Lecce e considerato in partenza causa anche l’evidente resistenza di Origi a cambiare residenza calcistica. Il preambolo è utile per introdurre il tema che è caro al ct Roberto Mancini e può diventare una spina nel fianco di Stefano Pioli. È il tema dell’identità calcistica italiana del Milan che sbiadisce, mercato dopo mercato, pensando anche agli addii - per ragioni diverse - di Donnarumma e Romagnoli. Ci fu un tempo in cui il primo Milan di Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi immaginò addirittura di allestire una sorta di nazionale completa vestita con la maglia rossonera (Massaro, Giovanni Gallo, Dario Bonetti furono i primi acquisti dell’epoca, estate dell’86, seguiti dall’arrivo di Galderisi per il rifiuto di Vialli). Questo è un tempo diverso nel quale, per andare sul concreto, la diversa tassazione fiscale per chi arriva dall’estero rispetto ai calciatori italiani (decreto crescita), è uno dei motivi che rendono meno onerosa l’importazione di un calciatore straniero rispetto a un talento italiano. Fin qui, la stragrande maggioranza dei candidati indicati come possibili obiettivi del nuovo tandem Furlani-Moncada, sono tutti provenienti dall’estero a tal punto da rendere necessario un ballottaggio per non superare il divieto dei due nuovi extracomunitari a stagione. «L’importante è che siano adatti alla nostra idea di calcio e che costituiscano una struttura di squadra solida» è la risposta del tecnico di Parma sull’argomento. Ma questa è teoria. Poi c’è la pratica che prevede tra l’altro la necessità di allestire un centrocampo nuovo di zecca per la cessione di Tonali e il grave infortunio toccato a Bennacer. I tempi da qui al 21 agosto saranno sufficienti per completare il trapianto? Questo il vero quesito. Sul secondo c’è una cer-ezza: Mancini non avrà nel prossimo Milan un alleato.
 
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Franco Ordine sul CorSport:"Dalla rosa del Milan è uscito Tatarusanu ed è entrato Sportiello. E' uscito anche Tonali ed è entrato Loftus-Cheek: idem come sopra. Numericamente il ritorno di Brahim Diaz a Madrid è stato rimpiazzato dal trasferimento di Romero ex Lazio. A scorrere inoltre l’elenco completo della rosa attuale del Milan, oltre al capitano Davide Calabria, unico titolarissimo, sono inseriti nella lista degli “italiani” Pobega (richiesto dal Toro), Gabbia (che ha voglia di andare a giocare), Florenzi, Mirante e Colombo, rientrato dal prestito al Lecce e considerato in partenza causa anche l’evidente resistenza di Origi a cambiare residenza calcistica. Il preambolo è utile per introdurre il tema che è caro al ct Roberto Mancini e può diventare una spina nel fianco di Stefano Pioli. È il tema dell’identità calcistica italiana del Milan che sbiadisce, mercato dopo mercato, pensando anche agli addii - per ragioni diverse - di Donnarumma e Romagnoli. Ci fu un tempo in cui il primo Milan di Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi immaginò addirittura di allestire una sorta di nazionale completa vestita con la maglia rossonera (Massaro, Giovanni Gallo, Dario Bonetti furono i primi acquisti dell’epoca, estate dell’86, seguiti dall’arrivo di Galderisi per il rifiuto di Vialli). Questo è un tempo diverso nel quale, per andare sul concreto, la diversa tassazione fiscale per chi arriva dall’estero rispetto ai calciatori italiani (decreto crescita), è uno dei motivi che rendono meno onerosa l’importazione di un calciatore straniero rispetto a un talento italiano. Fin qui, la stragrande maggioranza dei candidati indicati come possibili obiettivi del nuovo tandem Furlani-Moncada, sono tutti provenienti dall’estero a tal punto da rendere necessario un ballottaggio per non superare il divieto dei due nuovi extracomunitari a stagione. «L’importante è che siano adatti alla nostra idea di calcio e che costituiscano una struttura di squadra solida» è la risposta del tecnico di Parma sull’argomento. Ma questa è teoria. Poi c’è la pratica che prevede tra l’altro la necessità di allestire un centrocampo nuovo di zecca per la cessione di Tonali e il grave infortunio toccato a Bennacer. I tempi da qui al 21 agosto saranno sufficienti per completare il trapianto? Questo il vero quesito. Sul secondo c’è una cer-ezza: Mancini non avrà nel prossimo Milan un alleato.
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Sono altre le battaglie che interessano alla proprietà.
 

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Addio a qualsiasi tipo di identità, direi. E' una demolizione voluta, scientifica e programmata. Si sono sbrigati a demolire ed allontanare qualsiasi tipo di milanimo e di leadership presente in rosa e a Casa Milan. Stanno costruendo una squadra che è una babele (col coach che parla solo italiano....) senza elementi di personalità e di spicco. Peraltro, tutti medioman a livello tecnico- tattico. Non ci vuole certo un genio per capire, da subito, che tipo di stagione faremo.

Per me, Maldini e Massara, più che il mercato dell'anno scorso, hanno pagato a caro prezzo la vittoria dello scudetto. Un evento accolto tragicamente.
 

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Franco Ordine sul CorSport:"Dalla rosa del Milan è uscito Tatarusanu ed è entrato Sportiello. E' uscito anche Tonali ed è entrato Loftus-Cheek: idem come sopra. Numericamente il ritorno di Brahim Diaz a Madrid è stato rimpiazzato dal trasferimento di Romero ex Lazio. A scorrere inoltre l’elenco completo della rosa attuale del Milan, oltre al capitano Davide Calabria, unico titolarissimo, sono inseriti nella lista degli “italiani” Pobega (richiesto dal Toro), Gabbia (che ha voglia di andare a giocare), Florenzi, Mirante e Colombo, rientrato dal prestito al Lecce e considerato in partenza causa anche l’evidente resistenza di Origi a cambiare residenza calcistica. Il preambolo è utile per introdurre il tema che è caro al ct Roberto Mancini e può diventare una spina nel fianco di Stefano Pioli. È il tema dell’identità calcistica italiana del Milan che sbiadisce, mercato dopo mercato, pensando anche agli addii - per ragioni diverse - di Donnarumma e Romagnoli. Ci fu un tempo in cui il primo Milan di Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi immaginò addirittura di allestire una sorta di nazionale completa vestita con la maglia rossonera (Massaro, Giovanni Gallo, Dario Bonetti furono i primi acquisti dell’epoca, estate dell’86, seguiti dall’arrivo di Galderisi per il rifiuto di Vialli). Questo è un tempo diverso nel quale, per andare sul concreto, la diversa tassazione fiscale per chi arriva dall’estero rispetto ai calciatori italiani (decreto crescita), è uno dei motivi che rendono meno onerosa l’importazione di un calciatore straniero rispetto a un talento italiano. Fin qui, la stragrande maggioranza dei candidati indicati come possibili obiettivi del nuovo tandem Furlani-Moncada, sono tutti provenienti dall’estero a tal punto da rendere necessario un ballottaggio per non superare il divieto dei due nuovi extracomunitari a stagione. «L’importante è che siano adatti alla nostra idea di calcio e che costituiscano una struttura di squadra solida» è la risposta del tecnico di Parma sull’argomento. Ma questa è teoria. Poi c’è la pratica che prevede tra l’altro la necessità di allestire un centrocampo nuovo di zecca per la cessione di Tonali e il grave infortunio toccato a Bennacer. I tempi da qui al 21 agosto saranno sufficienti per completare il trapianto? Questo il vero quesito. Sul secondo c’è una cer-ezza: Mancini non avrà nel prossimo Milan un alleato.

No, ma l'importante è aspettare.

Aspettare dando fiducia, questi sono appena all'inizio.

E che cavolo, non gli vuoi dare fiducia? Chi ti stupra la moglie dicendoti, "tranquillo non te la metto incinta" è degno di avere almeno una possibilità di mostrare che dice la verità, no.

Mah, qui la gente è completamente rincoglionita da droghe di qualche tipo, oppure c'è malafede, non si scappa.
 

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Addio a qualsiasi tipo di identità, direi. E' una demolizione voluta, scientifica e programmata. Si sono sbrigati a demolire ed allontanare qualsiasi tipo di milanimo e di leadership presente in rosa e a Casa Milan. Stanno costruendo una squadra che è una babele (col coach che parla solo italiano....) senza elementi di personalità e di spicco. Peraltro, tutti medioman a livello tecnico- tattico. Non ci vuole certo un genio per capire, da subito, che tipo di stagione faremo.

Per me, Maldini e Massara, più che il mercato dell'anno scorso, hanno pagato a caro prezzo la vittoria dello scudetto. Un evento accolto tragicamente.

Infatti gli strozzini avevano dato in pasto alla stampa (anche internazionale) tutto quel caos di notizie Investcorp-Redbird esattamente nel momento di massima tensione e concentrazione della lotta scudetto.

Quello che scrivo adesso, lo scrissi anche al tempo: ad Elliott lo scudetto dava un fastidio clamoroso.
 

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Infatti gli strozzini avevano dato in pasto alla stampa (anche internazionale) tutto quel caos di notizie Investcorp-Redbird esattamente nel momento di massima tensione e concentrazione della lotta scudetto.

Quello che scrivo adesso, lo scrissi anche al tempo: ad Elliott lo scudetto dava un fastidio clamoroso.

Sempre detto, cristallino, salvo per i babbei.

Come l'osceno giro sull'autobus degli assassini giudei. Che esseri ignobili, proprio la feccia dell'umanità, questi venderebbero la madre per interesse.

A questo punto rivaluto la partenza di Kessie, forse gli era già stato fatto capire che lui, da centrocampista determinante nella conquista scudetto, era meglio se trovava di altro.
 
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Più che addio all identità italiana direi proprio addio al Milan ed alla sua gloria
 

Franco

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Va eliminato il decreto crescita. Una delle leggi più vergognose che abbiamo in italia. Ma lì dipende dal governo.
 
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