Il voluntary agreement ha due qualità: impone obiettivi di break even a medio termine, quattro anni dalla sua vigenza, salvo tappe intermedie (covenants) da concordare, ma che attengono a regole prudenziali di gestione (ad esempio, tetti di ingaggio su nuovi giocatori) non ad obiettivi di saldo; consente, a differenza del settlement agreement, manovre correttive di bilancio tramite semplici versamenti in conto corrente dei soci, opportunamente motivate e comunque controgarantite. La necessità della cessione, di cui parlava Fassone, riguarda la continenza nei limiti del budget previsto dal piano industriale predisposto dai proprietari, in assenza dei previsti ricavi della Champions League, non il rispetto di presunti vincoli di bilancio posti dall'UEFA. Non potrebbe essere diversamente, considerato che quell'agreement non è stato ancora sottoscritto, e nei contenuti proposti dal Milan, che devono ancora essere negoziati.