Milan: obiettivi D'Amico e Italiano. Ibra cambia ruolo?

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Baiocchini a Sky sul Milan:"Sul tema del ds, io credo che il Milan voglia provare a fare un ultimo tentativo per convincere l'Atalanta a liberare Tony D'Amico che è il vero obiettivo del club rossonero. Altrimenti verranno fatte delle valutazioni, per questo l'ad Furlani non ha escluso che la struttura societaria milanista rimanga invariata. Per quanto riguarda invece l'allenatore, uno dei profili che il Milan ha seguito con pià interesse durante questa stagione è quello di Vincenzo Italiano. Da due o tre mesi sta cercando di capire se può essere lui l'allenatore giusto per il Milan. Per ora non ci sono stati contatti diretti con lui e il suo entourage, prima Italiano vuole parlare con il Bologna a cui ha dato la sua priorità. Se non dovesse essere trovato un accordo per andare avanti insieme, allora a quel punto potrebbero spuntare nuove occasioni e il Milan potrebbe essere una di queste. Però al momento è tutto bloccato dalla questione ds, che è il passaggio fondamentale prima di scegliere il sostituto di Conceiçao sulla panchina rossonera. Ibrahimovic? Io credo che lui fosse contento del suo ruolo che aveva nel Milan, poi quando c'è stata la questione del ds con il viaggio di Furlani da Cardinale e la conseguente ridistribuzione dei ruoli all'interno del club lui abbia sofferto questa cosa. Ibra è stato messo in una posizione diversa rispetto a prima. In merito al suo futuro io mi aspetto una voglia di rivalsa da parte dello svedese perchè lasciare il Milan dopo una delle stagioni peggiori degli ultimi anni sarebbe anche un fallimento anche per la sua immagine. Quindi ripartirà e rimarrà nel Milan, magari con un ruolo diverso, anche se la sua voce continuerà a contare nel club rossonero".

News precedenti

La GDS in edicola conferma le news che abbiamo già riferito ieri: il Milan studia... Vincenzo Italiano. E' un profilo che piace molto, in vista della prossima stagione. E' un'idea concreta, ma non sarà facile. Italiano e il Bologna hanno l'accordo per il rinnovo. Ma dinanzi al pressing rossonero il tecnico potrebbe restare indifferente? Di certo c'è che servirà trattare col Bologna. I club sono in buoni rapporti. Il Milan cerca un tecnico che sia leader, non necessariamente per i trofei alzati. Oltre a Italiano piacciono sempre Gasperini (da vedere se deciderà di restare a Bergamo) e Allegri. Sarri e De Zerbi opzioni in calo.

CorSera: Milan pronto alla rivoluzione. Fra i nomi che circolano a casa Milan ci sono Italiano, Sarri, Allegri. Il primo ha fatto un figurone anche l’altra sera all’Olimpico col suo Bologna, il secondo era già stato contattato a dicembre, il terzo è l’usato garantito. Su Conte, nemmeno contattato un anno fa e oggi sogno proibito di molti, non ci sono più grosse illusioni. L’identikit è tracciato: basta scommesse, deve essere italiano e conoscere la serie A. Chiunque sarà, avrà un vantaggio: fare peggio di quest’anno sarà difficile. Ma dall’altro lato, dovrà svolgere una missione durissima: rimettere in piedi il mondo Milan, riportando l’entusiasmo svanito. L’altra sera, all’Olimpico, a un certo punto è partito il coro «Pioli is on fire», colonna sonora degli anni sereni a cavallo dello scudetto. Il sindacato dei nostalgici si è ingrossato parecchio.

Tuttosport su Sarri in pole: la sconfitta del Milan in finale di Coppa Italia contro il Bologna ha mandato in frantumi anche l’ultimo piano di difesa dietro il quale la dirigenza si sarebbe potuta nascondere per non agire. Invece, lo 0-1 di due sere fa all’Olimpico che ha portato il trofeo a Bologna, mette Cardinale, Furlani, Ibrahimovic e Moncada davanti alle loro responsabilità. E la prima decisione che verrà presa sarà quella del cambio dell’allenatore. Sergio Conceiçao ci ha provato, a modo suo, a rimettere a posto le cose dopo l’esonero di Paulo Fonseca, ma nei fatti e nei risultati non ci è riuscito. E la querelle di un anno fa di questi tempi sul dopo Pioli è la genesi di tutti i mali, che poi a cascata si sono riverberati sul campo. Il Milan ha bisogno di un grande allenatore, di uno che sappia convincere i calciatori delle sue idee entrando in empatia con loro e con l’ambiente. Una scelta non ambiziosa genererebbe un nuovo capitolo che potrebbe ricalcare quello che si sta, mestamente, concludendo in questa annata. La doppia scelta portoghese alla guida del Milan ha comportato anche i seguenti dati: dalla nona giornata in avanti, i rossoneri non sono mai andati oltre la settima posizione in campionato. Il secondo dato è quello che più farà clamore: il Milan, a mercoledì sera, ha perso quindici partite stagionali su cinquantatré tra campionato, Champions League e Coppa Italia, pari al 28% del totale. Numeri non da grande squadra. E poi si è arrivati alla certifi cazione del naufragio di questo modello gestionale. Al Milan serve un direttore sportivo che comandi, che sappia costruire una squadra, che possa scegliere l’allenatore e condividere con lui le idee di mercato da sviluppare dopo con la società, non viceversa. Tare era presente all’Olimpico e attende ancora di esser chiamato, ma le voci che circolavano nella pancia dello stadio romano è che Furlani potrebbe fare un ultimo tentativo con D’Amico, nonostante la grande irritazione dell’Atalanta sul tema. Maurizio Sarri, ultimo allenatore ad aver vinto lo scudetto alla Juventus, è stato proposto e, negli exit pool, è in vantaggio, ma sappiamo bene come le cose possano mutare rapidamente. L’entourage di Vincenzo Italiano non ha mai ricevuto una chiamata dalla dirigenza rossonera (mentre da altri club si), nonostante il suo nome sia emerso dai colloqui di Furlani con i potenziali direttori sportivi. Sullo sfondo rimangono Massimiliano Allegri e Roberto De Zerbi, con Gian Piero Gasperini come suggestione qualora dovesse lasciare l’Atalanta. Tutti questi profi li hanno una caratteristica: sono allenatori solidi e italiani. Ma il solo mister non potrà bastare così come non basterà un ds a rimettere a posto le cose. Perché di macerie ce ne sono parecchie.

Il CorSport e il biennale a Sarri: le opzioni più in voga per la panchina del Milan sono quelle di Maurizio Sarri e, soprattutto su spinta di parte del popolo milanista, di Massimiliano Allegri. Per l’ex allenatore di Lazio e Juventus, i primi contatti risalgono allo scorso dicembre, quando Furlani lo aveva chiamato per subentrare a Fonseca; i sei mesi off erti, però, non convinsero il tecnico toscano. Ma ora, con una stabilità da trovare, il Milan potrebbe proporre a Sarri un contratto almeno biennale. E Sarri, voglioso di tornare in pista, ha già fatto capire in più occasioni di apprezzare l’opzione rossonera.

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La GDS in edicola conferma le news che abbiamo già riferito ieri: il Milan studia... Vincenzo Italiano. E' un profilo che piace molto, in vista della prossima stagione. E' un'idea concreta, ma non sarà facile. Italiano e il Bologna hanno l'accordo per il rinnovo. Ma dinanzi al pressing rossonero il tecnico potrebbe restare indifferente? Di certo c'è che servirà trattare col Bologna. I club sono in buoni rapporti. Il Milan cerca un tecnico che sia leader, non necessariamente per i trofei alzati. Oltre a Italiano piacciono sempre Gasperini (da vedere se deciderà di restare a Bergamo) e Allegri. Sarri e De Zerbi opzioni in calo.

CorSera: Milan pronto alla rivoluzione. Fra i nomi che circolano a casa Milan ci sono Italiano, Sarri, Allegri. Il primo ha fatto un figurone anche l’altra sera all’Olimpico col suo Bologna, il secondo era già stato contattato a dicembre, il terzo è l’usato garantito. Su Conte, nemmeno contattato un anno fa e oggi sogno proibito di molti, non ci sono più grosse illusioni. L’identikit è tracciato: basta scommesse, deve essere italiano e conoscere la serie A. Chiunque sarà, avrà un vantaggio: fare peggio di quest’anno sarà difficile. Ma dall’altro lato, dovrà svolgere una missione durissima: rimettere in piedi il mondo Milan, riportando l’entusiasmo svanito. L’altra sera, all’Olimpico, a un certo punto è partito il coro «Pioli is on fire», colonna sonora degli anni sereni a cavallo dello scudetto. Il sindacato dei nostalgici si è ingrossato parecchio.

Tuttosport su Sarri in pole: la sconfitta del Milan in finale di Coppa Italia contro il Bologna ha mandato in frantumi anche l’ultimo piano di difesa dietro il quale la dirigenza si sarebbe potuta nascondere per non agire. Invece, lo 0-1 di due sere fa all’Olimpico che ha portato il trofeo a Bologna, mette Cardinale, Furlani, Ibrahimovic e Moncada davanti alle loro responsabilità. E la prima decisione che verrà presa sarà quella del cambio dell’allenatore. Sergio Conceiçao ci ha provato, a modo suo, a rimettere a posto le cose dopo l’esonero di Paulo Fonseca, ma nei fatti e nei risultati non ci è riuscito. E la querelle di un anno fa di questi tempi sul dopo Pioli è la genesi di tutti i mali, che poi a cascata si sono riverberati sul campo. Il Milan ha bisogno di un grande allenatore, di uno che sappia convincere i calciatori delle sue idee entrando in empatia con loro e con l’ambiente. Una scelta non ambiziosa genererebbe un nuovo capitolo che potrebbe ricalcare quello che si sta, mestamente, concludendo in questa annata. La doppia scelta portoghese alla guida del Milan ha comportato anche i seguenti dati: dalla nona giornata in avanti, i rossoneri non sono mai andati oltre la settima posizione in campionato. Il secondo dato è quello che più farà clamore: il Milan, a mercoledì sera, ha perso quindici partite stagionali su cinquantatré tra campionato, Champions League e Coppa Italia, pari al 28% del totale. Numeri non da grande squadra. E poi si è arrivati alla certifi cazione del naufragio di questo modello gestionale. Al Milan serve un direttore sportivo che comandi, che sappia costruire una squadra, che possa scegliere l’allenatore e condividere con lui le idee di mercato da sviluppare dopo con la società, non viceversa. Tare era presente all’Olimpico e attende ancora di esser chiamato, ma le voci che circolavano nella pancia dello stadio romano è che Furlani potrebbe fare un ultimo tentativo con D’Amico, nonostante la grande irritazione dell’Atalanta sul tema. Maurizio Sarri, ultimo allenatore ad aver vinto lo scudetto alla Juventus, è stato proposto e, negli exit pool, è in vantaggio, ma sappiamo bene come le cose possano mutare rapidamente. L’entourage di Vincenzo Italiano non ha mai ricevuto una chiamata dalla dirigenza rossonera (mentre da altri club si), nonostante il suo nome sia emerso dai colloqui di Furlani con i potenziali direttori sportivi. Sullo sfondo rimangono Massimiliano Allegri e Roberto De Zerbi, con Gian Piero Gasperini come suggestione qualora dovesse lasciare l’Atalanta. Tutti questi profi li hanno una caratteristica: sono allenatori solidi e italiani. Ma il solo mister non potrà bastare così come non basterà un ds a rimettere a posto le cose. Perché di macerie ce ne sono parecchie.

Il CorSport e il biennale a Sarri: le opzioni più in voga per la panchina del Milan sono quelle di Maurizio Sarri e, soprattutto su spinta di parte del popolo milanista, di Massimiliano Allegri. Per l’ex allenatore di Lazio e Juventus, i primi contatti risalgono allo scorso dicembre, quando Furlani lo aveva chiamato per subentrare a Fonseca; i sei mesi off erti, però, non convinsero il tecnico toscano. Ma ora, con una stabilità da trovare, il Milan potrebbe proporre a Sarri un contratto almeno biennale. E Sarri, voglioso di tornare in pista, ha già fatto capire in più occasioni di apprezzare l’opzione rossonera.

Come dico sempre, D'Amico è il pupazzo perfetto. Ma forse anche lui avrà quel minimo di spina dorsale che gli farà rifiutare la proposta di questi farabutti.
 

sampapot

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a me Italiano non piace...come DS preferirei Tare e Ibra lo metterei capo magazziniere con la supervisione del lavaggio casacche
 
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