Ordine:"Ibra è il verbo. Ma dov'era?"..

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Franco Ordine dal CorSport in edicola sui problemi del Milan e su Ibra in vacanza:

Il Milan non decolla, frenato dalle puntuali fragilità difensive, le crepe emerse all’interno (caso Theo e Leao lontani dal cooling break) sono un fardello pesante per Fonseca al netto del gioco che non off re sponda amica. Per completare poi lo scenario sconfortante a fare notizia provvede l’assenza di Ibra dall’Olimpico nonostante in tribuna in prima fi la ci siano Gerry Cardinale, il proprietario, scortato da Furlani e Moncada. Sul tema squisitamente calcistico, Fonseca invoca tempo che né la sosta per nazionali (a Milanello rimarranno in pochissimi) né l’arrivo dei prossimi snodi (Champions league con il Liverpool a qualche giorno dal derby del giudizio universale) sono in grado di regalargli. Ma quel che conta in particolare è la vicenda dell’ammutinamento dall’acqua fresca di Theo e Rafa e la gestione del caso. Intendiamoci subito: dopo la prova di Parma, con il francese a rallentatore sui due gol subiti e il portoghese abulico già dal riscaldamento iniziale, la scelta di lasciarli a riflettere in panchina ci poteva stare. È successo persino all’immenso Van Basten portato in panchina a Cesena da Sacchi dopo una intervista polemica. “Vieni in panchina con me così mi suggerisci qualche buona idea” gli spiegò l’Arrigo fumantino. È possibile che sulla clamorosa decisione di escluderli dallo schieramento di partenza (“non è una punizione” la premessa iniziale di Fonseca) abbia influito anche il parere di Zlatan. Anche per questo motivo allora sarebbe stata cosa buona e giusta che lo svedese viaggiasse con la squadra venerdì, che si presentasse in tv sabato sera per condividere l’operato del tecnico. Ecco allora il nodo che bisogna sciogliere e che pare cominci a preoccupare anche la proprietà visto che Cardinale era in tribuna all’Olimpico ma poi non è sceso negli spogliatoi a parlare con la squadra. Il peccato originale del Milan di quest’anno è stato l’arrivo di Fonseca circondato dallo scetticismo collettivo: di qui l’obbligo per il dirigente calcistico più infl uente a frequentare quotidianamente Milanello, ad ascoltare lamenti e segnalazioni e in particolare a spianare ogni piccola incomprensione, risolvere ogni piccolo problema. A Parma Ibra inquadrato dalla tv, al fianco di Morata, con gli occhi chiusi dallo sgomento e le mani sul volto, sono stati più preziosi di una incendiaria intervista. A Roma c’era bisogno del suo intervento oltre alla coraggiosa intervista di Theo che ha provato a cancellare l’ombra di una frattura scomposta con l’allenatore. Ibra ha smesso di fare il calciatore perché il fisico si ribellava e perché non sopportava più i ritmi dell’attività. Un dirigente del suo livello deve fare la vita da calciatore, viaggi, trasferte, allenamenti, cene, se vuole incidere non solo a parole o con le scelte di calciatori e allenatore. Solo ai manager di Wall Street è consentito di santificare il fine settimana"


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7AlePato7

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Franco Ordine dal CorSport in edicola sui problemi del Milan e su Ibra in vacanza:

Il Milan non decolla, frenato dalle puntuali fragilità difensive, le crepe emerse all’interno (caso Theo e Leao lontani dal cooling break) sono un fardello pesante per Fonseca al netto del gioco che non off re sponda amica. Per completare poi lo scenario sconfortante a fare notizia provvede l’assenza di Ibra dall’Olimpico nonostante in tribuna in prima fi la ci siano Gerry Cardinale, il proprietario, scortato da Furlani e Moncada. Sul tema squisitamente calcistico, Fonseca invoca tempo che né la sosta per nazionali (a Milanello rimarranno in pochissimi) né l’arrivo dei prossimi snodi (Champions league con il Liverpool a qualche giorno dal derby del giudizio universale) sono in grado di regalargli. Ma quel che conta in particolare è la vicenda dell’ammutinamento dall’acqua fresca di Theo e Rafa e la gestione del caso. Intendiamoci subito: dopo la prova di Parma, con il francese a rallentatore sui due gol subiti e il portoghese abulico già dal riscaldamento iniziale, la scelta di lasciarli a riflettere in panchina ci poteva stare. È successo persino all’immenso Van Basten portato in panchina a Cesena da Sacchi dopo una intervista polemica. “Vieni in panchina con me così mi suggerisci qualche buona idea” gli spiegò l’Arrigo fumantino. È possibile che sulla clamorosa decisione di escluderli dallo schieramento di partenza (“non è una punizione” la premessa iniziale di Fonseca) abbia influito anche il parere di Zlatan. Anche per questo motivo allora sarebbe stata cosa buona e giusta che lo svedese viaggiasse con la squadra venerdì, che si presentasse in tv sabato sera per condividere l’operato del tecnico. Ecco allora il nodo che bisogna sciogliere e che pare cominci a preoccupare anche la proprietà visto che Cardinale era in tribuna all’Olimpico ma poi non è sceso negli spogliatoi a parlare con la squadra. Il peccato originale del Milan di quest’anno è stato l’arrivo di Fonseca circondato dallo scetticismo collettivo: di qui l’obbligo per il dirigente calcistico più infl uente a frequentare quotidianamente Milanello, ad ascoltare lamenti e segnalazioni e in particolare a spianare ogni piccola incomprensione, risolvere ogni piccolo problema. A Parma Ibra inquadrato dalla tv, al fianco di Morata, con gli occhi chiusi dallo sgomento e le mani sul volto, sono stati più preziosi di una incendiaria intervista. A Roma c’era bisogno del suo intervento oltre alla coraggiosa intervista di Theo che ha provato a cancellare l’ombra di una frattura scomposta con l’allenatore. Ibra ha smesso di fare il calciatore perché il fisico si ribellava e perché non sopportava più i ritmi dell’attività. Un dirigente del suo livello deve fare la vita da calciatore, viaggi, trasferte, allenamenti, cene, se vuole incidere non solo a parole o con le scelte di calciatori e allenatore. Solo ai manager di Wall Street è consentito di santificare il fine settimana"


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"Voglio vincere e vinceró" (cit.). Si riferiva forse alle partite a scopa, briscola e tressette?
 
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Ibra è dipendente rebird e non è dirigente del milan.
Lo vogliamo capire una volta per tutte?
Non c'è scritto da nessuna parte debba seguire la squadra e vivere la quotidianità rossonera.

Ibra rappresenta l'occhio e l'orecchio di cardinale.
Guarda, ascolta, riferisce.

Perchè ci si concentra sulla vacanza e non sulla distanza??
Ibra si è allontanato nel momento del bisogno, esattamente come hanno fatto theo e leao.
Non potrebbe esser anche questa una risposta?
 

Ramza Beoulve

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"Un dirigente del suo livello"... cioè un dilettante...

Finché non viene defenestrato anche l'artefice di questa improvvisa campagna stampa contro Fonseca e contro Ibrahimovic, che è evidentemente Vermilinguo Fuffani, comunque, non cambierá mai nulla...

Inutile pretendere impegno dalla squadra se la società dichiara apertamente che vincere non è importante ed i suoi dirigenti sono dei conclamati ed improvvisati incompetenti...
 

malos

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Franco Ordine dal CorSport in edicola sui problemi del Milan e su Ibra in vacanza:

Il Milan non decolla, frenato dalle puntuali fragilità difensive, le crepe emerse all’interno (caso Theo e Leao lontani dal cooling break) sono un fardello pesante per Fonseca al netto del gioco che non off re sponda amica. Per completare poi lo scenario sconfortante a fare notizia provvede l’assenza di Ibra dall’Olimpico nonostante in tribuna in prima fi la ci siano Gerry Cardinale, il proprietario, scortato da Furlani e Moncada. Sul tema squisitamente calcistico, Fonseca invoca tempo che né la sosta per nazionali (a Milanello rimarranno in pochissimi) né l’arrivo dei prossimi snodi (Champions league con il Liverpool a qualche giorno dal derby del giudizio universale) sono in grado di regalargli. Ma quel che conta in particolare è la vicenda dell’ammutinamento dall’acqua fresca di Theo e Rafa e la gestione del caso. Intendiamoci subito: dopo la prova di Parma, con il francese a rallentatore sui due gol subiti e il portoghese abulico già dal riscaldamento iniziale, la scelta di lasciarli a riflettere in panchina ci poteva stare. È successo persino all’immenso Van Basten portato in panchina a Cesena da Sacchi dopo una intervista polemica. “Vieni in panchina con me così mi suggerisci qualche buona idea” gli spiegò l’Arrigo fumantino. È possibile che sulla clamorosa decisione di escluderli dallo schieramento di partenza (“non è una punizione” la premessa iniziale di Fonseca) abbia influito anche il parere di Zlatan. Anche per questo motivo allora sarebbe stata cosa buona e giusta che lo svedese viaggiasse con la squadra venerdì, che si presentasse in tv sabato sera per condividere l’operato del tecnico. Ecco allora il nodo che bisogna sciogliere e che pare cominci a preoccupare anche la proprietà visto che Cardinale era in tribuna all’Olimpico ma poi non è sceso negli spogliatoi a parlare con la squadra. Il peccato originale del Milan di quest’anno è stato l’arrivo di Fonseca circondato dallo scetticismo collettivo: di qui l’obbligo per il dirigente calcistico più infl uente a frequentare quotidianamente Milanello, ad ascoltare lamenti e segnalazioni e in particolare a spianare ogni piccola incomprensione, risolvere ogni piccolo problema. A Parma Ibra inquadrato dalla tv, al fianco di Morata, con gli occhi chiusi dallo sgomento e le mani sul volto, sono stati più preziosi di una incendiaria intervista. A Roma c’era bisogno del suo intervento oltre alla coraggiosa intervista di Theo che ha provato a cancellare l’ombra di una frattura scomposta con l’allenatore. Ibra ha smesso di fare il calciatore perché il fisico si ribellava e perché non sopportava più i ritmi dell’attività. Un dirigente del suo livello deve fare la vita da calciatore, viaggi, trasferte, allenamenti, cene, se vuole incidere non solo a parole o con le scelte di calciatori e allenatore. Solo ai manager di Wall Street è consentito di santificare il fine settimana"


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Ma come, prima questo giornalaio diceva che non c'era tempo per il suo mito ibra di stare vicino la squadra perché doveva sistemare le grane Origi e Billoballo portate dall'odiato di prima.
E ora qual è la scusa?
Scribacchino sotto dettatura e senza dignità.
 

kipstar

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io dico solo che piuttosto che stia in tribuna durante le partite come a Parma dove era evidente che non gli andasse bene nulla della squadra....è meglio che se ne stia negli spogliatoi .... anche se vuol dire invadere lo spazio di fonseca...io lo vorrei in panchina.....sinceramente ...
 
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Furlani è il burattinaio dietro tutta questa pantomima.
Lui è il responsabile dell'accanimento mediatico nei confronti della squadra, della società, dell'allenatore e degli altri dirigenti.
Molti di noi avevano già preventivato questa ipotesi dando del parafulmine a Ibrahimovic.

Io un AD che influenza in maniera così negativa la stampa nei confronti del club per cui dovrebbe lavorare (in realtà lavora per Elliott) non credo di averlo mai visto.

La triste realtà è che Furlani lavora per Elliott, Ibrahimovic lavora per Redbird, Moncada penso lavori per se stesso e per la sua carriera o forse più semplicemente sta facendo una carriera a football manager con il Milan.
Ma per il Milan non ci lavora nessuno.
 
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ibra non è dirigente del milan, ma fa le conferenze del milan, in cui parla del milan, in cui spiega che lui vuole far raggiungere al milan i suoi obbiettivi, in cui spiega che ha scelto l'allenatore, in cui parla del mercato del milan... ma ricordiamo che non è dirigente del Milan, quindi può fare e non fare quello che vuole col Milan.

Ecco qua, a mio avviso, il problema alla fonte di tutto.

La gestione del Milan è praticamente un hobby che è stato "regalato" a Ibrahimovic dal proprietario del Milan. Quindi da tifosi bisogna sperare che si appassioni il prima e il più possibile a questo suo hobby, per far sì che la società si comporti da società sportiva.
 
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