Esatto.
Del resto sul mercato ci sono le fuoriserie come ci sono pure le utilitarie, chi non può permettersi le prime ripiega sulle seconde.
Nel mondo del calcio poi i progetti red bull servono per il lipsia o per il salisburgo, il bayern monaco cammina da solo con una proprietà forte che gli fa mancare nulla.
Il milan non è per tutti e non è provincializzandolo che lo aiuteremo a tornare grande.
E niente questo fatto così evidente non riesce ad entrare nella testa dei tifosi ragionieri.
Qua si vuole trasformare un marchio glorioso, storico e vincente in una provinciale. Per poi ripartire, ma ripartire dove? Una volta provincializzati resteremo una provinciale.
Un po' come se la Ferrari invece di costruire fuoriserie si mettesse improvvisamente a produrre utilitarie. Sarebbe un disastro. Lo stesso capiterebbe al Milan se questa proprietà con l'arma di distruzione di massa chiamata Gazidis implentasse veramente i suoi folli progetti.
Già. Visto che abbiamo accennato un po' tutti alle automobili, mi si conceda un'OT.
Si può osservare con facilità che la provincializzazione, e più in generale, la "mediocrizzazione", è la strada che piano piano porta alla difficoltà, e successivamente alla scomparsa.
In qualsiasi campo competitivo, che si parli di calcio o automobili, salvo rare eccezioni, ci si tiene a galla aumentando la qualità del prodotto e cercando di battere gli altri. E' proprio un discorso di evoluzione naturale.
Guardiamo le marche di automobili tedesche, ad esempio. Mercedes, BMW, Audi, hanno ottenuto successo e mercato perché si sono sfidate sulla qualità e l'eccellenza. Quando è uscita la prima Golf, era sostanzialmente una utilitaria di fascia bassa. Piano piano è diventata una media di fascia più elevata, ed il suo posto è stato preso dalla più piccola Polo.
Invece da noi, la FIAT, la Lancia, l'Alfa, che facevano fino agli anni '60/'70 automobili di rango, se non mitologiche (sì, pure la FIAT, perché il modello "1500" e la "125" erano ritenute automobili che sfioravano il lusso, come anche il mitico modello "130"), si sono poi accartocciate su modelli di qualità penosi, inaffidabili e banali, nonostante si reggessero a galla sul design (sempre italiano di prim'ordine), una buona meccanica con qualche soluzione temporanea e qualche buon colpo sporadico. Guadagni a tutti i costi sacrificando altri aspetti. Guarda caso gli unici marchi che tirano adesso sono la Jeep (che è al passo con le altre) e la Ferrari che è una eccellenza. Gia la Maserati, dopo il botto iniziale, sta già nel dimenticatoio, dopo che gli hanno montato su i motori diesel, diocristo.
E infatti vediamo i risultati. Mentre le altre vivono, le automobili italiane vegetano. La Lancia è morta, l'Alfa annaspa copiando le altre e adesso gli Agnelli si svenderanno la FIAT ai francesi (perché quella sarà la fine), anche perché si devono baloccare con la juve.
Orientandosi sulla mediocrità e sul minimalismo sei a rischio, perché fai un prodotto facilmente replicabile, comune, chiunque ti può sostituire con facilità, e ti può mancare il terreno sotto ai piedi da un momento all'altro. Credo che siano proprio concetti di base.
Qualità, competitività e investimenti, sempre e continuativamente. Altrimenti ti spegni.