Sky ha pubblicato le motivazioni che hanno spinto la Uefa ad estromettere il Milan dalle competizioni europee.
Eccole, integralmente, di seguito:
Il piano aziendale si basava su ingenti redditi derivanti dal business cinese, che sono notevolmente diminuiti dal primo piano aziendale presentato in un periodo inferiore a un anno, il che ha avuto un impatto notevole sulla credibilità delle informazione presentate dal club e la fiducia che il Club possa effettivamente raggiungere i risultati previsti. Vi è una grande incertezza sul rifinanziamento dei debiti del Milan, considerando che in caso di mancato pagamento dei debiti a tempo debito, tutte le azioni saranno trasferita a Elliott. Ci sono molte domande riguardanti il rifinanziamento ancora senza risposta.Il Milan ha invocato una violazione del principio di parità di trattamento con altri club. La Camera Giudicante rileva che in questo caso non è solo la dimensione del deficit in quanto tale, ma il significativo deficit di pareggio, insieme con i dubbi sulla credibilità del business plan, che ha motivato la decisione di rifiutate un accorda transattivo.Contestando i dubbi espressi, più in particolare per quanto riguarda il successo dell'attuazione della strategia del Club in Cina, l'effettiva realizzazione dell'operazione di rifinanziamento relativa ai debiti e un possibile cambio di proprietà del Club con le conseguenze che ne derivano, il Milan non è stato in grado di produrre prova convincenti a supporto delle proprie argomentazioni. Una sospensione potrebbe essere appropriata nel caso in cui la divergenza dalla deviazione accettabile sia tale da poter essere corretta entro un lasso di tempo definitivo, in base a un piano aziendale che sia credibile e ragionevole e nel caso in cui la gestione del club abbia dimostrato con le sua azioni un chiaro impegno a rendere il club conforme al requisito di pareggio. Tuttavia, per le ragioni già esposte quando analizza le considerazioni della Camera d'inchiesta nella valutazione della possibilità di un accordo transattivo, la Camera di Giustizia non ritiene che ciò sia il caso"