Ordine:"E' Boban il vero dirigente del Milan".

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Franco Ordine, dalle colonne del CorSport in edicola oggi, 4 gennaio, sul Milan:" Forse è stata una fortuna che Elliott, l’azionista, e chi lo rappresenta nel board del Milan, non si sia presentato ieri mattina, di buonora, nella sala stampa di casa Milan, per dare il bentornato ufficiale e solenne a Zlatan Ibrahimovic. Né Scaroni, il presidente, né soprattutto l’ad, Ivan Gazidis che pure qualche ora prima aveva messo il faccione alla firma del contratto, hanno presenziato alla conferenza stampa da star, allestita dal club. Forse è stata una fortuna perché, alla fine della fitta sequenza di domande e risposte, mai nessuna banale o scontata, c’è stata una sola voce a parlare, capace di mettere l’esclamativo sulle vicende di questo Milan, rimasto fermo a Bergamo, con cinque martellate sulla sacra sagoma che ne hanno sfregiato il valore. Ha parlato Zvomir Boban, uomo vero, mostrando i tratti del dirigente degno di vestire i colori del club. Ha detto col viso ancora tirato dai tormenti prenatalizi: «Non vorrei scordare Bergamo, nessuno si deve nascondere dietro le spalle larghe di Zlatan». Ed è stato come un tuono in questa giornata piena anche dei fuochi d’artificio fatti esplodere più tardi dalla curva sud che aspettava nel piazzale del Portello per “saltellare” col suo nuovo profeta, l’unico in grado forse di rimettersi sulle spalle, un esercito così numeroso di tifosi delusi, amareggiati, disperati per meglio dire.
Ibra, nei cento passaggi delle sue risposte appuntite, l’ha testimoniato con chiarezza. «Dopo Bergamo ho avuto tante chiamate» ha ricordato segnalando il panico nel quale era precipitato tutto il management rossonero, consapevole che la strada imboccata da Elliott all’inizio dell’avventura - solo giovani calciatori di prospettiva - avrebbe portato probabilmente sull’orlo del burrone invece che in Europa o addirittura in Champions league. Perciò Boban, cresciuto e allevato alla cultura della responsabilità e mai della fuga, ha tenuto a ricordare a tutti, quelli che stavano ai piani alti di casa Milan e a quelli che nel frattempo si riscaldavano a Milanello, che niente potrà cancellare l’offesa ricevuta a Bergamo, non tanto la dimensione della sconfitta ma la modalità, disonorevole. Perciò, mentre gli altri erano in vacanza, lui, Boban, ha chiamato tutti i giorni Ibra perché accogliesse l’invito e prendesse un aereo per presentarsi a Milano. Ecco, allora, cosa ci ha detto ieri la mattina vissuta a casa Milan: il club ha trovato un dirigente!".
 
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Franco Ordine, dalle colonne del CorSport in edicola oggi, 4 gennaio, sul Milan:" Forse è stata una fortuna che Elliott, l’azionista, e chi lo rappresenta nel board del Milan, non si sia presentato ieri mattina, di buonora, nella sala stampa di casa Milan, per dare il bentornato ufficiale e solenne a Zlatan Ibrahimovic. Né Scaroni, il presidente, né soprattutto l’ad, Ivan Gazidis che pure qualche ora prima aveva messo il faccione alla firma del contratto, hanno presenziato alla conferenza stampa da star, allestita dal club. Forse è stata una fortuna perché, alla fine della fitta sequenza di domande e risposte, mai nessuna banale o scontata, c’è stata una sola voce a parlare, capace di mettere l’esclamativo sulle vicende di questo Milan, rimasto fermo a Bergamo, con cinque martellate sulla sacra sagoma che ne hanno sfregiato il valore. Ha parlato Zvomir Boban, uomo vero, mostrando i tratti del dirigente degno di vestire i colori del club. Ha detto col viso ancora tirato dai tormenti prenatalizi: «Non vorrei scordare Bergamo, nessuno si deve nascondere dietro le spalle larghe di Zlatan». Ed è stato come un tuono in questa giornata piena anche dei fuochi d’artificio fatti esplodere più tardi dalla curva sud che aspettava nel piazzale del Portello per “saltellare” col suo nuovo profeta, l’unico in grado forse di rimettersi sulle spalle, un esercito così numeroso di tifosi delusi, amareggiati, disperati per meglio dire.
Ibra, nei cento passaggi delle sue risposte appuntite, l’ha testimoniato con chiarezza. «Dopo Bergamo ho avuto tante chiamate» ha ricordato segnalando il panico nel quale era precipitato tutto il management rossonero, consapevole che la strada imboccata da Elliott all’inizio dell’avventura - solo giovani calciatori di prospettiva - avrebbe portato probabilmente sull’orlo del burrone invece che in Europa o addirittura in Champions league. Perciò Boban, cresciuto e allevato alla cultura della responsabilità e mai della fuga, ha tenuto a ricordare a tutti, quelli che stavano ai piani alti di casa Milan e a quelli che nel frattempo si riscaldavano a Milanello, che niente potrà cancellare l’offesa ricevuta a Bergamo, non tanto la dimensione della sconfitta ma la modalità, disonorevole. Perciò, mentre gli altri erano in vacanza, lui, Boban, ha chiamato tutti i giorni Ibra perché accogliesse l’invito e prendesse un aereo per presentarsi a Milano. Ecco, allora, cosa ci ha detto ieri la mattina vissuta a casa Milan: il club ha trovato un dirigente!".

Anche io ho apprezzato le parole e il carattere di Boban.
Molto meno ho apprezzato il silenzio di scaroni e gazidis che si mettono in moto solo se si parla di razzismo.
 

Lineker10

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Franco Ordine, dalle colonne del CorSport in edicola oggi, 4 gennaio, sul Milan:" Forse è stata una fortuna che Elliott, l’azionista, e chi lo rappresenta nel board del Milan, non si sia presentato ieri mattina, di buonora, nella sala stampa di casa Milan, per dare il bentornato ufficiale e solenne a Zlatan Ibrahimovic. Né Scaroni, il presidente, né soprattutto l’ad, Ivan Gazidis che pure qualche ora prima aveva messo il faccione alla firma del contratto, hanno presenziato alla conferenza stampa da star, allestita dal club. Forse è stata una fortuna perché, alla fine della fitta sequenza di domande e risposte, mai nessuna banale o scontata, c’è stata una sola voce a parlare, capace di mettere l’esclamativo sulle vicende di questo Milan, rimasto fermo a Bergamo, con cinque martellate sulla sacra sagoma che ne hanno sfregiato il valore. Ha parlato Zvomir Boban, uomo vero, mostrando i tratti del dirigente degno di vestire i colori del club. Ha detto col viso ancora tirato dai tormenti prenatalizi: «Non vorrei scordare Bergamo, nessuno si deve nascondere dietro le spalle larghe di Zlatan». Ed è stato come un tuono in questa giornata piena anche dei fuochi d’artificio fatti esplodere più tardi dalla curva sud che aspettava nel piazzale del Portello per “saltellare” col suo nuovo profeta, l’unico in grado forse di rimettersi sulle spalle, un esercito così numeroso di tifosi delusi, amareggiati, disperati per meglio dire.
Ibra, nei cento passaggi delle sue risposte appuntite, l’ha testimoniato con chiarezza. «Dopo Bergamo ho avuto tante chiamate» ha ricordato segnalando il panico nel quale era precipitato tutto il management rossonero, consapevole che la strada imboccata da Elliott all’inizio dell’avventura - solo giovani calciatori di prospettiva - avrebbe portato probabilmente sull’orlo del burrone invece che in Europa o addirittura in Champions league. Perciò Boban, cresciuto e allevato alla cultura della responsabilità e mai della fuga, ha tenuto a ricordare a tutti, quelli che stavano ai piani alti di casa Milan e a quelli che nel frattempo si riscaldavano a Milanello, che niente potrà cancellare l’offesa ricevuta a Bergamo, non tanto la dimensione della sconfitta ma la modalità, disonorevole. Perciò, mentre gli altri erano in vacanza, lui, Boban, ha chiamato tutti i giorni Ibra perché accogliesse l’invito e prendesse un aereo per presentarsi a Milano. Ecco, allora, cosa ci ha detto ieri la mattina vissuta a casa Milan: il club ha trovato un dirigente!".

Boban è il direttore della parte sportiva, dunque è corretto che sia lui a presenziare queste conferenze.
Può sorprendere casomai l'assenza di Maldini, casomai.

Non capisco la sorpresa sinceramente. E' il ruolo di Boban prendere posizione in certe situazioni.

Forse in Italia siamo abituati a proprietà diverse, molto più presenti, e a dirigenti factotum.
 

gabri65

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Franco Ordine, dalle colonne del CorSport in edicola oggi, 4 gennaio, sul Milan:" Forse è stata una fortuna che Elliott, l’azionista, e chi lo rappresenta nel board del Milan, non si sia presentato ieri mattina, di buonora, nella sala stampa di casa Milan, per dare il bentornato ufficiale e solenne a Zlatan Ibrahimovic. Né Scaroni, il presidente, né soprattutto l’ad, Ivan Gazidis che pure qualche ora prima aveva messo il faccione alla firma del contratto, hanno presenziato alla conferenza stampa da star, allestita dal club. Forse è stata una fortuna perché, alla fine della fitta sequenza di domande e risposte, mai nessuna banale o scontata, c’è stata una sola voce a parlare, capace di mettere l’esclamativo sulle vicende di questo Milan, rimasto fermo a Bergamo, con cinque martellate sulla sacra sagoma che ne hanno sfregiato il valore. Ha parlato Zvomir Boban, uomo vero, mostrando i tratti del dirigente degno di vestire i colori del club. Ha detto col viso ancora tirato dai tormenti prenatalizi: «Non vorrei scordare Bergamo, nessuno si deve nascondere dietro le spalle larghe di Zlatan». Ed è stato come un tuono in questa giornata piena anche dei fuochi d’artificio fatti esplodere più tardi dalla curva sud che aspettava nel piazzale del Portello per “saltellare” col suo nuovo profeta, l’unico in grado forse di rimettersi sulle spalle, un esercito così numeroso di tifosi delusi, amareggiati, disperati per meglio dire.
Ibra, nei cento passaggi delle sue risposte appuntite, l’ha testimoniato con chiarezza. «Dopo Bergamo ho avuto tante chiamate» ha ricordato segnalando il panico nel quale era precipitato tutto il management rossonero, consapevole che la strada imboccata da Elliott all’inizio dell’avventura - solo giovani calciatori di prospettiva - avrebbe portato probabilmente sull’orlo del burrone invece che in Europa o addirittura in Champions league. Perciò Boban, cresciuto e allevato alla cultura della responsabilità e mai della fuga, ha tenuto a ricordare a tutti, quelli che stavano ai piani alti di casa Milan e a quelli che nel frattempo si riscaldavano a Milanello, che niente potrà cancellare l’offesa ricevuta a Bergamo, non tanto la dimensione della sconfitta ma la modalità, disonorevole. Perciò, mentre gli altri erano in vacanza, lui, Boban, ha chiamato tutti i giorni Ibra perché accogliesse l’invito e prendesse un aereo per presentarsi a Milano. Ecco, allora, cosa ci ha detto ieri la mattina vissuta a casa Milan: il club ha trovato un dirigente!".

Grazie. Si sapeva.

E' ovvio che Boban abbia la parte più appariscente e autoritaria, anche a causa del ruolo pregresso. Maldini credo, visto il carattere, che stia in una posizione meno esposta.

Di Scaroni sappiamo benissimo quale è (non è) il compito. Il commercialista sudafricano per ora si occupa dei likes social di sostegno alla causa dell'apartheid.
 
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