Lo ripetiamo, questa notizia stavolta ha un significato diverso, di grande sostanza. La convocazione della assemblea per il cambio di cda segue alla constatazione della avvenuta prova dei fondi necessari al closing, prova offerta dalla presentazione dei conti ove sono domiciliati i relativi importi. Negli accordi tra le parti del 12 dicembre scorso per la proroga del termine a contrarre ed il versamento a caparra di un secondo acconto di 100 milioni sul maggior prezzo,
Fininvest aveva posto la condizione della visibilità dei fondi per il saldo prezzo per la convocazione della assemblea per la ratifica del closing ed il cambio di amministrazione, memore del buco, anche e soprattutto mediatico, della precedente convocazione. SES ha acconsentito, convenendo la rischiosissima mossa di imputare a caparra anche la seconda tranche di acconto, consapevole che la ristrutturazione via offshore della operazione finanziaria avrebbe certamente consentito la chiusura dell'affare e scongiurato la perdita di una così rilevante quantità di denaro. Rischio calcolato, la decisione odierna di Fininvest significa allora che in un qualche angolo del mondo i 320 milioni del saldo sono pronti a fare il loro viaggio verso l'Italia. Gioiamo, sommessamente, ma gioiamo.