Milan: tetto ingaggi tra 1,5 e 2 mln di euro.

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mandraghe

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Il milan non è per tutti e non è provincializzandolo che lo aiuteremo a tornare grande.


E niente questo fatto così evidente non riesce ad entrare nella testa dei tifosi ragionieri.

Qua si vuole trasformare un marchio glorioso, storico e vincente in una provinciale. Per poi ripartire, ma ripartire dove? Una volta provincializzati resteremo una provinciale.

Un po' come se la Ferrari invece di costruire fuoriserie si mettesse improvvisamente a produrre utilitarie. Sarebbe un disastro. Lo stesso capiterebbe al Milan se questa proprietà con l'arma di distruzione di massa chiamata Gazidis implentasse veramente i suoi folli progetti.
 

gabri65

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Esatto.
Del resto sul mercato ci sono le fuoriserie come ci sono pure le utilitarie, chi non può permettersi le prime ripiega sulle seconde.
Nel mondo del calcio poi i progetti red bull servono per il lipsia o per il salisburgo, il bayern monaco cammina da solo con una proprietà forte che gli fa mancare nulla.
Il milan non è per tutti e non è provincializzandolo che lo aiuteremo a tornare grande.

E niente questo fatto così evidente non riesce ad entrare nella testa dei tifosi ragionieri.

Qua si vuole trasformare un marchio glorioso, storico e vincente in una provinciale. Per poi ripartire, ma ripartire dove? Una volta provincializzati resteremo una provinciale.

Un po' come se la Ferrari invece di costruire fuoriserie si mettesse improvvisamente a produrre utilitarie. Sarebbe un disastro. Lo stesso capiterebbe al Milan se questa proprietà con l'arma di distruzione di massa chiamata Gazidis implentasse veramente i suoi folli progetti.

Già. Visto che abbiamo accennato un po' tutti alle automobili, mi si conceda un'OT.

Si può osservare con facilità che la provincializzazione, e più in generale, la "mediocrizzazione", è la strada che piano piano porta alla difficoltà, e successivamente alla scomparsa.

In qualsiasi campo competitivo, che si parli di calcio o automobili, salvo rare eccezioni, ci si tiene a galla aumentando la qualità del prodotto e cercando di battere gli altri. E' proprio un discorso di evoluzione naturale.

Guardiamo le marche di automobili tedesche, ad esempio. Mercedes, BMW, Audi, hanno ottenuto successo e mercato perché si sono sfidate sulla qualità e l'eccellenza. Quando è uscita la prima Golf, era sostanzialmente una utilitaria di fascia bassa. Piano piano è diventata una media di fascia più elevata, ed il suo posto è stato preso dalla più piccola Polo.

Invece da noi, la FIAT, la Lancia, l'Alfa, che facevano fino agli anni '60/'70 automobili di rango, se non mitologiche (sì, pure la FIAT, perché il modello "1500" e la "125" erano ritenute automobili che sfioravano il lusso, come anche il mitico modello "130"), si sono poi accartocciate su modelli di qualità penosi, inaffidabili e banali, nonostante si reggessero a galla sul design (sempre italiano di prim'ordine), una buona meccanica con qualche soluzione temporanea e qualche buon colpo sporadico. Guadagni a tutti i costi sacrificando altri aspetti. Guarda caso gli unici marchi che tirano adesso sono la Jeep (che è al passo con le altre) e la Ferrari che è una eccellenza. Gia la Maserati, dopo il botto iniziale, sta già nel dimenticatoio, dopo che gli hanno montato su i motori diesel, diocristo.

E infatti vediamo i risultati. Mentre le altre vivono, le automobili italiane vegetano. La Lancia è morta, l'Alfa annaspa copiando le altre e adesso gli Agnelli si svenderanno la FIAT ai francesi (perché quella sarà la fine), anche perché si devono baloccare con la juve.

Orientandosi sulla mediocrità e sul minimalismo sei a rischio, perché fai un prodotto facilmente replicabile, comune, chiunque ti può sostituire con facilità, e ti può mancare il terreno sotto ai piedi da un momento all'altro. Credo che siano proprio concetti di base.

Qualità, competitività e investimenti, sempre e continuativamente. Altrimenti ti spegni.
 

Davidoff

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Già. Visto che abbiamo accennato un po' tutti alle automobili, mi si conceda un'OT.

Si può osservare con facilità che la provincializzazione, e più in generale, la "mediocrizzazione", è la strada che piano piano porta alla difficoltà, e successivamente alla scomparsa.

In qualsiasi campo competitivo, che si parli di calcio o automobili, salvo rare eccezioni, ci si tiene a galla aumentando la qualità del prodotto e cercando di battere gli altri. E' proprio un discorso di evoluzione naturale.

Guardiamo le marche di automobili tedesche, ad esempio. Mercedes, BMW, Audi, hanno ottenuto successo e mercato perché si sono sfidate sulla qualità e l'eccellenza. Quando è uscita la prima Golf, era sostanzialmente una utilitaria di fascia bassa. Piano piano è diventata una media di fascia più elevata, ed il suo posto è stato preso dalla più piccola Polo.

Invece da noi, la FIAT, la Lancia, l'Alfa, che facevano fino agli anni '60/'70 automobili di rango, se non mitologiche (sì, pure la FIAT, perché il modello "1500" e la "125" erano ritenute automobili che sfioravano il lusso, come anche il mitico modello "130"), si sono poi accartocciate su modelli di qualità penosi, inaffidabili e banali, nonostante si reggessero a galla sul design (sempre italiano di prim'ordine), una buona meccanica con qualche soluzione temporanea e qualche buon colpo sporadico. Guadagni a tutti i costi sacrificando altri aspetti. Guarda caso gli unici marchi che tirano adesso sono la Jeep (che è al passo con le altre) e la Ferrari che è una eccellenza. Gia la Maserati, dopo il botto iniziale, sta già nel dimenticatoio, dopo che gli hanno montato su i motori diesel, diocristo.

E infatti vediamo i risultati. Mentre le altre vivono, le automobili italiane vegetano. La Lancia è morta, l'Alfa annaspa copiando le altre e adesso gli Agnelli si svenderanno la FIAT ai francesi (perché quella sarà la fine), anche perché si devono baloccare con la juve.

Orientandosi sulla mediocrità e sul minimalismo sei a rischio, perché fai un prodotto facilmente replicabile, comune, chiunque ti può sostituire con facilità, e ti può mancare il terreno sotto ai piedi da un momento all'altro. Credo che siano proprio concetti di base.

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Esattamente, vale anche in economia, per quanto i burocrati UE facciano propaganda all'austerity e al rispetto dei conti dalle crisi si esce solo investendo e rimettendo in moto l'economia, "spendere soldi per fare soldi", per questo il fpf attuale è una barzelletta.

Il progetto Atalanta che vogliono imbastire Gazidis e company parte con un handicap enorme quando applicato ad una società come il Milan, una decaduta che tutti puntano ancora a spolpare su cartellini e ingaggi; aggiungo che proprio il fatto che ci siano molte altre società medio-piccole ad avere tale modello come base rende la situazione ancora più difficile, i giovani veramente forti sono pochi e saremo in molti a scannarci per la stessa tipologia di giocatore, infatti il mercato si sta già adeguando: De Jong, De Ligt, Haaland, 19-20enni che vanno via a prezzi esorbitanti, con stipendi dai 5 milioni in su. Quelli alla nostra portata sono forse i primavera, i 16enni, ma anche lì se sono potenziali fenomeni li prende il Real di turno a 40-50 milioni.

Last but not least, qui parliamo come se fosse una cosa semplice ma tirare su strutture societarie e di scouting adeguate ad un modello del genere richiede anni e anni. Costruire squadre come l'Atalanta o la Lazio attuale non capita tutti i giorni, devono incastrarsi vari fattori e bisogna riuscire a creare un nucleo di giovani veramente forti e riuscire a trattenerli il tempo sufficiente a creare una base consolidata, altrimenti finisci come la Roma che a forza di smontare ogni anno è precipitata.

Io nel progetto di Gazidis vedo solo incognite e grosse dosi di preghiere nel pescare le figurine, con probabilità di tornare in alto inferiori a quelle di chi è partito prima. Il terreno perduto non si recupera a passo di lumaca, non nell'era in cui 5 anni fuori dal grande calcio azzerano il tuo appeal agli occhi di tifosi e giocatori.
 

A.C Milan 1899

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Già. Visto che abbiamo accennato un po' tutti alle automobili, mi si conceda un'OT.

Si può osservare con facilità che la provincializzazione, e più in generale, la "mediocrizzazione", è la strada che piano piano porta alla difficoltà, e successivamente alla scomparsa.

In qualsiasi campo competitivo, che si parli di calcio o automobili, salvo rare eccezioni, ci si tiene a galla aumentando la qualità del prodotto e cercando di battere gli altri. E' proprio un discorso di evoluzione naturale.

Guardiamo le marche di automobili tedesche, ad esempio. Mercedes, BMW, Audi, hanno ottenuto successo e mercato perché si sono sfidate sulla qualità e l'eccellenza. Quando è uscita la prima Golf, era sostanzialmente una utilitaria di fascia bassa. Piano piano è diventata una media di fascia più elevata, ed il suo posto è stato preso dalla più piccola Polo.

Invece da noi, la FIAT, la Lancia, l'Alfa, che facevano fino agli anni '60/'70 automobili di rango, se non mitologiche (sì, pure la FIAT, perché il modello "1500" e la "125" erano ritenute automobili che sfioravano il lusso, come anche il mitico modello "130"), si sono poi accartocciate su modelli di qualità penosi, inaffidabili e banali, nonostante si reggessero a galla sul design (sempre italiano di prim'ordine), una buona meccanica con qualche soluzione temporanea e qualche buon colpo sporadico. Guadagni a tutti i costi sacrificando altri aspetti. Guarda caso gli unici marchi che tirano adesso sono la Jeep (che è al passo con le altre) e la Ferrari che è una eccellenza. Gia la Maserati, dopo il botto iniziale, sta già nel dimenticatoio, dopo che gli hanno montato su i motori diesel, diocristo.

E infatti vediamo i risultati. Mentre le altre vivono, le automobili italiane vegetano. La Lancia è morta, l'Alfa annaspa copiando le altre e adesso gli Agnelli si svenderanno la FIAT ai francesi (perché quella sarà la fine), anche perché si devono baloccare con la juve.

Orientandosi sulla mediocrità e sul minimalismo sei a rischio, perché fai un prodotto facilmente replicabile, comune, chiunque ti può sostituire con facilità, e ti può mancare il terreno sotto ai piedi da un momento all'altro. Credo che siano proprio concetti di base.

Qualità, competitività e investimenti, sempre e continuativamente. Altrimenti ti spegni.

Anche perché vorrei capire una cosa: perché l’Inter è passata dal FFP senza essere costretta a fare politiche estremiste su giovani e basta con con tetti massimo di 2 mln? Perché? E parliamo dell’Inter di Thohir, quella che con un bilancio -70 (il nostro a Giugno dovrebbe essere -90 quando otteremo l’SA) prese Mancini a Novembre 2014 prima ancora di ottenere l’SA e, ottenuto l’SA, fece un mercato importante (arrivando quarta nel 2015/2016 dopo un girone d’andata da prima in classifica) con una squadra mista giovani ed esperti.

L’esempio di Thohir dimostra che le politiche ultraminimaliste del maledetto strozzino non sono affatto l’unica via.

Un club della nostra statura dovrebbe fare quanto fatto dall’Inter di Thohir (puerco mondo, non sto chiedendo che Idiott faccia il Suning, mi accontenterei che facesse il Thohir, visto che il ruolo nel Milan è il medesimo di quello avuto da Thohir all’Inda, invece questo Milan sembra una versione povera, piccola e pezzente perfino dell’Inda dello speculatore indonesiano, tanto è vero che mentre quella Inter poteva ambire ai Mancini per noi sono sogni proibiti persino gli Spalletti), il disgustoso scappellato invece ci sta trattando letteralmente come se avesse in mano la Fiorentina.

Non esiste disgrazia che non possa augurargli.

Che la famiglia Singer sia maledetta insieme alla famiglia Berlusconi. Che le umiliazioni subite dai milanisti possano trasformarsi, ciascuna di loro, in calamità che le colpiscano spietatamente.
 
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Come riportato dalla GDS in edicola oggi, 5 marzo, Gazidis, per risparmiare, è intenzionato ad abbassare ancora di più il tetto ingaggi: l'obiettivo è portarlo, al massimo, ad 1,5 - 2 mln di euro. In stile Theo, che per arrivare al Milan ha accettato la riduzione dell'ingaggio a 1,5 mln.

Donnarumma (6 mln) Romagnoli (3,5) e Calhanoglu (2,5) sono le eccezioni. Gli ingaggi resteranno gli stessi ma potrebbero subentrare problemi quando si inizierà a parlare di rinnovo.

Stesso discorso con Rebic: per il riscatto servono 40 mln. Poi bisognerà trovare un accordo sull'ingaggio. Il Milan gli chiederà una riduzione o farà un'eccezione?
Secondo me sono tutte fregnacce dei giornali che adesso si sbizzarriscono tra una rosa di soli bambini, ingaggi a 1mln, ruota delle punizioni di Ragnarok etc etc.

Poi che non arrivino giocatori che guadagnano 7mln l’anno è assodato.
Ma è assurdo pensare all’ estremo opposto
 
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Ti faccio una domanda: credi che Ibra sarebbe arrivato, senza Maldini e Boban?

Ma tu credi veramente che Ibra sia arrivato mentre Gazidis era in qualche piantagione a frustare schiavi neri?
Sarà stato d’accordo pure lui.

Detto ciò non capisco perché a fine anno, a detta dei giornali, lo debbano cacciare come un appestato quando lo stesso Ragnarok allo Shalke giocava con Raul punta.

Eh ma Ragnarok vuole solo i bambini.
 

A.C Milan 1899

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Ma tu credi veramente che Ibra sia arrivato mentre Gazidis era in qualche piantagione a frustare schiavi neri?
Sarà stato d’accordo pure lui.

Non ci siamo capiti: intendo dire che senza l’influenza di Maldini e Boban che guardano anche al campo e non solo al bilancio non ci sarebbe mai stato il contrappeso necessario a far pendere la bilancia a favore di Ibra.

Ora che c’è solo Fancazzidis non esiste più alcun contrappeso e se il campo prima era questione secondaria rispetto al bilancio, ora diventerà, realmente, l’ultimo dei problemi. Preparatevi che l’anno prossimo ci triteranno le ossa, prevedo un campionato tra i 40 e i 46/47 punti.
 

zamp2010

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Bah fose solo notizie false.

Se e vero, come puoi pensare a riportare il milan in alto e vendere la societa per milliardo se paghi ingaggi cosi poco?
Che viene di buono a queste ingaggi?
 

Ruuddil23

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Come riportato dalla GDS in edicola oggi, 5 marzo, Gazidis, per risparmiare, è intenzionato ad abbassare ancora di più il tetto ingaggi: l'obiettivo è portarlo, al massimo, ad 1,5 - 2 mln di euro. In stile Theo, che per arrivare al Milan ha accettato la riduzione dell'ingaggio a 1,5 mln.

Donnarumma (6 mln) Romagnoli (3,5) e Calhanoglu (2,5) sono le eccezioni. Gli ingaggi resteranno gli stessi ma potrebbero subentrare problemi quando si inizierà a parlare di rinnovo.

Stesso discorso con Rebic: per il riscatto servono 40 mln. Poi bisognerà trovare un accordo sull'ingaggio. Il Milan gli chiederà una riduzione o farà un'eccezione?

Quanto scommettiamo che fra questi rimarrà solo il più scarso, il turco, con tanto di stipendio confermato? "Lo stipendio di Calhanoglu è comunque sostenibile, a differenza degli altri, che andranno via anche per fare cassa. Inoltre, il turco non ha offerte".

"A Rangnick piace molto Calhanoglu, che rimarrà sicuramente. Anche Kessié è molto apprezzato, perché si adatta al gegenpressing del tedesco, così come Rodriguez che Rangnick ha avuto modo di ammirare in Germania e potrebbe rientrare dal prestito".

"Hernandez è troppo indisciplinato tatticamente e non piace a Rangnick. Può partire con offerta congrua. Rebic non sarà riscattato per lo stesso motivo e costa troppo. Bennacer non ha il dinamismo che vorrebbe il tedesco e la sua cessione può garantire una ricca plusvalenza".

Questo sarà più o meno il tenore degli articoli che leggeremo nei prossimi mesi per giustificare lo sfacelo di mercato che farà il Milan. Naturalmente questi non saranno pensieri di Rangnick nella maggior parte dei casi, ma gli verranno attribuiti dai soliti giullari dei media per indorare la pillola di un mercato da super-ridimensionamento.
E prepariamoci anche ai soliti peana di inizio stagione sulle prestazioni fisiche da record in allenamento e sui metodi durissimi di Rangnick alla Jeff Turner di Holly e Benji. Insomma il solito film.
 
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E' difficile tornare tra le grandi con le leggi attuali perchè le morse del fpf sono terribili.
Credo il milan rappresenti poi un unicum, al gran ballo delle big non manchiamo solo noi? Mi pare le altre ci siano tutte.
Il nostro milan crea rossi spaventosi e indirizzare un sistema virtuoso a livello economico e vincente sul campo è di difficile realizzazione.
Ma la proprietà sta facendo tutto proprio tutto di quello che è concesso ?? Non mi pare.
E si che il margine di manovra è già ristretto, se non su usano nemmeno dei jolly come quello delle sponsorizzazioni quando ne usciamo??
La valorizzazione dei giocatori passa dai risultati sul campo ma i risultati sul campo dipendono anche dal blasone e il milan per tornare a fare il milan deve tornare in champions.
Quindi, ti ripeto , potrò convincermi che elliott sta operando bene quando vedrò tre aspetti :
-1- una gestione non schizofrenica ma ponderata e decisa. Tanto per intenderci non si può cambiare dirigenza ogni anno come non si possono creare contrasti interni .
-2- la proprietà deve mettere a disposizione dell'ad tutta la potenza economica possibile senza nascondersi dietro al fpf. In quanto a sponsor elliott ha fatto zero e gazidis ha fatto pure peggio. Due segnali negativi, oserei direi pessimi, che mi fanno pensare che prima cambiamo proprietà e meglio è.
-3- la costruzione della squadra deve essere logica e non talebana. Abbiamo puntato il dito su giampaolo perchè talebano nel modo di intendere il calcio ? Ok, ci sta. E allora allestire una squadra di under 23 non è da talebani? A calcio servono capacità, forza ma anche esperienza.

Ma io non voglio sostenere che Elliott stia operando al meglio possibile.
Sostengo che date le scelte della proprietá, la migliore opzione come milanisti é che la politica adottata, qualunque siano i vincoli dettati da regolamento e proprietá, abbia successo.

Probabilmente la prossima linea politica comporterá bilancio 8n pari, squadra giovane e di prospettiva con alla guida un fanatico Rommel-Sacchiano.
Fallirá?
Possibile.

Tifare affinché fallisca? A chi giova?
 
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