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Con tutto il rispetto per le tue letture, ma Chapoutot ha la stessa credibilità di Barbero.Questa riflessione è frutto della propaganda tedesca di fine XIX secolo, alla quale non si dà più credito oggi. Ciò detto, non cambia la sostanza del tuo messaggio che condivido pienamente!
Nel caso ti interessasse l’argomento, ti consiglio la lettura de “Il nazismo e l’Antichità” di Johann Chapoutot: per me, è uno testo di altissima levatura storica![]()
Gli autori che fanno ricerca storica seria non prendono applausi dalla politica, perché la ricerca storica è spesso incompatibile con la politica. Figurarsi insegnare alla Sorbona.
Di autori seri che hanno scritto sul nazionalsocialismo ce ne sono, ma nessuno di loro se l’è mai passata benissimo.
Partendo da Gian Paolo Pucciarelli, a cui le associazioni ebraiche hanno tolto pure le mutande in cause continue, per aver pubblicato in Italia la traduzione di un’inchiesta dettagliata sulla figura di Hitler.
Pubblicata in due DVD che nell’ultimo periodo aveva paura a vendere persino di persona, perché ormai non si fidava più di nessuno.
Una persona che viveva a Roma, a cui gli hanno tolto tutto ed è finito morto di cancro solo in macchina a Maglie con soltanto i suoi libri a fianco, perché non aveva più i soldi per pagarsi un appartamento nemmeno al Sud.
Per non parlare di Simonetti, che ha scritto “Hitler e Fichte: capire il nazionalsocialismo”, che è un’analisi socio-filosofica sulle origini del movimento tedesco di quel periodo e che ha trovato molta poca propensione in Italia alle sue pubblicazioni.
Gli autori storici seri non usano mai la parola nazismo, ma sempre e solo nazionalsocialismo.
Nazismo è una parola insignificante, come nazifascismo, rossobrunismo e via dicendo.