Decisione modulata sulle sopravvenienze di bilancio del club, e sul piano industriale presentato dall'azionista a corredo della sua istanza di Voluntary Agreement. Ne esce un ibrido tra un Settlement Agreement ed un Voluntary Agreement, in violazione secca del principio di legalità, che da un lato esclude, agli effetti del Voluntary Agreement, la sanzione per il periodo pregresso, che qui c'è (multa unitamente a limitazioni della rosa), e dall'altro prescrive, agli effetti del Settlement Agreement, la violazione della regola del contenimento della perdita aggregata triennale di bilancio nei limiti dei 30 milioni di euro, che qui manca del tutto, essendo previsto il break even puro a consuntivo di un periodo triennale, con sanzione predisposta (la squalifica per un anno dalle Coppe), essa sì sproporzionata rispetto alla entità effettiva della violazione a consuntivo, presumibilmente esiziale in un ciclo triennale che il Milan condurrebbe secondo criteri prudenziali e virtuosi. Motivi di impugnazione, che rendano la decisione modificabile dinanzi al TAS-CAS di Losanna, ve ne sono, dunque. Si legge nel dispositivo il desiderio del CFBC di riprendersi una potestà punitiva che il Tribunale di Losanna ha messo in seria discussione, con la decisione del 20 luglio scorso. Si tratta tuttavia di comprendere la convenienza di un contenzioso permanente con la Uefa, da parte di Elliott. Valutazione di politica e di diplomazia sportiva, e di analisi realistica dei propri numeri, ora favorevoli, dopo molti anni, con una PFN sostanzialmente azzerata sulla componente tossica del debito finanziario, ed una aspettativa di espansione dei ricavi sulla base di nuove politiche commerciali che l'azionista ed il nuovo management intendono sviluppare e che, ripetiamo, sono certamente nel piano industriale presentato a Nyon all'atto della domanda di VA. Paradossalmente, i termini iugulatori che oggi la Uefa ha dato al Milan per il suo risanamento economico, dopo quello finanziario già realizzato nei mesi scorsi, potrebbero essere un segno della credibilità di quel piano e della non irrealistica previsione di una sua realizzazione nel breve termine. Certo, tutto questo deve poi essere vagliato alla luce di un interesse del club a non deprimere investimenti già programamti sul piano spostivo, che rimangono il tramite necessario per azionare definitivamente la leva dei ricavi. Vediamo cosa decideranno di fare Singer e Gazidis, e le carte che hanno effettivamente in mano.