NYT: Uefa preoccupata dai conti del Milan e da Li.

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Casnop

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Per carità tutto è possibile ma se il Milan non avesse una proprietà cinese il NYT non aprirebbe bocca.
E se non avesse fondi alle Vergini Britanniche, aggiungerei. È la coazione a ripetere dei media americani per il capitale cinese, già evidenziata in passato per i capitali di Jack Ma e Wang Jianlin, ed in generale accentuata in trumpismo incombente, anche dalla stampa liberal. Non si fa capace del fatto che, in uscita dalla Cina, esso venga accumulato sui conti di banche esotiche, e non sui circuiti finanziari legati alle grandi merchant banks americane, e che lo Stato cinese, da cui fluiscono, non intervenga con la potestà impositiva, qualificando essi come Stati canaglia sul piano fiscale, o peggio (riciclaggio, finanziamento di attività terroristiche, o del contrabbando internazionale). Alla base, come detto, vi è un principio ideologico e politico per Pechino, che vi risponde con sostanziale indifferenza. L'operatività su estero della totalità delle persone giuridiche di diritto e capitale cinese, siano esse private, pubbliche o statali, è su Paesi che l'Occidente definisce offshore, e con cui Pechino ha invece regolari rapporti finanziari. Il controllo valutario e fiscale, rigoroso come può esserlo solo quello di un regime non democratico, è invece alla barriera doganale cinese. Così è. Se il New York Times vuole approfondire la reale natura dei conti di Li, e degli altri imprenditori e/o finanzieri cinesi su estero, deve andare negli uffici del SAFE a Pechino, e nelle banche di Hong Kong, Singapore, Macao, Vergini Britanniche, Cayman, altre, ove costoro hanno conti cifrati in algoritmi sconosciuti alle banche stesse, o nelle piattaforme digitali di bitcoins, o di altre criptovalute, che flottano indisturbate sulle reti telematiche. Oppure, fare una campagna di trasparenza finanziaria e fiscale contro le politiche del regime di Pechino. In bocca al lupo, in ogni caso. :sisi:

P.S. Su Wall Street gira voce che stiano costituendosi i primi asset managers in USA che offriranno ai propri clienti del trading su futures scambiati in bitcoins (oggi valore nominale 8.000 dollari circa, aumento del 700 per cento da inizio gennaio, capitalizzazione su mondo di circa 150 miliardi di dollari, 1000 miliardi di dollari previsti entro il 2020). La prima dovrebbe essere JP Morgan, che controlla il fondo Highbridge. Una voce, niente di più. ;)
 
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E se non avesse fondi alle Vergini Britanniche, aggiungerei. È la coazione a ripetere dei media americani per il capitale cinese, già evidenziata in passato per i capitali di Jack Ma e Wang Jianlin, ed in generale accentuata in trumpismo incombente, anche dalla stampa liberal. Non si fa capace del fatto che, in uscita dalla Cina, esso venga accumulato sui conti di banche esotiche, e non sui circuiti finanziari legati alle grandi merchant banks americane, e che lo Stato cinese, da cui fluiscono, non intervenga con la potestà impositiva, qualificando essi come Stati canaglia sul piano fiscale, o peggio (riciclaggio, finanziamento di attività terroristiche, o del contrabbando internazionale). Alla base, come detto, vi è un principio ideologico e politico per Pechino, che vi risponde con sostanziale indifferenza. L'operatività su estero della totalità delle persone giuridiche di diritto e capitale cinese, siano esse private, pubbliche o statali, è su Paesi che l'Occidente definisce offshore, e con cui Pechino ha invece regolari rapporti finanziari. Il controllo valutario e fiscale, rigoroso come può esserlo solo quello di un regime non democratico, è invece alla barriera doganale cinese. Così è. Se il New York Times vuole approfondire la reale natura dei conti di Li, e degli altri imprenditori e/o finanzieri cinesi su estero, deve andare negli uffici del SAFE a Pechino, e nelle banche di Hong Kong, Singapore, Macao, Vergini Britanniche, Cayman, altre, ove costoro hanno conti cifrati in algoritmi sconosciuti alle banche stesse, o nelle piattaforme digitali di bitcoins, o di altre criptovalute, che flottano indisturbate sulle reti telematiche. Oppure, fare una campagna di trasparenza finanziaria e fiscale contro le politiche del regime di Pechino. In bocca al lupo, in ogni caso. :sisi:

P.S. Su Wall Street gira voce che stiano costituendosi i primi asset managers in USA che offriranno ai propri clienti del trading su futures scambiati in bitcoins (oggi valore nominale 8.000 dollari circa, aumento del 700 per cento da inizio gennaio, capitalizzazione su mondo di circa 150 miliardi di dollari, 1000 miliardi di dollari previsti entro il 2020). La prima dovrebbe essere JP Morgan, che controlla il fondo Highbridge. Una voce, niente di più. ;)

Sicuramente i nostri proprietari non saranno dei santi dell finanza ma l’informazione Usa è peggio della nostra in fatto di trasparenza e interessi celati da giornalismo a comando.
 

danjr

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Ancora il New York Times sulla situazione finanziaria del Milan. Secondo quanto riportato, la Uefa è preoccupata dalla redditività finanziaria del Milan sotto la presidenza di Yonghong Li ed il club potrebbe subire delle sanzioni. Il management del Milan sta provando a convincere la Uefa di essere in grado di stoppare le perdite. Ma le perdite, più i soldi investiti per la campagna acquisti estiva, superano i limiti imposti dalla stessa Uefa. Così la Uefa ha inviato una lettera al club chiedendo chiarimenti su diverse questioni. Il Milan oltre alla crisi societaria è in crisi anche sul campo, dove è lontanissimo dalla zona Champions. La società sta provando a rifinanziare il debito e nel caso in cui non ci riuscisse, il Milan passerebbe ad Elliott. La risposta dell'Uefa arriverà il prossimo 8 dicembre ma secondo una fonte vicina alle parti, la Uefa è preoccupata anche dalle passate dispute finanziarie di Yonghong Li.

tranquilli ragazzi, il NYT è un giornalaccio di provincia, tra l'altro sono tutti juventini! Non vi preoccupate che va tutto bene, siamo pieni di soldi e la Uefa ci premierà
 

Djici

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tranquilli ragazzi, il NYT è un giornalaccio di provincia, tra l'altro sono tutti juventini! Non vi preoccupate che va tutto bene, siamo pieni di soldi e la Uefa ci premierà

D'altronde ricordiamo la famosa sciarpa dei tifosi milanisti in cina "WeAreSoRich"
 

JohnDoe

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quando sento parlare di questo ***** di NYT "uno dei migliori giornali al mondo" mi fa male la testa...questi sono dei cessi poco credibili....NYT=Very Fake News
 
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Vabé ora perculiamo pure il Times.

Madonna cosa tocca leggere. Americani che sarebbero contro il Milan. Abbiamo un proprietario "di fatto" Americano e un altro che sarebbe pronto a rifinanziarci sempre americano ma c'è il g0mbl0dd0n3hhhh. Manco il papa andrebbe bene come fonte ormai.

tranquilli ragazzi, il NYT è un giornalaccio di provincia, tra l'altro sono tutti juventini! Non vi preoccupate che va tutto bene, siamo pieni di soldi e la Uefa ci premierà


Esatto. Se un giornale non solo non dice che siamo pieni di soldi, che ci ha comprato il Governo Cinese o che il Real Madrid e il PSG hanno paura di quanto possa diventare forte il Milan, ma addirittura ha dei dubbi sulla proprietà del Milan, è perché i giornalisti sono tutti juventini invidiosi e ignoranti, oppure vedovelle di Galliani e utili idioti di Berlusconi che ce l'hanno a morte col Milan, o fessacchiotti che non sanno nulla di economia.

In compenso chi parla bene del Milan è serio, imparziale ed informatissimo, con più fonti della CIA.


È così che ESPN, il New York Times, Sky, Marca, Il Sole 24 Ore e Forbes sono diventati giornaletti come CRONACA VERA, mentre Criscitiello, Biasin e Campopiano qui dentro sono considerati come tre premi pulitzer.
 
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